Il Salento è una terra tutta da scoprire che porta con se un dualismo che solo poche terre possono vantare: da un lato la tradizione marinara fatta di gesti ed usanze legate al mare dall’altra parte i sapori e le fatiche della terra sulla quale intere generazioni di salentini che pur faticando hanno amato più di ogni altra cosa quella stessa terra.La pietra è in queste zone l’elemento che predomina e le radici della tradizione salentina sono talmente profonde da riuscire a penetrare anche la roccia sono basta poi ingegno e spirito di sopravvivenza per far si che la pietra divenisse funzionale come nel caso delle “Pajare”.
Le Pajare sono dei veri e propri capolavori dell’architettura contadina che testimoniano l’abilità di un popolo che ha ereditato dai Messapi questo tipo di costruzione, le Pajare sono dunque delle costruzioni rurali realizzate con la sola tecnica del “muro a secco” ossia uno strepitoso lavoro di incastri delle pietre tenute assieme senza alcun tipo di malta o impasta se non dalla sola forza di gravità.
Aventi la forma tronco-conica o tronco-piramidale sono solitamente visibili nelle campagne esse nascono proprio al fine di dare riparo temporaneo o giornaliero ai contadini che lavoravano gli appezzamenti di terra. Per questo motivo le Pajare sono ritenute il legame più rappresentativo della tradizione contadina; quella della costruzione a secco è una delle tecniche più antiche tramandata in zona di padre in figlio e nonostante lo scorrere dei secoli ha mantenuto quasi intatte le sue caratteristiche unico e solo attrezzo utilizzato un martello particolare che serviva sia per smussare le pietre che per assestarle.
Le Pajare si compongono di un’unica camera senza finestre ma l’elemento particolarmente interessante è la “muraja” un’intercapedine tra il muro esterno e quello interno che una volta riempita di pietrame più piccolo servirà da camera d’aria per le temperature esterne pertanto all’interno della Pajara si ha un’ambiente mite in inverno e fresco in estate. Altro elemento caratteristico di queste strutture rupestri è la scala esterna adiacente alle muraje, esse serviva per i lavori di costruzione e di manutenzione e per seccare fichi, pomodori e peperoni e tutti i prodotti della terra che potevano essere seccati al sole e conservati in inverno senza pericolo si guastassero.
Vi siete domandati perché queste particolari strutture abbiano questo nome? Si ipotizza derivi dal fatto che i contadini che vi alloggiassero dormissero in sacchi pieni di paglia o granturco. Gli “arredi” facenti parte di questo ambiente erano semplici ed essenziali, oggetti necessari alla sussistenza della famiglia contadina che vi alloggiava: lu farsura un tegame di rame stagnato, piatti di terracotta, le “capase” recipienti per l’acqua e le lucerne ad olio necessarie per l’illuminazione.
Questi gli unici elementi a comporre la vita contadina di un tempo, una vita fatta di sacrificio e duro lavoro al quale si alternavano gesti semplice ed infinitamente poetici come quello del mangiare i fichi seccati nella frescura di una Pajara illuminata da una lucerna.