Spesso è la mente che predomina, altre volte il cuore, ma solo in certi momenti è d’impeto solo anima.
Il Millelire ospita una pièce che si eleva soprattutto per intensità, emotività ed elevata interiorità: LE NOTTI BIANCHE di Fëdor Dostoevskij
Gelide, solitarie, lontane quanto viscerali ore notturne scandite da intervalli quasi sperduti.
La scena è semplice e scarna: una panchina. Un uomo vaga e d’un tratto tra il freddo e la solitudine delle strade di San Pietroburgo incontra per caso una donna, si apre così una notte di racconti appena accennati, di voglia di dirsi più a lungo di quell’unico colloquio inaspettato. Così nasce un percorso che dura per altrettante poche notti in cui i due sconosciuti si ritrovano ancora a parlarsi in quello stesso luogo, mentre tra di loro continuano ad affacciarsi prorompenti pensieri, paure, desideri, confidenze e lentamente nasce una possibilità.
Quello che sopra ogni cosa domina tutto l’atto unico è l’anima. Entrambi gli attori riescono a rendere vivo il bellissimo testo di Dostoevskij, entrano nelle loro complesse personalità, trovano valide soluzioni espressive, traducono i contenuti in movimenti spesso solo appena accennati, si palesano in sentimenti a tratti controllati alle volte invece fortemente palesati, riescono così ad arricchire il palco di elevate interiorità. Alessandro Giova dà al suo personaggio un picco di profondità tale da far appassionare gli spettatori alla sua identità di visionario indifeso e riesce a cadenzare i momenti d’incontro, solitudine ed illusione. Gioia Montanari è in grado di rappresentare il suo essere anche espressione metaforica ed offre al pubblico un’interpretazione ricca di elegante passione.
Si individuano durante il dramma continue ricercate alternanze. In quel trattenersi le mani i personaggi chiariscono il loro volersi, in quell’abbraccio si percepisce forte il fingersi amanti mentre avanza quel quasi amore. Si lambisce la personalità del sognatore che sogna, si sente la donna rovistare dentro di sé, e dentro di lui. Si vede forte quella lontananza dal tutto, si comprende il cercarsi mentre quell’avvicinarsi tra loro è sempre più prossimo sino all’improvviso distacco.
Forse nell’arco della rappresentazione c’è una leggera lentezza che attenua il vigore di alcuni passaggi, causa anche la complessità del bellissimo e sopraffine testo ricco di tanti sentimenti e raffinatezze da svelare, forse in alcuni momenti c’è un’enfasi interpretativa da mitigare, ma è uno spettacolo che prorompe per il suo essere sopra ogni cosa anima.
Ancora un forte applauso.
LE NOTTI BIANCHE da Fëdor Dostoevskij adattamento e regia John Blaz Interpreti:Alessandro Giova, Gioia Montanari TEATRO MILLELIRE
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