Le nuove sfide del chitarrista Franco Mussida

Creato il 11 novembre 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

                                 La genialità del musicista sta nel saper dipingere direttamente, senza                                                              mediazioni, sulla tela emozionale dell’ascoltatore”.

                                                                                                                Franco Mussida

Cinquemila concerti alle spalle e non smette di sfidarsi. Accantonato il rock progressivo che lo ha reso celebre, soprattutto negli anni Settanta, si è dato alla musica classica. Con la sua storica band.

Si tratta di Franco Mussida, milanese, classe ’47, chitarrista, compositore e cantante italiano, fondatore della Premiata Forneria Marconi.

Un virtuoso della chitarra, che ha firmato molti dei successi del gruppo. Tra questi Impressioni di Settembre http://www.youtube.com/watch?v=P5WwrgC1qZkDi recente sono usciti vari progetti artistici del Maestro, che ha iniziato a suonare a nove anni.

L’ultimo, “Il Lavoro del Musicista Immaginativo”, un breve saggio con disco: 999 preziose copie numerate con firma autentica su libro e CD.

“L’opera – spiega Mussida – prende spunto dalla composizione di musiche originali per sola chitarra, di “Scene da un matrimonio di Bergman”, il primo lavoro prodotto dal Teatro dell’Aquila dopo il terremoto, per la regia di Alessandro D’Alatri. Un’ immersione di natura artistica, che lega la lettura delle 44 pagine, con l’ascolto di 15 brani, molti con minutaggi minimali”.

I brani sono suonati da Mussida senza alcuna sovrapposizione. Una sola chitarra per volta. Due brani monofonici con chitarra elettrica, che si avvicina allo spirito del sax nei suoi aspetti malinconici, legati al Jazz Freddo. Cinque con chitarra acustica per rappresentare dolori ed emozioni. Otto con chitarra Classica elettrificata, la sua mitica Chet Atkins numero 3, alla quale assegna atmosfere miti, tristi e consolatorie. Da notare, a conclusione, una particolare versione di “Orizzonti Del Cuore”.  

Questo lavoro viene subito dopo PFM in Classic,  realizzato con gli amici della PFM, le musiche per il cortometraggio di Mimmo Paladino “Labirintus”, la Mostra esperienziale “l’Altro Mondo“ e la pubblicazione de La Musica Ignorata”, edito da Skira.

Maestro, concentriamoci su questi ultimi lavori. Il cd di musica classica, realizzato con il suo gruppo, dal titolo: “Pfm in classsic”. Sulla copertina una piuma e un sasso. Perché questi simboli?

Sono simboli di una leggerezza e di una pesantezza idealizzata, che si legano al modo con cui pubblici diversi considerano la musica elettrica nei suoi diversi generi e la musica classica.

Cosa è successo, ha abbandonato il rock progressivo? 

Questo cd è un atto d’amore.

In che senso?

L’atto d’amore è tornare a ricordare le comuni radici musicali familiari, che avevano nella Musica Classica il loro centro di gravità. Ci siamo concessi il privilegio di lavorare con l’orchestra dopo più di quarant’anni, data del nostro primo approccio con l’orchestra classica in un brano del nostro primo album: “Grazie d’avvero“.

Dunque, una nuova sfida!

Non abbiamo mai fatto un disco uguale all’altro e questo è il modo per misurare le nostre capacità di inventiva e creative, come accadde con quel famoso disco del 1979, che ridette un futuro a noi e a Fabrizio De Andrè. 

Ci parli del suo libro: “La musica Ignorata”, Skira editore

La  Musica Ignorata è un libro di 143 pagine con 41 tavole a colori,che riprendono sculture, modelli e quadri legati al lavoro visuale sui poteri del suono e dell’intervallo musicale. E’ un libro che crea un precedente. Finora i libri che trattavano di Musica si distinguevano in tre tipi: biografie e musica come fenomeno di costume, libri su generi o artisti, libri tecnici poco comprensibili al pubblico dei non musicisti. Per la prima volta esce un libro che non parla di costume, né di armonia o di matematica della Musica, ma chiarisce come mai il suono si trasforma in emozione e come mai una stessa Musica venga amata alla follia da alcuni o venga giudicata insopportabile da altri. E’ un libro che ci mette di fronte ad un fatto straordinario a cui non si presta attenzione.

Quale?

Bastano due semplici suoni a farci ridere o piangere. In questo lavoro dico una cosa: “Non c’è alcuna differenza tra la malinconia di un metallaro e quella di una signora di buona famiglia che stravede per Chopin. Ciò che eccita l’uno e l’altra è un potere comune oggettivo racchiuso in entrambi i generi. Per dimostrare tutto ciò, nel libro sono citati decine e decine di musicisti: da BB King ai Rolling Stones, dai Metallica ai Beatles, da Springsteen a Knopfler, da Monk a Coltrane da John Cage a Wagner,  da De Andrè a Chet Baker, da Hendrix ai Pink Floyd

Lei ha fatto della sua passione un lavoro. Oggi la musica potrebbe rappresentare una via d’uscita per i tanti giovani senza un’occupazione?

Di vie d’uscita ce ne sono una infinità, sono quelle di entrata che mancano. Quello del musicista prima di essere un lavoro deve essere una passione da coltivare a fondo e seriamente. Ho conosciuto tante persone che hanno studiato per dieci anni il pianoforte, si sono diplomate, poi lo hanno chiuso e non l’anno mai più suonato. Chi vive con le orecchie più che con gli occhi, deve chiedersi se vuole giocare a darsi piacere o se vuole educarsi a restituire ad altri la sua sensibilità musicale. La Musica non ha mai fatto male a nessuno, più la si pratica più ti fa crescere e ti rende migliore E non parlo solo dal punto di vista musicale. Per un adolescente avere la Musica come compagna è una grande fortuna a prescindere dal lavoro. L’essenza della vita è quella di provare a trovare il proprio posto nel mondo, non solo il proprio posto di lavoro. Il lavoro per diritto fa l’uomo più debole o più forte? Un lavoro occorre anche conquistarselo, magari inseguendolo, finché non ci si riesce. Certo, non è solo volontà. Chi riesce a campare di Musica è perché è bravo, tenace, crede nel suo talento, nei suoi sogni, ed è anche fortunato.

Il 7 dicembre le verrà assegnato dalla Biennale di Firenze il premio alla cultura “Lorenzo Il Magnifico”, assieme ad Anisch Kapoor, scultore e architetto britannico,   

Sì e sarò lì a partire dal 30 novembre con una installazione dal titolo “Conferenza a parete: 862 lettere con pause musicali”. Sarà il mio omaggio a questo riconoscimento.

http://www.florencebiennale.org/kapmus.php

Un messaggio ai suoi fans disillusi, che provano a seguire le sue orme?

Quello di usare il proprio potere visionario per essere più pedagogici, più scientifici, servire la gente, svelare arcani, ma farlo in modo comprensibile, rinunciando a quella egocentricità che seleziona le persone solo in funzione del mercato dell’arte e le pensa solo come acquirenti. Ritrovare un rapporto con l’etica proprio come recita il titolo della Biennale di Firenze: “Etica come DNA dell’Arte”.

Le sue prossime sfide?

Continuo a lavorare per coltivare giuste motivazioni, ma sono anche consapevole di lavorare per un territorio di cui si sa poco o nulla, per cui occorre dedizione, fare un lavoro sperimentale. Sto realizzando quattro spazi di ascolto educato della Musica in quattro grandi carceri italiani. Un progetto che durerà tre anni. Dopo sapremo molte più cose sui misteri della comunicazione musicale. E’ un progetto sovvenzionato dalla Siae e si chiama “CO2 controllare l’odio”.

Cosa è rimasto del Maestro di Impressioni di settembre?

La passione per l’immaginazione e per i viaggi nel mondo del suono

Quanto si sente tosto?

Devo ringraziare la mia famiglia e i miei figli. Sono loro che mi hanno permesso di vivere di Musica.

Per contatti: info@francomussida.it

                                                                                                                        Cinzia Ficco


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