C i sono diverse scuole di pensiero che hanno come obiettivo quello di spiegare la vita ma le due più importanti sono la Scienza e la Religione. Però, anche se in apparenza potrebbe sembrare che lavorino con metodi diversi sullo stesso campo e se, compatibilmente con le più intelligenti previsioni, ci si aspetti che pervengano a un risultato diverso nella forma ma non nella sostanza, esse, di fatto, giungono alla stessa tesi: l'uomo.
Com'è che cercando di esaminare la vita si arriva all'uomo? Poichè l'uomo è primo motore di tutto: l'uomo ha il potere di creare la vita attraverso la riproduzione della specie. Tutto giusto, ma questa visione delle cose racchiude tutta la freddezza scientifica e il rigore religioso che estraniano l'uomo e lo rendono, talvolta, alieno dentro il suo stesso mondo, la sua stessa vita.
Vi sembra cinico e spietato? Ci accingiamo a parlare di un romanzo di Michel Houellebecq: che altro vi aspettavate?
Le particelle elementari (titolo originale Les particules élémentaires) è il secondo romanzo arrivato in Italia di Michel Houellebecq, seguito professionale ma non cronologico de L'estensione del dominio della lotta ( del quale abbiamo parlato in un vecchio post) ma allo stesso tempo primo di una immaginaria trilogia di romanzi provocatori insieme a Piattaforma e Sottomettere.
Se, come cantano i Negrita, L'estensione del dominio della lotta era stato per me un toro in mezzo al petto, Le particelle elementari è stato un esercizio di cinismo e rassegnazione: sentimenti che tra l'altro cerco sempre di mitigare anche se in Houellebecq essi portano a una migliore comprensione della sostanza che sta dietro alla forma.
Le particelle elementari è la storia di due fratellastri, Michel e Bruno, figli di una madre hippie e di due padri dal carattere diametralmente opposto, dai quali entrambi hanno preso. Michel è un personaggio che rappresenta la negazione dei sentimenti: è uno scienziato impegnato totalmente nella ricerca di una tecnica che permetta agli esseri viventi di riprodursi senza l'atto sessuale. Bruno è invece un personaggio ossessionato dal sesso che non si fa alcuno scrupolo a degenerare in esempi di onanismo in pubblico, pensieri turpi al limite della pedofilia e ogni sorta di deviazione di tipo carnale (qualcuno ci metterebbe dentro Freud ma non azzardatevi!!).
Di per sé il desiderio è fonte di sofferenza, di odio e di infelicità. La soluzione degli utopisti consiste nell'annientare il desiderio e le sofferenze connesse, organizzandone l'immediata soddisfazione. All'opposto, la società erotico-pubblicitaria in cui viviamo si accanisce a organizzare il desiderio, a svilupparlo fino a dimensoni inaudite: affinché la suddetta società funzioni occorre che il desiderio cresca, si allarghi e divori la vita degli uomini.La contrapposizione tra Michel, che non riesce a provare sentimenti, e Bruno, che invece li confonde con il puro atto sessuale, si rispecchia nelle donne della storia: Christiane e Annabelle. A mio parere i personaggi meglio riusciti del romanzo se non le vincenti assolute di questa storia.
Nella struttura a X che schematizza i rapporti di Michel, Bruno, Christiane e Annabelle si notano delle somiglianze tra personaggi opposti: Christiane che è la donna di Bruno rispecchia l'atteggiamento sentimentale freddo e distaccato di Michael, Annabelle, da par suo, meccanizza i sentimenti e li riduce a puro piacere fisico perchè si strugge per Michel. La vita ha giocato un brutto scherzo a questi quattro personaggi e Houellebecq è davvero spietato nel delineare le vicende che li legano.
Le particelle elementari ha una costruizione stilistica molto particolare con dei momenti di narrazione intervallati da dialoghi sulla metafisica e la filosofia oppure con dissertazioni scientifiche che creano quella rigida freddezza che serve per mantenere, almeno nella prima parte del romanzo, un distacco quasi rispettoso nei confronti dei personaggi. E' però nella seconda parte che i toni si smussano, che i sentimenti mettono in campo tutta la loro forza e così l'incrollabile cinismo di Bruno viene mitigato dalla praticità emotiva di Christiane mentre il distacco sentimentale di Michel vacillerà di fronte alla forza di Annabelle.
Così Houellebecq descrive infine il rapporto tra Michel e Annabelle.
Situata, grazie alla sua bellezza, all'epicentro di quel movimento di liberazione dei costumi che ne aveva caratterizzato la gioventù, ne aveva sofferto in maniera particolarmente intensa. Situato, grazie alla sua indifferenza, ai margini di tale movimento, lui ne era stato colpito solo superficialmente.Di più, mio malgrado, non posso dire per non spoilerare la fine del libro però posso parlarvi, sempre mio malgrado, del film che ne è stato tratto nel 2006 per la regia di Oskar Roehler.
In casi come questo bisognerebbe avvertire lo spettatore che si troverà di fronte a un film "liberamente" tratto da un'opera letteraria poichè se anche Le particelle elementari (film) è ben girato, ben interpretato e nel complesso piuttosto autoconclusivo, esso si discosta talmente tanto da Le particelle elementari (romanzo) da stravolgere il senso della storia.
Rimane comunque un ottimo film.
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