Per questo Trapani è il retropensiero, l'immagine della Sicilia che invadeva, attraverso me, i ricordi di Tonio, il protagonista del mio esperimento narrativo, Le onde. Avevo bisogno di una Sicilia che fosse proprio lì, non sulla cartina o tappa di qualche misterioso periplo: lì, in mezzo al mare, ariosa, persa e ancorata nel suo navigare. Non quella terra-cadavere delle distese brulle e giallastre, quel colore di campagna che non so proprio amare (e penso, in particolare, al territorio compreso tra Caltanissetta ed Enna).
Il vento, prima di tutto, quel vento che trascina con sé il mare, quel freddo che ti si inerpica sulla pelle in volubili spirali profumate d'alghe, di pesce e persino di porto. Tonio, quel giovane che non sono io, è battuto dalle mille suggestioni di una primavera non caldissima, di una stagione che non è estate. Tonio sarebbe potuto venire da Trapani o altrimenti dalla dolcissima Aci Castello, ma per chi mi conosce sa che quella sarebbe stata un'altra storia, una storia di ritrosia e un passo indietro: io volevo raccontare una vita che sfocia nel mare.