Le obbligazioni indicizzate sono titoli il cui rendimento è legato all’andamento di uno o più parametri (il sottostante), come ad esempio indici azionari, valute, materie prime, inflazione. Ci occuperemo delle obbligazioni indicizzate all’inflazione (inflation linked bond).
Si parla molto spesso di inflazione, che esprime in
percentuale l’aumento dei prezzi rispetto al mese o all’anno precedente. L’inflazione riduce il potere di acquisto del denaro dato che, di fronte ad un suo aumento, con la stessa quantità di denaro si compra una minore quantità di beni e servizi.
Forse non tutti sanno che esiste una formula per calcolare in modo preciso il rendimento di un investimento al netto dell’inflazione. Facciamo un esempio per capire meglio.
Se una obbligazione rende in un anno il 4%, significa che i risparmi investiti sono aumentati di un tasso di interesse annuo, detto nominale, appunto del 4%. Ma in realtà il potere di acquisto dei risparmi sarà cresciuto del tasso nominale al netto dell’inflazione registrata in quell’anno, cioè del tasso reale.
Nel nostro ipotetico caso, se l’inflazione è pari al 3%, il potere di acquisto aumenterà dell’1%. Ma questo valore non è proprio esatto, perchè, come dicevamo prima, la formula per calcolare il tasso di interesse reale, cioè il tasso nominale meno l’inflazione, è la seguente:
- Tasso reale = [(1 + tasso nominale) : (1 + inflazione)] – 1 x 100
Nel nostro caso avremo:
- Tasso reale = [(1 + 0,04) : (1 + 0,03)] – 1 x 100
Dunque il tasso reale ottenuto dall’investimento è dello 0,97%, che significa che la quantità di beni e servizi che è possibile acquistare dopo un anno è aumentata dello 0,97%.