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Le Primarie da Roma in giù e la necessità di una legge elettorale federalista.

Creato il 25 gennaio 2011 da Cristiana

Le Primarie da Roma in giù e la necessità di una legge elettorale federalista.Ieri mattina sembravo la solita rompiscatole, quando dicevo sommessamente (da sotto le coperte con la febbre e dopo aver letto l’ansa delle primarie) che delle primarie da Roma in giù non mi fido.

Qui, Civati.

Qui, Repubblica.

Non mi fido dei capibastone locali di luoghi in cui il PD perde (da tanto o da un pò) che fanno collezione di preferenze personali. Non mi fido di Frosinone. Non mi fido di Latina. E giù dicendo.

Non si tratta di PD. Si tratta di qualsiasi partito. Dell’IDV che al SUD per vivere si allea con qualche ex trombato locale di dubbia etica  (vedi Scilipoti) come anche del resto del centro sinistra. Rifondazione esclusa che non ha più nulla da offrire.

La Puglia fa scuola a parte. In Puglia si è combattuto un duello (per ben due volte) che aveva dimensione nazionale. Un Vendola contro D’Alema che proprio grazie a D’Alema ha avuto dimensione mediatica, talmente alta da condurre tanto voto di opinione a votare, quel voto che quando c’è ammazza il voto di scambio e quello cammellato. Analizzerei le proporzioni dei votanti alle primarie in Puglia sui voti del centro sinistra e farei lo stesso con Latina e Napoli. Sono certa ne verrebbero fuori cose interessanti.

C’è qualche giornalista che ha voglia di fare un paio di conti?

Se proprio dovessi dire come la penso quando facciamo la riforma elettorale, lascerei il proporzionale da Roma in giù perché  mi fiderei di più di qualsiasi segretario (parlo di noi, ovviamente, non di Berlusconi) che della popolazione del sud. Lo dico da siciliana. Ma finché al sud c’è la fame e la disoccupazione e manca l’acqua e non ci sono strade eccetera, eccetera, eccetera e lo Stato è assente, parte degli abitanti del sud faranno ad arrangiarsi come possono e a vendere il voto (quella parte che poi determina il quid di chi vince e di chi perde alle elezioni politiche).

C’è una questione meridionale grande come una casa. Al nord possiamo tendere ad un maggioritario.

Eh, già. Questo è quello che penso.

Chiudo con la chiosa di Repubblica e le parole di Rosa Russo Iervolino, donna ex DC che ho imparato ad amare (incredibile, ma vero, altro che Silvia Costa) all’ultimo Pride di Napoli:

Cozzolino scalpitò per fare il vicesindaco nella seconda consiliatura di Rosa Russo Iervolino, ma la signora dell´ex Dc, solitamente conciliante, gli disse no e si impuntò. Con un´argomentazione non rigettabile: la moglie di Cozzolino, appartiene ad una famiglia di costruttori, finita in controversie giudiziarie.«Se ho una causa con loro o un parere da chiedere, cosa faccio, chiedo al mio vicesindaco di astenersi?».


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