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Le Posizioni Percettive: un Segreto per Parlare in Pubblico in modo Efficace.

Da Simor @SimoneMoroni1

posizioni percettiveNon vediamo le cose come sono, ma vediamo le cose come siamo. -Anais Nin-

Questo aforismo descrive bene il concetto che il pnl viene chiamato “la mappa non è il territorio”. La nostra mappa interna non è il territorio, inteso come mondo esterno, è piuttosto un modello all’interno del quale scegliamo e agiamo. Di ogni evento abbiamo ricordi, interpretazioni e rappresentazioni interne del tutto soggettive. In pratica, c’è una distanza enorme tra il mondo che viviamo e l’esperienza che ognuno ne fa individualmente.

Mettersi realmente nei panni degli altri è una capacità molto utile e da sviluppare per parlare in pubblico in maniera efficace. Infatti mettersi nei panni del singolo partecipante, dell’intero uditorio o addirittura di un osservatore esterno, ti permette di capire meglio cosa accade, come ci si sente e quale sia la cosa migliore da fare in quel preciso istante.

La domanda chiave che devi sempre farti per tenere orientato il focus anche all’esterno (oltre che su te stesso), è: “Che penserei io, in questo momento, se fossi al loro posto?” O anche: “Come mi sentirei io al posto loro in questo momento?”.

Tieni in considerazione aspetti ambientali, come temperatura, luce, spazio e gli stati d’animo come perplessità, stanchezza, scetticismo e tutto ciò che ti viene in mente. Con l’osservazione continua, puoi metterti continuamente nei panni dell’uditorio e capire quando il clima ha bisogno di essere guidato verso una direzione diversa. Quando fai questo, l’empatia è immediata.

Questa capacità di spostarti dal tuo punto di vista a quello del singolo, dell’uditorio o di un osservatore esterno, ti permette di comprendere all’istante cosa dire e cosa fare affinché l’uditorio capisca subito che sai quello che sta provando, creandosi così immediata empatia tra di voi.

Ecco perché voglio parlarti delle posizioni percettive, il termine che usa la Pnl per rappresentare i vari punti di vista da cui si osserva la vita. Anche quando ti ritrovi a parlare in pubblico in una situazione difficile o particolarmente ostica, vedendola e affrontandola da un altro punto di vista, potresti uscirne con relativa facilità.

Esistono 3 posizioni percettive:

  1. Te stesso: il tuo punto di vista da relatore: cosa vedono i tuoi occhi? Che cosa provi? Cosa ti dici? Sei in contatto con le tue emozioni, pensieri, convinzioni, valori. Affrontare la situazione da questa posizione ti fa essere molto centrato su te stesso. Questo può accrescere la tua leadership, il tuo potere personale e condurti più velocemente ai tuoi obiettivi. Però limita le possibilità di arricchirti di nuovi punti di vista, ed abbassa la capacità di creare empatia con gli altri e di ascoltare con interesse sincero.
  2. Il tuo interlocutore: questa posizione implica I’immedesimarsi nei panni altrui e guardare la situazione con gli occhi del partecipante. Puoi riuscirci con l’abile uso di domande e poi ascoltando attentamente. Questo porta al dialogo e ad una relazione efficace. Che cosa vede? Cosa prova? Che cosa vorrebbe ascoltare da te? Cosa si aspetta? Percepisci le cose “come se” fossi l’altro. E’ il modo migliore per creare empatia. Spostare temporaneamente il tuo punto di vista, ti permette di raccogliere informazioni o esigenze del tuo uditorio che spesso sfuggono. Attenzione però: mettendosi troppo a lungo e troppo spesso “nei panni dell’altro”, si rischia di perdere di vista i bisogni, le esigenze e gli obiettivi dell’intervento e di farsi portare “a spasso” dal gruppo.
  3. Esterno: Implica il guardare tutta la situazione ed il contesto, compresi te stesso ed il tuo uditorio, come se fossi un osservatore esterno. Come osservatore imparziale, che cosa vedi? Che cosa provi? Come vorresti che andassero le cose? Questa è la posizione ideale per risolvere conflitti o situazioni di contrasto, perché distaccata ed obiettiva. Si notano sfaccettature invisibili alle altre due posizioni. Grazie alla minore emotività e coinvolgimento, si percepisce meglio l’equilibrio o lo squilibrio dei comportamenti degli interlocutori (te incluso). E si torna a guardare le cose con nuove risorse che difficilmente avresti trovato rimanendo nella tua posizione.

Il segreto di un bravo oratore è quello di spostarsi flessibilmente da un punto di vista ad un altro, invece di passare troppo tempo a vedere “il mondo” solo dal proprio. Quando ti trovi a parlare in pubblico è importante che sviluppi l’abilità di spostarti in una posizione percettiva dissociata da te stesso. Questo ti permetterà di osservare la presentazione con altri occhi, senza troppi coinvolgimenti emozionali ed in uno stato d’animo più sereno.

E’ un ottimo modo per vincere la paura di parlare in pubblico e per rendere la tua presentazione più coinvolgente e persuasiva.

Per il momento è tutto. A presto.

Simone.

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