Le origini del simbolo del cuore

Creato il 09 febbraio 2015 da Arscreativo

Le origini del simbolo del cuore
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San Valentino è alle porte. Abbiamo deciso di evitate l’ennesimo articolo con l’ennesima lista di possibili regali per lei (fiori, cioccolata e una location romantica fanno sempre il loro sporco lavoro) e per lui (nessun fidanzato si lamenterà mai di lingerie di pizzo e buon sesso) e abbiamo optato per qualcosa che anche chi non trascorrerà la giornata con un “Interesting Other” potrà apprezzare. Dunque, in pieno stile Yahoo Answers:

Perché disegniamo il cuore come lo disegniamo e non come é realmente?

Le primissime rappresentazioni del simbolo del cuore risalgono a prima dell’ultima era glaciale. Forme di cuore sono state trovate nei pittogrammi disegnati da cacciatori europei, anche se non sappiamo che cosa volessero comunicare. Quello che invece sappiamo è che il cuore e la sua rappresentazione sono sempre stati associati ad un simbolismo molto potente.

Gli egiziani credevano che il cuore – il cosiddetto ieb – fosse il centro della vita e della moralità. Secondo la loro mitologia, quando moriamo il nostro cuore viene portato al cospetto di Maat, dea delle giustizia, dove viene pesato contro la Piuma di Maat. Se il nostro cuore risulta più leggero della Piuma, potremo accedere all’aldilà; in caso contrario la nostra anima si perderà per sempre. Nell’Antica Grecia, il cuore era considerato il centro dell’anima e del calore umano. Saggi e scienziati come Ippocrate ed Aristotele furono i primi a identificare una connessione tra cuore e polmoni e a riconoscere il suo battito.

Per quanto riguarda la forma stilizzata del cuore che conosciamo, ci sono opinioni diverse circa la sua origine. Intorno al quinto o sesto secolo, il silphium era un’erba molto conosciuta e apprezzata nell’area del Mediterraneo. Veniva usato come spezia, come medicina e, soprattutto, come contraccettivo, in quanto si riteneva che funzionasse come una pillola abortiva, in grado di prevenire la gravidanza se ingerito il giorno dopo. La popolarità del silphium era così forte che quest’erba divenne una delle principali fonti di reddito della città nordafricana di Cirene, dove la pianta cresceva. I cirenei arrivarono a rappresentare i semi di silphium sulle loro monete e la loro forma era proprio quella di un cuore. Il silphium era usato ampiamente nell’Impero Romano e le monete ciriane erano ovviamente impiegate negli scambi commerciali e, in questo modo, il simbolo del cuore avrebbe circolato nel Mediterraneo. Questa è solo una delle possibili spiegazioni; un’altra teoria afferma che, se capovolgiamo il simbolo del cuore, possiamo notare una somiglianza con la forma della vagina e, con un piccolo sforzo di immaginazione, anche con i genitali maschili. In entrambi i casi, si tratta di un simbolo direttamente connesso al sesso e all’attrazione fisica.

Nel Medioevo, tuttavia, l’immagine del cuore acquisì un significato tutt’altro che sessuale, diventando un elemento ricorrente nella simbologia cristiana: il Sacro Cuore, etereo e spesso ferito, divenne un simbolo di Gesù Cristo e del suo amore, raffigurato nelle opere d’arte e inserito nelle preghiere e negli insegnamenti della dottrina. Man mano che la religione cristiana si espandeva in Europa – e, più tardi, nel mondo attraverso l’opera dei missionari – il simbolo del Sacro Cuore diventava sempre più popolare. Gli scienziati cristiani non potevano dissezionare corpi umani, pertanto la vera forma del cuore rimaneva ancora sconosciuta. Verso la fine del Medioevo, il simbolo del cuore cominciò ad apparire anche nelle rappresentazioni degli amanti e ad essere associato al colore rosso, simbolo di amore e passione. Stava gradualmente diventando un’icona di amore romantico e la sua popolarità crebbe notevolmente nel quindicesimo secolo, quando venne inserito nelle carte da gioco.

Durante il Rinascimento e l’Illuminismo, i progressi della medicina furono notevoli e le credenze sulla forma e natura del cuore vennero inevitabilmente messe in crisi. Leonardo Da Vinci fu il primo artista a realizzare un disegno accurato del cuore quale organo del corpo umano. I cuori erano ormai ovunque, associati ai sentimenti dell’amore, della passione, della fedeltà e del coraggio. Dal diciannovesimo secolo, l’icona del cuore è associata a San Valentino e oggi essa si lega a sensazioni positive che vanno oltre l’amore romantico, per esempio vita e saluta – pensate anche alle “vite” dei personaggi dei videogiochi – ma anche scelta e approvazione – i cuori di Instagram, per esempio. Nel 1977, è diventata parte del logo I ♥ NY e oggi “<3″ è una delle emoticon preferite scambiate e postate ogni giorno da milioni di utenti attraverso le messenger app e i social network.

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