le parole sono importanti

Creato il 05 aprile 2011 da Luci

torno a parlare di OGM, stavolta però, più che sul merito della questione in particolare, vorrei provare a soffermarmi sul modo nel quale i giornalisti riescono a rendere una notizia in maniera non neutra, mettendo, mescolati fra i fatti che raccontano, i propri giudizi, le proprie sensazioni e la voglia di colpire il lettore.

la notizia in questione è sul tentativo che hanno fatto in Cina dei ricercatori per inserire nel latte di mucca alcune caratteristiche del latte umano in termini di proprietà nutrizionali.

il titolo del pezzo, di repubblica.it che trovate qui è già abbastanza inquietante:

mucca transgenica dalla cina, può produrre latte umano”

incominciamo dal titolo. intanto l’uso del presente indicativo: nel sottotitolo e nel testo si spiega che siamo agli albori di una tecnologia che, forse, potrebbe arrivare da noi fra circa dieci anni. ma il titolo parla al presente, come se la cosa fosse già in atto. questo crea già il primo senso di ansia in una persona poco informata.

andando più nel dettaglio: nella stessa frase si mette un sostantivo: “mucca”  e un aggettivo: “umano”.

“può produrre latte umano” fa impressione, è forte, una mucca che produce latte umano…

in realtà è, ovviamente, latte di mucca, arricchito con sostanze che lo rendono SIMILE a quello umano. ma una mucca che produce latte umano fa pensare a una chimera mostruosa fra una mucca e una donna, uno scherzo di natura, una violazione dell’ordine naturale delle cose.

e infatti, l’incipit dell’articolo è chiaro:

LONDRA - Un Frankenstein con le corna, la coda e che fa “mouuu”. Una mucca-mamma che produce latte “umano”.

intanto si ricomincia con Frankenstein, il mostro horror creato con i pezzi di cadaveri da uno scienziato che non valuta la portata della sua azione.

la metafora direi che è chiara.

“una mucca-mamma”…

ditemi che non fa impressione?

poche righe dopo, qualche, iniziale spiegazione:

“Le vacche transgeniche hanno lo stesso aspetto di quelle “comuni”. (ma pensa… pensavo assomigliassero a frankenstein…) La differenza sta nel latte che producono, contenente proteine umane come il lisozima, che protegge i neonati dalle infezioni, o la lattoferrina, che rafforza il sistema immunitario. E’ stato inoltre modificato il quantitativo di grasso, aumentandolo di circa il 20 per cento. Insieme ad altre proprietà, la nuova bevanda “potrebbe essere un’alternativa all’allattamento al seno e ai vari latti artificiali che sono spesso criticati perché insufficienti dal punto di vista nutritivo per i bebè”, scrive il Sunday Telegraph di Londra, che ha messo oggi la notizia in prima pagina.” (allora forse è utile?)

il capoverso successivo inizia con “In Cina le regole sui cibi geneticamente modificati sono più permissive che in Europa Ed è lì appunto che i scienziati dei laboratori statali della China Agricultural University hanno introdotto con successo geni umani in circa 300 mucche per produrre latte con le stesse proprietà di quello materno”.

l’aggetivo scelto non è a caso, ancora una volta. la giornalista potrebbe parlare di maggiore libertà di ricerca, se volesse dare un taglio positivo e l’espressione “geni umani” rafforza l’idea del mostro, creato mescolando geni di mucca e pezzi di DNA UMANI, dove li avranno presi? tagliuzzando il DNA di qualche mamma, immagino, visto che in Cina le regole sono più permissive… Mamma li cinesi!

(a leggere l’articolo originale, poi, non trovo da nessuna parte queste 300 mucche)

semmai, quello che verrebbe da chiedere a me sono domande sull’effettiva salute e sull’effettivo benessere degli aminali, in fin dei conti non si tratta di piantine di soia modificata, si tratta di bestie e le bestie hanno il senso del dolore, e possono sentirlo e comunicarlo, ci sono dati in tal senso?

e l’articolo, in fondo, sfiora anche questo, concludendo con un po’ di colore.

Ma in Gran Bretagna, patria di Dolly, la prima pecore clonata, la notizia ha scatenato ferme proteste. “Ci sono milioni di interrogativi sul fatto che il latte di queste mucche sia sicuro per gli esseri umani ed è difficile verificarlo se non si fanno test su larga scala”, commenta Helen Wallace di GeneWatch, un’associazione per il controllo degli sviluppi delle biotecnologie. Esprime dubbi anche la Reale Società per la Protezione degli Animali: “La prole degli animali clonati soffre spesso di gravi problemi di salute, abbiamo veramente bisogno di questo latte per i nostri neonati?”. Anche se poi, quando sono un po’ più grandi, è il latte delle mucche che tutti bevono, dai bambini agli adulti, con i cereali e col cappuccino.”

ecco, sono felice di vedere che non sono l’unica che si preoccupa del benessere degli animali.

ma considerando la frase finale, quella dei cereali e del cappuccino, come pensiamo che siano trattate le comuni bestie da latte?

ps: se qualcuno volesse perdere un po’ di tempo ad approfondire la ricerca, trova l’articolo “vero” degli scienziati cinesi a questo link.


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