Le nuove fron­tiere della geno­mica-come usare il cibo per riparare il nostro fisico

Creato il 14 gennaio 2013 da Rafaelcoche @El_coche
Perché a scuola non viene insegnato bene come nutrirsi?

Molti pensano che sia un particolare superfluo, poco importante invece ci sono migliaia di persone che non sanno nemmeno come ci si nutre in modo regolato e sano. Quindi perchè non creare un programma scolastico che guida alla corretta alimentazione?
Questo per coadiuvare quello che già dovrebbe essere il corretto insegnamento al cibo che in primo luogo dovrebbe partire dai genitori, ma anche per evitare quelle che poi in futuro rischiano di essere vere e proprie patologie derivanti dalla sbagliata alimentazione
Tre su tutte: Diabete- Colesterolo- Pressione alta
A scuola spesso insegnano la religione cattolica, essendo un paese laico è quantomeno incoerente, invece di istruire alle diversità, al rispetto degli altri ed all'integrazione, ai principi di non violenza e di sana e corretta alimentazione
In alcuni istituiti vengono piazzati dei cartelloni con le piramidi alimentari che di solito si possono trovare negli studi pediatrici, questa è la massima espressione italiana di cultura alimentare, ma è mai possibile?Mentre continuano a proliferare le macchinette che distribuiscono le merendine...
Certo ognuno di noi è libero di mangiare quello che più gli piace, ma non sarebbe male conoscere quello che davvero s'ingurgita, spesso anche come combinare i vari alimenti.
La conoscenza è il miglior strumento che ha l'uomo per evolversi, bisognerebbe sviluppare nelle nuove generazioni questo desiderio, alimentare la curiosità verso quello che fanno e che sono in grado di fare e di vivere e non dare tutto per scontato.
Troppo spesso il termine "dieta", che significa anche il piano alimentare che abitualmente seguiamo, nel linguaggio corrente è assimilato a "mangio-poco-e-pure-male-sono-scontento-ho-mille-voglie-ed-alla-fine-sgarro".
Uno dei motivi che portano una persona ad abbandonare il percorso intrapreso, a ricominciare a mangiare in maniera scorretta e cadere nel circolo vizioso orrendo del "inizio la dieta-non la tollero-rimangio-prendo tutti i chili di nuovo", è il non essere soddisfatti di ciò che si mangia.
Ma è un fatto normale avere piacere di mangiare e spesso di cibarsi di alimenti che stimolano il sistema nervoso e compensano mancanze di altra natura, per cui transitare da una alimentazione "goduriosa" ad una alimentazione molto restrittiva (rispetto a come si era abituati) non è facile da accettare, ma la cosa inutile di questi piani alimentari rigidi è il fatto che non insegnano come alimentarsi.
Una persona in sovrappeso, spesso, non sa mangiare. E per questo ingrassa.
Ma non è detto che mangi "troppo" necessariamente .
Magari non sa combinare gli alimenti nel giusto modo, non rispetta la proporzione giusta tra carboidrati-proteine-grassi ed anche questo, a lungo andare, porta ad accumulare grasso in eccesso.
E' ormai risaputo che sole 100 calorie in più al dì rispetto al fabbisogno nutrizionale giornaliero di una persona, portano ad ingrassare 6 chili in un anno.

Capirete che 100 calorie, non sono nulla. Per farvi un esempio: 3 biscotti sono circa 100 calorie. 2 sottilette sono circa 120 calorie. Un pacchetto di pavesini è sulle 100 calorie.
Met­te­re­ste della sab­bia nel ser­ba­toio della vostra auto­mo­bile? Cer­ta­mente no. Eppure molti di noi fanno incon­sa­pe­vol­mente qual­cosa di simile, ogni giorno, con una mac­china assai più pre­ziosa e deli­cata: il nostro orga­ni­smo. In una vita di 80 anni una per­sona inge­ri­sce in media dalle 30 alle 60 ton­nel­late di cibo. È quindi poco pru­dente sot­to­sti­mare l’effetto della nutri­zione sulla nostra salute. Di fatto, però, è ciò che è acca­duto negli ultimi cento anni, nel corso dei quali la mas­sic­cia indu­stria­liz­za­zione della pro­du­zione ali­men­tare ha reso la nostra dieta ter­ri­bil­mente povera di nutrienti lascian­dola ricca di una sola cosa: le calo­rie.
Le nuove fron­tiere della geno­mica ci inse­gnano però che il cibo non è un sem­plice car­bu­rante, ma ha un ruolo assai più impor­tante: “dia­loga” con il nostro orga­ni­smo, man­dando mes­saggi di salute o malattia.
Sul piano scien­ti­fico, negli ultimi decenni sono emersi infatti con cer­tezza non solo gli effetti dan­nosi dell’alimentazione moderna ma anche quelli pre­ven­tivi e per­fino tera­peu­tici dei cibi natu­rali. È stato sco­perto come le sostanze con­te­nute nei cibi sono in grado di inte­ra­gire con i nostri geni, fino a modu­lare le rispo­ste cel­lu­lari. È que­sto il campo della nutri­ge­no­mica, una disci­plina che sta rivo­lu­zio­nando il modo di con­si­de­rare il cibo e che ci offre le cono­scenze per uti­liz­zare i nutrienti al fine di “ripa­rare” il nostro ter­reno bio­lo­gico, impe­dendo che vi attec­chi­scano le malat­tie e favo­rendo il fio­rire della salute.

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