Le Origini del Male (2014) – recensione

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Ricordo anni fa, quando d’estate si recuperavano i film al cinema al mare, dove venivano proiettate le anteprime, ma anche qualche pellicola passata nella stagione invernale in città, e che magari si voleva recuperare. Ed era la stagione dell’horror, se ci pensiamo, e noi nostalgici la pensiamo e la ricordiamo ancora così. Se dico Notte Horror, vi viene in mente qualcosa?

Locandina

E quest’anno è appena uscito nelle sale questo Le Origini del Male, con copertina accattivante, simbolo mistico e odore di possessione. Già la scelta del titolo per l’Italia, come sempre, è fuorviante e potrebbe pure creare degli equivoci con il film sulla gioventù di Hannibal Lecter, anche se è un problema tutto nostro. As usual.

Seduta spiritica come da copione

Se devo dirvi cosa ne penso di questo film, posso riassumere il tutto in una frase: non mi è rimasto niente.
Non sto scherzando, non mi è rimasto nulla. Il film sa di già visto, le situazioni pure. L’ho visto in originale e posso assicurarvi che la recitazione è al limite. Ma quello che mi fa bocciare il film è proprio la mancanza di coinvolgimento e nessuna trovata nuova. Persino la storia del segno sotto al labbro l’abbiamo già vista. La telecinesi/possessione è la solita. Le scelte narrative pure.
Nulla di nuovo sotto a questo sole estivo e non posso certo suggerirvi di spendere i vostri soldi per questo film, a meno che non stiate morendo dal caldo e cerchiate un posto con l’aria condizionata per passare un paio d’ore senza impegnarvi troppo. Ah, magari ci scappa anche qualche risata.

Epistassi?

Dimenticavo: ovviamente è tratto da una storia vera…