Hanno quindi scoperto che, in entrambe le indagini, gli americani religiosi hanno effettivamente meno probabilità, rispetto al resto della popolazione, di sostenere la tortura (ad esempio in caso di terrorismo o di fallimento di altri metodi ecc..). I ricercatori hanno però trovato altro. L’interesse politico delle persone religiose è frequentemente rivolto ad esponenti conservatori, e questi hanno molta probabilità di promuovere la tortura. Il risultato è che la persona religiosa (cristiana, prevalentemente) tende direttamente ad opporsi alla tortura ma, indirettamente, la sostiene attraverso la preferenza verso la politica conservatrice. Insomma, concludono, la religione è più probabilmente legata a opinioni conservatrici e opinioni conservatrici hanno più probabilità di essere legati al sostegno per la tortura. Il rapporto è rappresentato dal grafico qui sopra.
In realtà questo sostegno indiretto appare abbastanza discutibile poiché la scelta politica si basa su molteplici motivazioni e non si può limitare al “pro o contro tortura”. Sia l’adesione religiosa che quella politica sono scelte complesse che non possono essere definite entro conclusioni sbrigative.