Le Phantomè de l’Opèra Garnier

Creato il 16 settembre 2011 da Ilovegreen @ilovegreen_blog


Un fantasma, una nuvola, un corpo etereo, immateriale che si insinua tra gli spazi e gli elementi esistenti non toccandoli mai, quasi da definire un vascello scivolato sotto la cupola: è il nuovo intervento dell’archistar francese Odile Decq, già nota al pubblico per il Museo Macro di Roma; il ristorante ospitato all’interno del Teatro dell’Opèrà a Parigi nasce da vincoli ben precisi: impossibile toccare i muri, i pilastri e le volte e garantire la totale reversibilità dell intervento nel tempo e, per quanto visto, c’è da dire che le regole vengono rispettate con precisione mediante l’utilizzo di vetrate che chiudono il prospetto Est e seguono silenziosamente l’andamento curvilineo delle facciate; ma dove la Decq raggiunge il massimo sforzo compositivo è nell’ideazione di un mezzanino che aggredisce lo spazio interno in modo leggero senza mai sfiorarlo; tale struttura sinuosa è modellata in gesso e dotata di un’anima metallica, prefabbricata per sezioni verticali e successivamente assemblate in sito. Si tratta di un volume galleggiante che valorizza la struttura e che riesce a dialogare perfettamente con essa grazie anche alla scelta del bianco che non invade neanche da un punto di vista cromatico cosa che invece accade all’interno dove trionfa il rosso, colore caro alla nostra archistar. Restano da valutare solo i prezzi dei piatti  ma sarà sicuramente divertente gustare una deliziosa ratatouille in uno degli edifici storici più tutelati in cui si insinua un pezzo di architettura contemporanea ben riuscito.


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