Ho trascorso la settimana di ballottaggio presidenziale in un Villaggio sul Nilo, con impossibilita’ di collegamento alla rete e all’internet, tra mucche e canne da zucchero, lontana dalla modernita’ e tecnologia. Ho continuato pero’ a scrivere i miei post che pubblico tutti insieme qui.
Domenica 17.06.2012 “Alla Rivoluzione non si sfugge” Sta terminando oggi la seconda delle due giornate di ballottaggio tra il Dr. Morsy dei Fratelli (non) Mussulmani e il signor Shafik, candidato militare dell’ex Regime. Due giornate finora tranquille, senza particolari incidenti tranne le continue discussioni anche ai seggi tra i supporter dei due candidati.
Non vi scrivo dal Cairo, stavolta. Mi trovo a circa 100 Km da Luxor, nel Sud dell’Egitto, in un bel villaggio sul Nilo chiamato Abadeya. Quest’ultimo e’ una delle destinazioni preferite dei miei viaggi responsabili in Egitto(un mio video qui), e con mio marito abbiamo scelto di andare proprio in questi giorni, dopo un’assenza di quasi 2 anni, per sfuggire temporaneamente alla Rivoluzione, allo stress della capitale, alle continue polemiche in cui inevitabilmente ci troviamo aggrovigliati in qualsiasi punto del Cairo ci troviamo.
Ci sbagliavamo pero’, perche’ alla Rivoluzione non si sfugge.
Durante la tratta in treno dal Cairo alla stazione vicina al Villaggio, ho assistito a scene che, si sperava non dover piu’ vedere. O almeno finche’ Shafik non sara’ proclamato Presidente. Per disgraziato caso siamo capitati nel vagone in cui si trovavano almeno 3 poliziotti in borghese armati che, mi ha spiegato poi mio marito, servono a garantire la tranquillita’ nel treno in caso di problemi. Dopo aver beccato diversi ragazzi senza biglietto, ed averli spintonati e sgridati in maniera incivile, alla richiesta di una vecchietta di oltre 70 anni di potersi sedere, i poliziotti in questione l’hanno fatta rimanere in piedi per ben 5 ore, accanto a loro, finche’ giunti a destinazione si sarebbero alzati.
Alcune donne della casa in cui ci troviamo sono corse fuori all’appuntamento con l’auto per andare a votare, affermando che “senza questo servizio non saremmo andate”. Qui ad Abadeya l’ 80% della popolazione ha votato Morsy , il resto ha preferito Shafik, e si tratta sopratutto di cittadini appartenenti alla Comunita’ Copta locale.
Gia’ da stanotte si potra’ avere un’idea approssimativa di chi governera’ di nuovo questo Paese.
Anche se dopo i fatti accaduti negli ultimi giorni, a mio parere, tutto porta ad aspettarci un nuovo Stato Militare.
Giovedi’ scorso, come sicuramente saprete gia’, e’ stato sciolto il Parlamento , con grande gioia dei sostenitori di Shafik che si sono riversati nelle strade del Cairo ed Alessandria d’Egitto a suonare clacson a festa ed ha distribuire presentazioni video in cd e foto del candidato a chiunque passasse per la strada.
Questa decisione dello SCAF fara’ si che esso diventi uno Stato sopra lo stato, con leggi apposite e misure protettive nonche’ potere decisionale. Inoltre la nuova costituzione sara’ costruita sulla base di chi vincera’ le elezioni. Ovvero se sara’ Shafik il nuovo Presidente ci troveremmo in una Repubblica PRESIDENZIALE. Se ha vincere sara’ Morsy vivremmo in una Repubblica PARLAMENTARE. Infine e’ rientrato praticamente in vigore lo Stato di emergenza, per cui qualsiasi civile potra’ essere arrestato dai militari in qualsiasi momento senza prove (la scusa ufficiale e’ che “ci troviamo difronte dei possibili disordini ed e’ necessario aiutare la Polizia ordinaria incapace di contenere e controllare questo Paese”)
Intanto Shafik sta preparando il suo terreno. Ha accusato i Fratelli (non) Mussulmani di aver organizzato l’assalto dei cammelli in Piazza Tahrir del 02 Febbraio 2011,( nonostante furono proprio I cammellari stessi ad ammettere di essere stati pagati da membri dell’ex partito di Moubarak )e si sta indagando a tal proposito. E sta provando ad accusare sempre i Fratelli (non) Mussulmani di aver ordinato o assoldato tiratori scelti per uccidere i manifestanti in Piazza il 28 e 29 Gennaio, visto che nessun Capo di Polizia e’ risultato colpevole di questo reato lo scorso 02 Giugno durante la sentenza di Moubarak.
Di una cosa dobbiamo essere certi, al 100%, se Shafik va al potere non solo ci troveremmo difronte “alla piu’ buia dittatoria della storia egiziana” – come ha affermato El Baradey, ma non sentiremmo piu’ parlare dei Fratelli (non) Mussulmani. E del primo Parlamento egiziano scelto dal Popolo avremmo sbiaditi ricordi. Oltre i pacchetti legge mai esistiti ma sbandierati da tutti i media (rapporto d’addio, matrimonio legale per le 12 enni, divieto di studi superiori per le donne) nessuno si ricordera’ mai che qualcosa di buono, in fondo e’ stato fatto. E’ stata eliminata la tassa sulle case di proprieta’. E’ stato eliminato un anno di scuola superiore per diminuire le spese delle lezioni private (obbligatorie) che dovevano per forza sostenere le famiglie meno agiate. E’ stata approvata la legge che ha impedito di processare i civili in tribunali militari. E’ stata resa obbligatoria l’assunzione a tempo indeterminato nei contratti a tempo detrminato che si prolungavano per un determinato periodo. Insomma, in tutto il male, per correttezza e’ anche giusto parlar del bene.
Siamo ormai alla resa dei conti. Ci si chiede davanti a chi prestera’ giuramento il nuovo Presidente: la Corte Costituzionale oppure lo SCAF? Io non ho votato, ed in moltissimi hanno preso la mia stessa decisione. Mi auguro invece che chi si e’ presentato alle urne ieri ed oggi lo abbia fatto in maniera indipendente e consapovele, con una mano sul cuore ed una sul cervello.
18.06.2012 Tutti sorridono e nessuno si lamenta Abbiamo trascorso la notte mangiando mango acerbo difronte la televisione, tra ElJezeera, El Arabeya, Canale Tahrir, Nile News e tante altre emittenti. Il Dr. Morsy sta vincendo, per il momento e’ lui il probabile vincitore. Ma nulla e’ certo, i risultati non sono ufficiali, e la differenza tra i due e’, finora pochissima. Tutto il Sud dell’Egitto, tranne Luxor, ha votato per Morsy. Sono molto sorpresa di questo risultato. Anche se qui chiunque lo sostiene, pensavo che il restante Sud puntasse per Shafik, protettore dei diritti della malavita (ne parlammo qui). “E’ una questione di principio”, mi spiegano nel Villaggio, “dopo tutto questo tempo qualcosa deve cambiare, e l’unico cambiamento che abbiamo davanti e’ Morsy”. Come e’ bello qui discutere senza litigare, con una calma e tranquillita’ che in nessun altro luogo dell’Egitto ho mai provato. Le donne che conosco sono andate tutte a votare e stamani esultano per la probabile vincita di Morsy. Alla mia domanda “perche’ lo avete votato”, mi rispondono che “meglio lui che quei mostri amici di Moubarak” e capisco che se anche non se ne intendono un gran che di politica, l’importante per loro sono i fatti. E questi, al tempo di Moubarak sono sempre andati male. Pensate solo che in questo Villaggio, uno dei tanti nella stessa situazione, la gente e’ obbligata a bruciare l’immondizia dentro i porticati di casa perche’ non c’e’ servizio di raccolta di spazzatura. A volte, molte famiglie utilizzano l’immondizia per accendere i fuochi dei forni di terracotta dove poi viene cotto il famoso pane della zona, il pane “Shams” (sole). Pensate che qui e’ difficilissimo parlare al cellulare, perche’ la zona non e’ coperta di rete e non si ricordano piu’ da quanto tempo i fili dei telefoni fissi del Villaggio sono stati rubati rendendo anche la rete telefonica fissa inagibile. L’estate qui non c’e’ acqua per quasi tutto il tempo, e le famiglie che possono permetterselo hanno installato in casa dei motori elettrici per aumentare la pressione dell'acqua. L'elettricita’, sopratutto in estate, a volte manca per giorni, cosi’ queste persone rimangono senza ventilatori ed acqua ad una temperatura che il giorno tocca anche i 45 gradi all’ombra. L’inverno scorso, dopo due giorni di pioggia, qui sono rimasti 6 giorni senza elettricita’ con le strade allagate e senza possibilita’ di comunicazione. E questo, dicono, accade ogni anno da sempre. Per l’assenza di fognature nessuno usa o possiede una lavatrice automatica. I panni o si lavano a mano oppure nella lavatrice mezza automatica, dove comunque meta’ ciclo di lavaggio e’ fatto a mano. E nonostante tutto, nessuno si lamenta troppo, tutti ridono e ti offrono anche l’anima. La gente umile, quella che sopravvive ogni giorno a problemi che perfino al Cairo sono considerati di un’altro mondo, cerca solo risultati concreti e la possibilita’ di avere poche di quelle che ormai noi consideriamo “normalita” e “quotidianeita”.
Speriamo che il nuovo Egitto, se mai ci sara’, si accorga di tutte queste persone che in questo Paese ci vivono senza lasciare la minima traccia.
19.06.2012 Piazza Tahrir vs SCAF A Piazza Tahrir la gente aumenta ogni giorno di piu', ogni giorno al calar del sole la Piazza si rimpie. Mentre vi scrivo ci sono piu’ di un milione di persone in Piazza della liberazione ed anche se c’e’ chi esulta per la probabile vittoria di Morsy, l’argomento principale e’ lo SCAF. Da quando il Parlamento e’ stato sciolto, per quest’ultimo sono previsti poteri decisionali pari e piu' forti di quelli del futuro Presidente e nulla fa prevedere che la Giunta Militare pensi lontanamente a lasciare il potere. Giovedi' sapremo di che dittatura morira' la Rivoluzione. Intanto Moubarak sta nuovamente morendo, questa volta sembra di un ictus celebrale. Sara' vero o forse in combutta con i suoi medici cerca semplicemente una scusa per farsi trasferire all'ospedale militare che si trova davanti il Nilo tra alberi in fiore in uno dei quartieri piu' belli del Cairo?? Si susseguono le "isheeat" o meglio le notizie non confermate che in pochi minuti rimbalzano sulla rete. Si parla di una probabile ricomposizione del Parlamento, dello scioglimento del Partito "Liberta' e Giustizia" del gruppo dei Fratelli (non) Mussulmani, di imbrogli ed elezioni truccate, di carte di identita' false stampate per votare Shafik e nuovamente si parla di militari e poliziotti infiltrati tra gli elettori. Qui al Villaggio, dopo aver chiuso la tv, ci si dimentica della Rivoluzione. Passivamente il risultato e' nei pensieri di tutti, ma attivamente le menti sono occupate con i problemi della vita di tutti i giorni.