Il momento - L'avvilente spedizione sudafricana, segnata dalla doppietta di Sneijder, la follia di Felipe Melo e le opinabili convocazioni di Dunga, è ormai parte di un passato più remoto del previsto. L'universo calcistico brasiliano è infatti proiettato verso un roseo futuro: nel 2014 il Paese del samba ospiterà la Coppa del mondo un anno dopo l'antipasto della Confederations Cup, dodici mesi più tardi sarà quindi la volta della Copa América, e nel 2016 si terranno a Rio de Janeiro le Olimpiadi. Perché la Seleção sia protagonista - ovvero: vinca - si è scelta la strada più ardua, quella della rifondazione: pensionati Kaká e i suoi compari, largo ai volti nuovi. Neymar, Ganso, Lucas Moura, e quel Pato che Dunga lasciò a casa.
In Copa América - Curioso cammino, quello del Brasile, nella massima competizione continentale del Sudamerica. Quando il «Campeonato Sudamericano de Selecciones», così era nota al tempo la Copa América, prese il via nel 1916, il Brasile mise in fila due terzi posti - quattro squadre partecipanti - prima di affermarsi nel '19 grazie al portentoso cannoniere Friedenreich. Replica nel 1922, sconfiggendo il Paraguay nello spareggio. Quindi un'astinenza durata sino al '49, interrotta grazie al terzo successo in altrettante edizioni casalinghe per i verdeoro, nuovamente campioni - ancora in casa - nel 1989. Prima vittoria esterna nel '97, in Bolivia, e compresa quell'edizione la Seleção ne ha vinte quattro delle ultime cinque.
Il gruppo - Il terzo portiere Jefferson, omaggio della CONMEBOL recapitato alle partecipanti forse con un pizzico di ritardo, va ad aggiungersi ai ventidue prescelti da Menezes il 7 giugno. Júlio César e Victor gli altri due «goleiros», mentre in attacco spiccano i nomi di Pato - ancora in forse - e Neymar, cui vanno ad aggiungersi Robinho e Fred. A centrocampo la fantasia di Ganso sarà imprescindibile, così come la corsa di Ramires. Il posto da «volante» se lo giocheranno Lucas Leiva e Sandro; completano il reparto Elano, Lucas Moura, Elias e Jádson. «Zagueiros» di prim'ordine: Lúcio e Thiago Silva i titolari, David Luiz e Luisão le alternative, mente sulle fasce spazio a Maicon e Daniel Alves a destra, con André Santos e Adriano sulla corsia opposta. Là dove avrebbe dovuto giocare Marcelo, poco pratico d'informatica, una cui e-mail di vanto per essere sfuggito ad una convocazione in nazionale millantando un infortunio è malauguratamente - per lui - giunta nella casella di posta elettronica del C.T.
Occhio a... - Neymar e Ganso, che magari in pochi avranno visto all'opera ma di cui chiunque conosce le gesta, sarebbero tutto fuorché delle sorprese. Il nome che stuzzica l'appetito dei calciofili più accaniti è invece quello di Lucas Rodrigues Moura da Silva, un tempo conosciuto come «Marcelinho» ma oggi fiero del meno impegnativo «Lucas» stampato sulla maglia. Proprietà - per quanto ancora? - del San Paolo, Lucas è un fantasista che ama partire da destra, con piedi raffinati e la colla sugli scarpini - perché la palla non gliela stacchi facilmente - ma al momento è considerato una semplice alternativa. Sta a lui far ricredere Menezes, che sta provando a reinvetarlo mezzala, e magari rubare il posto in squadra a Robinho.
Antonio Giusto
Fonte: Goal.com