Siena, cinta da vecchie mura, con le sue antiche porte, che un granduca toscano voleva chiudere, perchè considerava i senesi pazzi…Così narra la leggenda, per fortuna questo “manicomio” a cielo aperto, non è mai stato fatto.
Dopo la prima cinta muraria interna che vede “Porta all’Arco”, le “Due Porte”, “Porta Giustizia” , “Porta Salaria” ecc…, tra la metà del tredicesimo secolo e quello successivo, furono ampliate le mura che vedete tuttora intorno alla città del Palio.
La PORTA OVILE, oggi nel territorio della Contrada del Bruco veniva utilizzata per il passaggio dei greggi, PORTA PISPINI, nella Contrada del Nicchio, con il suo imponente torrione da cui partono le strade Aretina e Lauretana. PORTA ROMANA, porta di accesso alla Contrada di Valdimontone, che i pellegrini attraversavano e ancora oggi attraversano per riprendere la Via Francigena verso il sepolcro di Pietro a Roma. La PORTA TUFI, varco alla Contrada della Tartuca, e la PORTA SAN MARCO, nel territorio della Contrda della Chiocciola, si aprono ancora oggi verso la Maremma. La PORTA LATERINA nella Contrada della Pantera, conduce al poggio Rosaio, adibito alla fine del 1700 a cimitero cittadino. La PORTA DI FONTEBRANDA, semplice e rigorosa nella sua architettura, nella Contrada dell’Oca, si apriva sul piano della Vetrice, dove si teneva il mercato dei suini. Infine PORTA CAMOLLIA, preceduta dall’ANTIPORTO, nella Contrada dell’Istrice, la più difesa delle porte, l’estremo baluardo contro i fiorentini…
E poi a Siena ci sono LE FONTI…, ma questa è un altra storia…