Le parole dell’amica Musa

Creato il 15 marzo 2013 da Cultura Salentina

15 marzo 2013 di Vincenzo D'Aurelio

Poi rriva ddu vientu te pinzieri […]“

le parole della mia amica Musa sono come le gocce di pioggia che, raccogliendosi, divengono rivoli di vita per i campi arsi. Io non so da quale fonte scaturisca tutta quella soavità di parole e non mi spiego come mai io, d’animo misero, sia in grado di leggerle così dentro. Chissà, forse è proprio la natura poetica a volere questo penetrare tra le righe oppure è solo perché la mia Musa conosce il segreto per parlare a questa pietra anonima e stanca. Il parto della Musa deve essere veramente travagliato e poi, mi chiedo, com’è possibile riuscire a vivere tanto intensamente un solo attimo senza farsi scappare i colori, i profumi, il vento, il silenzio, l’angoscia, la gioia … la vita?

La mia Musa prende le parole, le ricopre di miele e le ordina una ad una facendole tenere per mano. A me sembra niente ma poi, quando le scorro, sento di trovarmi tra di esse, fuori dalla fila, capace di sentirle tutte, di ricevere il loro messaggio e di inondarmi così di emozioni. Sento in quel momento la Musa, non la vedo – non è importante – ma è lì e questo è sufficiente. La mia Musa mi parla di lei, vuole celarsi e dirmi quanto basta ma, purtroppo per lei, la mia Musa mi ha insegnato a leggere ciò che nessuna parola, nessuna rima, nessuna musica può trasmettere: l’eleganza e l’armonia di tutto ciò che vive nell’angolo migliore di noi.

Mia cara musAmica partorisci la tua poesia affinché la tua arte mi doni ancora emozioni dolci come cupeta e intense come il profumo di un neonato.

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