Le poesie del mercoledì: Harlan Sewall [Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters]

Creato il 29 gennaio 2014 da Lafenice

Non appena iniziai a parlare anche di libri sul Diario, creai una piccola rubrica a cadenza settimanale, "Le Poesie del Mercoledì" dove proponevo le poesie che, di settimana in settimana, mi capitava di incontrare. La rubrica è caduta in disuso, un pò a causa dei tanti impegni, un pò per pigrizia della sottoscritta. Ho deciso di - provare - riportarla in vita.
Quale modo migliore per tornare in pista se non proporre una poesia tratta dall'Antologia di Spoon River?
Antologia di Spoon River
Chi può dire di aver mai raccontato con assoluta e disarmante sincerità la propria vita, i propri vizi ed i propri peccati, ad un estraneo? Come potreste non aver paura.. paura di rivelare ciò che si nasconde nell'ombra delle vostre vite, del giudizio di chi vi sta di fronte, di vedere i vostri segreti sbandierati ai quattro venti o.. tra le righe di un libro di poesie? è proprio quello che accadde ai cittadini di una piccola cittadina dell'Illinois quando, leggendo il Reedy's Mirror di Saint Louis, scoprirono tutta una serie di poesie scritte da tale avvocato scrittore Edgar Lee Masters, loro concittadino. Quelle poesie raccontavano in versi un mondo così familiare, così vicino a loro.. forse perché Masters aveva rubato le loro vite donandole ai morti del suo Spoon River. Dopotutto è risaputo, cos'ha da perdere un morto? Perché non dovrebbe raccontare candidamente e apertamente la propria vita, la propria esperienza, il proprio dolore? Ecco che la sincerità, utopia per il mondo dei vivi, diventa parte fondante dell'universo dei morti di Spoon River.
Oggi ho deciso di pubblicare la poesia/epitaffio n°191: Harlan Sewall.
191. Harlan Sewall
Tu non hai mai compreso, o sconosciuto,
perché ripagassi
la tua devota amicizia e le squisite attenzioni
prima con più rari ringraziamenti,
poi sfuggendo sempre più la tua presenza,
per non essere costretto a ringraziarti,
e infine col silenzio che seguì
alla nostra separazione finale.
Tu avevi curato la mia anima malata. Ma per curarla
avevi visto il mio male, conosciuto il mio segreto,
ecco perché ti fuggivo.
Infatti quando il corpo risorge dal dolore
non si cesserebbe mai di baciare la mano sollecita
che ci ha dato l’assenzio, pur rabbrividendo
al pensiero dell’assenzio,
ma la cura di un’anima è altra cosa,
perché allora vorremmo cancellare dal ricordo
le parole sommesse, gli sguardi indiscreti,
e restare per sempre dimentichi,
non tanto del dolore,
quanto della mano che l’ha sanato.
191. Harlan Sewall
You never understood, O unknown one, Why it was I repaid Your devoted friendship and delicate ministrations First with diminished thanks, Afterward by gradually withdrawing my presence from you, So that I might not be compelled to thank you, And then with silence which followed upon Our final Separation. You had cured my diseased soul. But to cure it You saw my disease, you knew my secret, And that is why I fled from you. For though when our bodies rise from pain We kiss forever the watchful hands That gave us wormwood, while we shudder For thinking of the wormwood, A soul that’s cured is a different matter, For there we’d blot from memory The soft-toned words, the searching eyes, And stand forever oblivious, Not so much of the sorrow itself As of the hand that healed it.


Ci sono libri, poesie, canzoni che sembrano parlare di noi o, comunque, sembrano sussurrare alla nostra anima qualcosa, qualcosa che soltanto la nostra sensibilità è in grado di comprendere, qualcosa che pare scritto - grazie ad una perfetta congiunzione tra caso, caos e destino - proprio per noi, proprio per farci comprendere qualcosa o per dare un nome - ed un significato, magari - a ciò che ci accade normalmente. Questo è ciò che mi è accaduto con Harlan Sewall di Masters. Mi ha permesso di dare un nome alla separazione, parlando ogni volta che i miei occhi la leggono, alla mia anima. Ecco che non è più questione di gusti, di soggettivo "piacere o meno". é questione di.. metafisica, ecco. 
Che dirvi amici: amo questa poesia. E voi, cosa ne pensate? Avete letto l'antologia di Spoon River? Fatemi sapere e.. buona giornata a tutti, amici!

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