Col tempo, poi, le mele rosse e lucide sono diventate palle luccicanti e multicolori, mentre all'albero sono state aggiunte candele e più tardi luci elettriche, a indicare la luminosità spirituale della notte di Betlemme. È dunque un errore sostenere che l’albero sarebbe un simbolo «meno cristiano» del presepe, solo perché è molto usato nei Paesi nordici: invece, se viene spiegato secondo la sua origine e il suo significato, è anch'esso un segno importante di Cristo, albero luminoso che offre al mondo i frutti del bene.
Una leggenda racconta di una bimba messicana povera che non aveva soldi per procurarsi fiori belli da portare in dono a Gesù Bambino, come avrebbero fatto i suoi compagni, la sera della vigilia di Natale. Decise, allora, di raccogliere delle erbe lungo la strada e di farne un mazzetto legato dal nastro rosso che aveva tra i capelli. Quando lo depose in Chiesa, ai piedi della statua di Gesù Bambino, una delle sue lacrime cadde in quell'umile mazzetto che si trasformò in una pianta rigogliosa con foglie rosse e verdi, da quel momento ribattezzata “Flores de la Noche buona”.
Nel Medioevo le bacche e le punte aguzze furono invece interpretate come gocce di sangue nate da una corona di spine, ovvero un’anticipazione della morte di Cristo in croce: come se la natura, facendo fiorire l’agrifoglio proprio a Natale, avesse voluto mandare agli uomini un chiaro messaggio sul destino di quel tenero e innocente Bambino appena nato a Betlemme.
FONTE: Popotus del 9 dicembre 2014