Le persone orribili pensano che avere un figlio sia come avere un gatto

Creato il 08 gennaio 2012 da Taccodieci @Taccodieci

Guardo la gatta, ospite da noi per qualche giorno. La scema si sta rincorrendo la coda sul letto, come se non sapesse che quella cordicella pelosa fa parte del suo stesso corpo.
Che sia al suo pelo che sono inspiegabilmente allergica? Ma soprattutto penso a quanto sia bella la vita del gatto ed a quanto siano belli i gatti.
Mi piacerebbe avere un gatto, mi piacerebbe proprio.
All'inizio pensai di prenderne uno, ma poi ho feci altre considerazioni. La povera bestiola sarebbe rimasta a casa tutto il giorno da sola, a fare due chiacchiere con se stessa, in attesa del nostro ritorno dal lavoro. Solo durante il fine settimana avrebbe potuto sentire che noi saremmo stati qui e avrebbe potuto sentirsi parte di una comunità più ampia che non quella formata, appunto, da se stessa.
Giudicai la cosa una enorme crudeltà nei confronti del piccolo essere peloso ed archiviai la faccenda.
Qualche sera fa vado a trovare la mia amica, che attualmente sta aspettando un bambino.
Dal momento che sono bravissima a farmi paranoie da sola, senza che qualcuno debba aiutarmi in alcun modo, fantastico a come sarebbe la mia vita se i ruoli della mia amica e il mio fossero invertiti.
Io sono quella che va alle feste, che torna a casa quando vuole, mangia solo se ha fame (e decisamente troppe schifezze), indossa tacchi anche per andare al gabinetto ed in generale si diverte. Lei è quella che sta aspettando un figlio e che mi fa notare come, con molta crudeltà, i libri sulla gravidanza che sta leggendo le suggeriscano di mettere da parte la propria libertà personale per, diciamo, i prossimi vent'anni (lo dice veramente il libro di Kaz Cooke, "il bello del pancione").
Se i ruoi fosserto invertiti lei andrebbe alle feste, non metterebbe i tacchi perchè non è sua abitudine, ed io sarei quella che dovrebbe rinunciare alla propria libertà personale.
Mi chiedo a quale persona sana di mente possa passare per l'anticamera del cervello di rinunciare alla propria libertà personale ed al controllo sul proprio corpo.
Ops, ho pensato un pensiero orribile!
Perchè questo è un pensiero orribile, vero? Perchè i bambini sono frugoletti che portano gioia e felicità nelle case, pur sbavando, piangendo tutte le notti, rendendoci degli informi dispenser di latte con le occhiaie.
Ops, ho pensato un altro pensiero orribile!
Forse sono una persona orribile fatta e finita.
Poi penso anche che, se fossi al posto della mia amica, come minimo dovrei tornare al lavoro prima di subito.
In parole povere, dovrei prendere un paio d'ore di permesso, giusto il tempo per partorire, fare una foto al frugoletto e poi dovrei tornare alla scrivania. Magari in tailleur e tutta tirata per una riunione importante.
Non che io voglia questo, semplicemente dovrei farlo o il frugoletto e family si troverebbero in men che non si dica a mangiare alle cucine popolari.
Dovrei lavorare tanto, fare straordinari. Probabilmente dovrei spedire il latte materno dall'ufficio a casa con la FedEx.
Il frugolo dovrebbe avere una baby sitter, andare all'asilo "per socializzare fin da piccolissimo" (e non per lasciare a me la giornata libera per lavorare, sia mai che il mio fine non sia educativo) e trascorrerebbe con i gentiori giusto il tempo di cenare e di filare a letto.
Forse gli racconterei la favola della buonanotte, o forse lui mi accarezzerebbe la testa, preso da pietà, dopo che sono stramazzata di stanchezza sul bordo della sua culletta.
Durante il weekend la situazione non migliorerebbe di molto. Sarei fisicamente a casa, ma dovrei pulire, lavare, stirare e darmi a tutti i piacevolissimi hobby che piuttosto vorrei avere la cistite e che già ora mi occupano tutta la giornata del sabato. Tempo a disposizione per il frugolo zero, a meno di non ammalarci tutti di qualche malattia dovuta a condizioni igieniche pietose, tipo la scabbia, nel giro di un paio di settimane.
Se il tempo per lui sarebbe nullo, lo sarebbe ancora di più quello per me ed FF.
Vita coniugale dispersa tra pappe e rigurgiti, stanchezza arretrata come il debito pubblico. Feste? Non per i prossimi vent'anni. Tacchi? Ma chi voglio prendere in giro. Cenetta romantica? Al volo, giusto durante i Teletubbies.
Immagino che ci sia, comunque, una motivazione che spinge le persone ad avere figli, che pure, intendiamoci, so che desidero (non chiedetemi come o perchè, lo so e basta).
So che ci deve essere una ragione profondissima, così profonda che noi stessi ignoriamo, per sacrificare i propri diritti civili sull'altare di una nuova vita, seppure in questo mondo spostato.
Poi guardo il gatto, però, e penso che, se la privazione delle mie libertà personali, in un momento di follia, è una scelta che potrei anche fare (sperando che il mio istinto materno sbuchi fuori dal cilindro giusto in tempo per salvarmi in extremis), avere un bambino potrebbe per certi versi essere paragonabile all'avere un gatto in giro per casa.
Avere un gatto è stata una faccenda archiviata per rispetto nei confronti del genere felino. Non abbiamo un gatto per non costringere un essere peloso a starsene tutto il giorno in un appartamento, senza potersi fare le unghie su nulla, a rincorrersi la coda come un deficiente.
Avere un figlio e poi affidarlo a nonne, baby sitter o spedirlo all'asilo mi sembra una situazione analoga.
Io posso decidere per me stessa, posso io decidere di privare me medesima delle mie libertà, ma posso decidere di privare un bambino della propria famiglia?
I bambini sono esseri meravigliosi, nonostante il vomito, le coliche ed il fatto che per venire al mondo devono devastarti fisicamente, e sono sicura che per qualche inspiegabile ragione un figlio potrebbe addirittura voler bene a due genitori visti quasi solo in una fotografia.
Mi chiedo se sia capacità di amore, invece, quello con cui io ricambierei.
La Redazione

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