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Le pagelle del calciomercato 2013/14 - seconda parte: dal livorno al verona e... la mia griglia di partenza

Creato il 03 settembre 2013 da Carloca
LE PAGELLE DEL CALCIOMERCATO 2013/14 - SECONDA PARTE: DAL LIVORNO AL VERONA E... LA MIA GRIGLIA DI PARTENZA                                   Benitez, un fuoriclasse della panchina per il Napoli

LIVORNO - Telaio complessivamente debole, anche se l'innesto in extremis di Emeghara potrebbe portare una buona dote di punti in più, purché il nigeriano sia lo stesso che l'anno scorso per alcuni  mesi ha tenuto a galla il Siena prima di cedere nel finale (confermarsi è sempre difficile, dopo un exploit da scheggia impazzita totalmente sconosciuta alla concorrenza). E Biagianti è elemento di quantità che sa cosa vuol dire battersi nei bassifondi. In ogni caso, gli spunti interessanti non mancano, in primis la fiducia decretata a Bardi, portierino reduce da un Europeo Under 21 coi fiocchi, e ad altri giovani di fulgide promesse come Cristante, cervello di centrocampo con le stimmate del campioncino, e il difensore Piccini. Per il resto, ci sono le star in miniatura che hanno messo in riga tante compagini di Serie B, Paulinho e Siligardi, Gemiti e Belingheri, gente tutta da verificare al cospetto dei colossi del nostro calcio. Insomma, sarà acuta sofferenza fino alla fine. Anche il manico è una scommessa, ma Nicola, vecchio cuore genoano, ha la verve e la preparazione per inventare contromisure atte ad attutire l'impatto con le big. MILAN - Merita fiducia e rispetto perché, unica fra le big assieme alla Juve, ha puntato con decisione su un nucleo centrale italiano, giovane e... azzurro. Abate e De Sciglio sui fianchi della difesa, Poli e Montolivo a comandare i giochi nel mezzo dividendosi fra interdizione e costruzione, Balotelli ed El Shaarawy a spalleggiarsi in avanti. Nel dettaglio: l'eclettico De Sciglio ha già dimostrato in Confederations Cup di essere una garanzia per il futuro, ed ha ancora ampi margini di miglioramento (soprattutto nella precisione sui cross); Montolivo ha disputato una eccellente stagione rossonera, acquisendo personalità e cattiveria agonistica, ed è ora un elemento duttile e dinamico. E poi Saponara, ultimo grido della scuola italiana, estro e incisività dalla trequarti in su. In prima linea, Mario è uno che ti rivolta come un guanto le partite da solo, il Faraone deve ritrovarsi sul piano mentale, perché ha i mezzi tecnici e l'intelligenza tattica per convivere con l'ingombrante compagno di linea senza che il suo rendimento ne risenta. In mezzo a tanto ben di Dio, l'arrivo del declinante Kakà risulta quasi secondario: grande colpo promozionale, ma il brasiliano ne dovrà mangiare di polvere per avvicinare i livelli sublimi toccati ai tempi della sua prima militanza meneghina: da almeno due anni non batte chiodo. I punti deboli del Milan sono in difesa: Abbiati perde colpi, la barriera centrale (Zapata, Silvestre, Mexès) non è da compagine che punta al titolo. Però il pluridecorato team rossonero resta una mina vagante che, in caso di défaillance delle favoritissime, potrebbe riservare qualche sorpresa. NAPOLI - Gli addii dei colossi Mazzari e Cavani sono stati assorbiti come meglio non si poteva. Benitez è una guida di valore mondiale, ha conquistato trofei e coppe europee, ha idee e carisma. Campagna acquisti di primo piano: Reina e in subordine Rafael blindano la porta, Albiol si affianca a Cannavaro jr. per cementare una difesa marmorea, e in avanti Higuain non farà rimpiangere l'uruguaiano, anzi, ha nei piedi, per classe, curriculum e abitudine a battersi su palcoscenici importanti, la possibilità di fare addirittura meglio dell'illustre predecessore. E poi le conferme: dall'inesauribile Maggio ad Armero e Zuniga, dal geometrico Inler (al quale però si chiede una maggiore presenza nel vivo del gioco, al di là delle sue sempre gradite bombe dalla distanza) a un Insigne che ha il piglio del veterano e la sfrontatezza del giovane che vuole arrivare ad ogni costo. Col genietto vicecampione europeo Under 21 a riempire di estro e dinamismo il fronte offensivo e con le micidiali scorribande di Hamsik, fuoriclasse autentico e sottostimato, questo Napoli si candida ad alternativa più credibile alla corazzata juventina. PARMA - Assisteremo all'ennesima resurrezione di Cassano? Se sì, è un Parma che può ambire a migliorare il piazzamento dell'anno passato, senza però farsi soverchie illusioni. Senza voler essere blasfemi, potrebbe risultare più utile l'acquisto di Gargano, uomo di gran sostanza in grado di aumentare la solidità del centrocampo e di dare equilibrio a tutto il complesso. I restanti movimenti di mercato sono marginali, soprattutto in riferimento a Felipe e Acquah, che per diversi motivi hanno segnato il passo nelle ultime stagioni, così come Cassani che nella breve esperienza genoana è parso a tratti un ex, ma che merita fiducia se non altro per il suo passato non troppo lontano di nazionale azzurro. Poi Munari, che è un buon centrocampista di quantità, ma non sposta granché gli equilibri. Molto più rassicurante la presenza di chi è rimasto: gente come Mirante e Lucarelli che rende sufficientemente solida la difesa, Gobbi a presidiare con sicurezza la fascia sinistra, Parolo che porta ordine tattico e buoni inserimenti in avanti, le incursioni di Sansone e un Amauri che deve riconfermarsi sui discreti livelli dell'ultimo torneo, cosa non facile visto che la continuità non è mai stata il suo forte.
LE PAGELLE DEL CALCIOMERCATO 2013/14 - SECONDA PARTE: DAL LIVORNO AL VERONA E... LA MIA GRIGLIA DI PARTENZA                                      Toni: ha steso il Milan alla prima giornata
ROMA - Mercato schizofrenico. Partenza lanciata e indubbio rafforzamento: Con De Sanctis finalmente un portiere di prima fascia, corsie laterali a cinque stelle col ritorno di Maicon a far coppia con  Balzaretti, difesa chiusa al centro dai vari Castan, Burdisso, lo statuario Benatia e il promettente Jedvaj, abile nelle due fasi. Nel cuore della manovra, la conferma di De Rossi, imprescindibile faro del gioco ed elemento universale, di grandiosa efficacia in tutte le zone del campo (copertura, costruzione e finalizzazione) e la rinnovata fiducia al motorino Florenzi, con la ciliegina sulla torta di Strootman, fra i più quotati centrocampisti europei e nazionale olandese. Poi la marcia indietro, soprattutto sul fronte offensivo: ok per il monumento Totti, il cui apporto è però destinato ad assottigliarsi col passare del tempo, mentre si tenterà il rilancio di Destro dopo un'annata complessivamente opaca; passi anche l'addio a Osvaldo, ormai in conflitto aperto con l'ambiente, ma la cessione di Lamela, craque di statura mondiale, grida vendetta. Borriello e Gervinho sono validi surrogati, ma occorrerebbe qualcosa in più, perché nelle prime due giornate la squadra ha mostrato un potenziale devastante e sarebbe un peccato se rimanesse un'incompiuta. L'arrivo di Ljajic  e la crescita di Pjanic, jolly avanzati di qualità ed estro, dovrebbero comunque consentire a Garcia di sperimentare soluzioni offensive originali e molteplici, per un tourbillon difficile da disinnescare.SAMPDORIA - Le note liete vengono dalla fiducia data a tre potenziali stelline di domani: Salamon, ma soprattutto l'eclettico difensore Regini (centrale o esterno sinistro) e Gabbiadini, sinistro al fulmicotone, attaccante d'area e di manovra già in orbita Juve. Poi la conferma delle bandiere Palombo e Gastaldello, garanzia di continuità di rendimento, di Costa e di un De Silvestri che, dalla convocazione - premio in azzurro per l'amichevole con l'Argentina (non ve n'erano i presupposti tecnici, nonostante il crescendo mostrato nella parte finale della scorsa stagione), dovrà trarre linfa per riavvicinarsi ai vertici toccati quando era una delle migliori speranze del football nostrano. Per il resto c'è poco da stare allegri: la perdita di Romero non sarebbe di per sé grave, visto il rendimento italiano del "guardameta" argentino, ma al momento la porta non ha un difensore pienamente affidabile, se non esploderanno Da Costa o Fiorillo e visto il fallimento della caccia a Sorrentino e ad altri papabili. Centrocampo arricchito dal dinamismo di Barillà ma drammaticamente a corto di inventiva e attacco che deve sperare nella consacrazione del citato Manolo, mentre Eder in Serie A ha sempre alternato buone cose a lunghe pause. Insomma, niente illusioni: sarà corsa salvezza, forse anche più affannosa rispetto al campionato scorso. SASSUOLO - Intrigante. Intendiamoci, la permanenza è l'unico obiettivo realistico e non sarà facile assicurarsela, ma questa deb assoluta si presenza ai nastri di partenza con un roster accattivante. Missiroli, Berardi e l'ultimo arrivato Zaza erano un lusso per la cadetteria e in A trovano un palcoscenico più adatto ai loro mezzi, mentre la sostanza delle bandiere Terranova e Magnanelli, gente abituata a lottare, dovrebbe emergere anche su un palcoscenico più impegnativo. Gran colpo l'arrivo di Marrone: testa e polmoni, contrasti efficaci, piedi e idee buone per costruire trame apprezzabilissime, ma anche l'eclettismo giusto per fare bene come difensore, avrà finalmente lo spazio che raramente trovava alla Juve. E poi il prestito di Schelotto, che vuole tornare a macinare chilometri sulla destra e a creare ottime variazioni sul tema offensive, per dimostrare di essere ancora da prima fascia. Fra tutti gli altri rinforzi, più ancora di Rossini e Kurtic il più utile sarebbe stato Acerbi, bloccato da un tumore: la speranza è che possa superare presto l'ostacolo per riscattare l'ultima annata, che ne ha messo in dubbio le chance di inserirsi fra i migliori difensori italiani dell'ultima leva. Floro Flores è punta incisiva, ma deve ritrovarsi: negli ultimi mesi a Genova è parso svuotato fisicamente e mentalmente.
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TORINO - Tantissimi movimenti, ma forse è stato più fumo che arrosto. Perché, ad esempio, la difesa ha conservato il ruvido Glik ma perso due pilastri come Gillet e Ogbonna, e sulla carta i sostituti potrebbero farli rimpiangere: Padelli non è un fulmine di guerra in porta, Bovo è reduce da due stagioni mortificanti e Moretti può fare il suo, ma non è più brillante come un tempo, in particolare se impiegato da terzino. Meglio nel mezzo, dove Bellomo porta piedi buoni, fantasia e concretezza, e poi c'è pur sempre l'impagabile Brighi a reggere le file della manovra. Le speranze di condurre in porto la salvezza con un po' di anticipo rispetto all'anno scorso sono riposte soprattutto nell'attacco, superiore come qualità complessiva agli altri due reparti: Immobile non è il giovanotto spaesato visto all'opera sotto la Lanterna nell'ultima annata e lo dimostrerà, Cerci è ormai un campione fatto e finito, esterno sgusciante, estroso, dinamico e preciso sotto porta, per nulla disposto a mollare.... l'osso della maglia azzurra.
UDINESE - Banale dirlo ma... squadra che vince non si cambia. Con la medesima spina dorsale dell'ultimo campionato, Domizzi e Danilo, Pinzi e Basta, Pereyra e Lazzari, Di Natale e Muriel, e la guida sicura di Guidolin, difficilmente i friulani resteranno lontani dall'alta classifica. In particolare, lecito attendersi da Di Natale un altro torneo monstre, perché il traguardo dei mondiali non è impossibile (anche se personalmente la ritengo una eventualità assai remota). Peccato per la consueta idiosincrasia alle coppe, un "vulnus" alla bella realtà bianconera che, oltretutto, causa nocumento a tutto il movimento calcistico italico (leggasi ranking Uefa).
VERONA - C'è un che di stuzzicante, in questo Hellas che rivede la Serie A dopo tanto, troppo tempo. Al di là della partenza col botto (le prime giornate di campionato sono spesso inattendibili, sul piano dei verdetti), il materiale per mettersi al sicuro c'è, e si può persino ambire al ruolo di mina vagante. Fra i nuovi il carisma e la generosità di Donati e il gioiello Toni, per il quale l'unica incognita è la tenuta fisica: se rinvia ancora il declino, può portare in dote una messe importante di reti, e col Milan lo ha già dimostrato. Jankovic ha lasciato Genova senza rimpianti, è giocatore tecnico e capace di giocate sopraffine ma anche di lunghissime e irritanti pause: quale versione ne vedremo al Bentegodi? Iturbe è un prospetto di cui da anni si dice un gran bene, agile fantasista tutto da verificare all'impatto col ruvido football nostrano, Donadel un portaborracce che assicura polmoni e sudore. Per il resto, del gruppo che ha portato alla promozione, c'è attesa attorno al totem difensivo Maietta, a un Albertazzi che deve recuperare il tempo perduto, ad Halfredsson e Martinho.
GRIGLIA DI PARTENZA, IN FILA PER QUATTRO - Prima fila (zona scudetto): Juventus, Napoli, Fiorentina, Milan; seconda fila (zona Europa League): Roma, Lazio, Inter, Udinese; terza fila (tranquillità): Atalanta, Parma, Cagliari, Genoa; quarta fila (salvezza senza grossi patemi): Catania, Torino, Sampdoria, Verona; quinta fila (alto rischio): Sassuolo, Bologna, Chievo, Livorno.

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