Studiando questi aspetti, Stevenson si rese conto che i bambini, oltre a mostrare fobie o attitudini particolari, a volte ricordavano cose che non avrebbero dovuto sapere: parlavano di vicende di vita diverse da quelle attuali e soprattutto di episodi di morte (presumibilmente riferibili a vite precedenti), che sembravano spiegare e giustificare proprio quelle paure e quelle fobie. In Ian Stevenson, che si dichiara di religione protestante, l’interesse per la reincarnazione nacque poco a poco, nel corso degli anni: gradualmente si rese conto che questo tipo di credenza, questa concezione della vita, per così dire, più “allargata”, poteva offrire spiegazioni plausibili a situazioni apparentemente enigmatiche ed inspiegabili. Una volta convintosi di questa possibilità, Ian Stevenson cominciò a girare il mondo proprio alla ricerca di bambini, i cui ricordi potevano essere, in questo senso, rivelatori. Ne ha ormai incontrati e studiati a centinaia, sia nei paesi che credono alla reincarnazione, come l’India, sia in quelli che non la contemplano. Per le sue accuratissime indagini, Stevenson ha messo a punto una tecnica quasi poliziesca: parla coi bambini, interroga i familiari, i parenti e i vicini, analizza i ricordi, li mette in relazione con le situazioni reali, fa sopralluoghi nei posti che i piccoli dicono di ricordare e organizza incontri con le persone che i bambini asseriscono di aver conosciuto nella vita precedente. I riscontri sono spesso straordinari: bambini di pochi anni che riconoscono con esattezza persone che non avevano mai visto, le chiamano per nome, discutono con loro di vicende passate, si muovono con disinvoltura in case e città dove non sono mai stati; a volte, addirittura, mostrano di conoscere lingue straniere che non sono state loro mai insegnate(anche perché molto piccoli) e che non hanno neppure mai udito, né in casa né altrove.Libri sulla Reincarnazione: Sulla sua casistica il professor Ian Stevenson ha scritto molto: il suo libro più importante, ormai un classico in materia, è “Reincarnazione – venti casi a sostegno”, pubblicato diversi anni or sono. Ma le sue indagini sulla reincarnazione non si fermano qui: esistono infatti altri elementi riguardanti questo fenomeno, che mettono in luce aspetti a dir poco inquietanti. Ed è a questi che facciamo ora riferimento. Certi bambini infatti nascono avendo sul corpo segni inspiegabili, come cicatrici lasciate da ferite mai ricevute o presentando anomalie fisiche, di cui i medici non riescono a individuare l’origine. E appena incominciano a parlare, questi bambini affermano di essere morti di una morte violenta, che sono in grado di descrivere nei dettagli e che giustifica e spiega quelle cicatrici. C’è per esempio “Jacinta Agbo”, una bambina nigeriana, che alla nascita (1980) presentava sulla nuca una strana, lunghissima cicatrice. Quando fu in grado di parlare, Jacinta descrisse una situazione che spiegava quella ferita: parlò di un uomo di nome “Nsude” che durante una lite era stato pesantemente ferito alla testa. Portato all’ospedale di Enugu, era stato operato e il chirurgo gli aveva praticato una lunga incisione sulla nuca. In seguito tuttavia l’uomo era morto. I fatti erano avvenuti nel 1970 e Stevenson ebbe modo di controllarli e di verificarne l’autenticità. Un altro caso incredibile è quello di “Ma Htwe Win”, una bambina nata a Burma nel 1973. La piccola presentava fin dalla nascita strani segni e anomalie agli arti inferiori, che sembravano riconducibili ad anelli di costrizione alle gambe. Quando sua madre era incinta, sognò un uomo che si trascinava sulle ginocchia, che la seguiva e le si avvicinava sempre più. Quando la piccola fu in grado di parlare, rievocò la morte terribile di un uomo di nome “Nga Than”, che era stato brutalmente assassinato dalla moglie e dal suo amante, e poi legato con delle corde per poter essere meglio occultato. Il corpo fu in seguito a queste informazioni ritrovato e l’omicidio scoperto. E i segni che la bambina portava sul corpo, corrispondevano esattamente alle legature traumatiche a cui quell’uomo era stato sottoposto. Citiamo infine il caso di “Semith Tutusmus”, un ragazzino turco nato con una pesante malformazione all’orecchio destro: anche lui ricordava la morte violenta di una personalità precedente, dovuta a colpi di arma da fuoco che, fra le altre cose, gli avevano maciullato un orecchio. Come si spiegano dunque questi fatti? Il professor Stevenson ritiene che questi segni presenti in alcuni bambini fin dalla nascita, confermino i ricordi dei bambini stessi, dimostrando la verità del processo di reincarnazione, ed anche che un’essenza vitale sopravvive alla morte fisica, influenzando con un’azione psicocinetica il nuovo corpo in formazione nel ventre materno.Le prove della reincarnazione: La teoria della reincarnazione spiegherebbe dunque alcune alterazioni della pelle, come le voglie, nonché altri più gravi difetti che alcuni individui presentano alla nascita. lan Stevenson, al fine di suffragare la teoria della reincarnazione con prove scientifiche, ha analizzato nel dettaglio centododici casi di persone, soprattutto bambini, che presentano segni sul corpo attribuibili ad eventi traumatici risalenti ad esistenze precedenti, di cui essi stessi hanno infatti memoria: incisioni chirurgiche, pugnalate, ferite d’arma da fuoco, morsi di serpente e persino tatuaggi. Referti medici e autoptici, esame dei segni sui corpi, materiale fotografico, riscontri in loco delle dichiarazioni dei soggetti studiati, studio comparato del comportamento, della postura, dei tic , nonché interviste con familiari e conoscenti, rappresentano l’ampia documentazione che il medico ha raccolto per ogni caso, durante un ventennio dedicato allo studio serio e appassionato di questo fenomeno. La vasta casistica, l’approccio rigorosamente scientifico e critico, la cautela con la quale Stevenson azzarda delle conclusioni, convincono anche gli scettici ad assumere una posizione più “possibilista”, non escludendo “aprioristicamente” una teoria che affascina e sconvolge le salde certezze del pensiero occidentale. Nel libro “Reincarnazione – 20 casi a sostegno”, Ian Stevenson esamina l’ipotesi della sopravvivenza della personalità umana (per molti l’anima, l’essenza vitale eterna) dopo la morte, presentando venti casi che sembrano suffragarla. I soggetti presi in esame sono in genere bambini o ragazzi che conservano precisi ricordi di un’esistenza precedente: se non si ammette l’idea della reincarnazione, ricordi di questo tipo (che si affievoliscono con il passare degli anni) rimangono inspiegabili. Il libro mette a disposizione del lettore tutto il materiale raccolto dall’autore nell’arco di molti anni di studio, dando vita a una suggestiva “geografia della reincarnazione”, che va dall’India allo Sri Lanka, dal Brasile all’Alaska sud-orientale. “Bambini che ricordano altre vite” è un altro libro di Stevenson, nel quale l’autore presenta una ricerca sistematica e approfondita su altri dodici tipici casi di bambini (orientali e occidentali, americani ed europei) che affermano di ricordare vite precedenti. A questi sono aggiunti numerosi altri casi che illustrano particolari aspetti della reincarnazione. L’autore fornisce inoltre, un’ampia analisi delle più comuni convinzioni che negano la reincarnazione, dimostrandone l’infondatezza, sfatando anche numerosi pregiudizi sull’argomento. Inoltre, Stevenson sottolinea alcuni aspetti connessi, e spesso presenti, nei numerosi casi di reincarnazione da lui studiati: ovvero alcuni fenomeni paranormali quali apparizioni, impressioni telepatiche, sogni telepatici ecc., studiati anche dalla parapsicologia in questo ultimo secolo.Fonte: www.viteprecedenti.com
"Le Prove della Reincarnazione secondo lo Psichiatra Ian Stevenson"
Creato il 23 febbraio 2014 da RisveglioedizioniStudiando questi aspetti, Stevenson si rese conto che i bambini, oltre a mostrare fobie o attitudini particolari, a volte ricordavano cose che non avrebbero dovuto sapere: parlavano di vicende di vita diverse da quelle attuali e soprattutto di episodi di morte (presumibilmente riferibili a vite precedenti), che sembravano spiegare e giustificare proprio quelle paure e quelle fobie. In Ian Stevenson, che si dichiara di religione protestante, l’interesse per la reincarnazione nacque poco a poco, nel corso degli anni: gradualmente si rese conto che questo tipo di credenza, questa concezione della vita, per così dire, più “allargata”, poteva offrire spiegazioni plausibili a situazioni apparentemente enigmatiche ed inspiegabili. Una volta convintosi di questa possibilità, Ian Stevenson cominciò a girare il mondo proprio alla ricerca di bambini, i cui ricordi potevano essere, in questo senso, rivelatori. Ne ha ormai incontrati e studiati a centinaia, sia nei paesi che credono alla reincarnazione, come l’India, sia in quelli che non la contemplano. Per le sue accuratissime indagini, Stevenson ha messo a punto una tecnica quasi poliziesca: parla coi bambini, interroga i familiari, i parenti e i vicini, analizza i ricordi, li mette in relazione con le situazioni reali, fa sopralluoghi nei posti che i piccoli dicono di ricordare e organizza incontri con le persone che i bambini asseriscono di aver conosciuto nella vita precedente. I riscontri sono spesso straordinari: bambini di pochi anni che riconoscono con esattezza persone che non avevano mai visto, le chiamano per nome, discutono con loro di vicende passate, si muovono con disinvoltura in case e città dove non sono mai stati; a volte, addirittura, mostrano di conoscere lingue straniere che non sono state loro mai insegnate(anche perché molto piccoli) e che non hanno neppure mai udito, né in casa né altrove.Libri sulla Reincarnazione: Sulla sua casistica il professor Ian Stevenson ha scritto molto: il suo libro più importante, ormai un classico in materia, è “Reincarnazione – venti casi a sostegno”, pubblicato diversi anni or sono. Ma le sue indagini sulla reincarnazione non si fermano qui: esistono infatti altri elementi riguardanti questo fenomeno, che mettono in luce aspetti a dir poco inquietanti. Ed è a questi che facciamo ora riferimento. Certi bambini infatti nascono avendo sul corpo segni inspiegabili, come cicatrici lasciate da ferite mai ricevute o presentando anomalie fisiche, di cui i medici non riescono a individuare l’origine. E appena incominciano a parlare, questi bambini affermano di essere morti di una morte violenta, che sono in grado di descrivere nei dettagli e che giustifica e spiega quelle cicatrici. C’è per esempio “Jacinta Agbo”, una bambina nigeriana, che alla nascita (1980) presentava sulla nuca una strana, lunghissima cicatrice. Quando fu in grado di parlare, Jacinta descrisse una situazione che spiegava quella ferita: parlò di un uomo di nome “Nsude” che durante una lite era stato pesantemente ferito alla testa. Portato all’ospedale di Enugu, era stato operato e il chirurgo gli aveva praticato una lunga incisione sulla nuca. In seguito tuttavia l’uomo era morto. I fatti erano avvenuti nel 1970 e Stevenson ebbe modo di controllarli e di verificarne l’autenticità. Un altro caso incredibile è quello di “Ma Htwe Win”, una bambina nata a Burma nel 1973. La piccola presentava fin dalla nascita strani segni e anomalie agli arti inferiori, che sembravano riconducibili ad anelli di costrizione alle gambe. Quando sua madre era incinta, sognò un uomo che si trascinava sulle ginocchia, che la seguiva e le si avvicinava sempre più. Quando la piccola fu in grado di parlare, rievocò la morte terribile di un uomo di nome “Nga Than”, che era stato brutalmente assassinato dalla moglie e dal suo amante, e poi legato con delle corde per poter essere meglio occultato. Il corpo fu in seguito a queste informazioni ritrovato e l’omicidio scoperto. E i segni che la bambina portava sul corpo, corrispondevano esattamente alle legature traumatiche a cui quell’uomo era stato sottoposto. Citiamo infine il caso di “Semith Tutusmus”, un ragazzino turco nato con una pesante malformazione all’orecchio destro: anche lui ricordava la morte violenta di una personalità precedente, dovuta a colpi di arma da fuoco che, fra le altre cose, gli avevano maciullato un orecchio. Come si spiegano dunque questi fatti? Il professor Stevenson ritiene che questi segni presenti in alcuni bambini fin dalla nascita, confermino i ricordi dei bambini stessi, dimostrando la verità del processo di reincarnazione, ed anche che un’essenza vitale sopravvive alla morte fisica, influenzando con un’azione psicocinetica il nuovo corpo in formazione nel ventre materno.Le prove della reincarnazione: La teoria della reincarnazione spiegherebbe dunque alcune alterazioni della pelle, come le voglie, nonché altri più gravi difetti che alcuni individui presentano alla nascita. lan Stevenson, al fine di suffragare la teoria della reincarnazione con prove scientifiche, ha analizzato nel dettaglio centododici casi di persone, soprattutto bambini, che presentano segni sul corpo attribuibili ad eventi traumatici risalenti ad esistenze precedenti, di cui essi stessi hanno infatti memoria: incisioni chirurgiche, pugnalate, ferite d’arma da fuoco, morsi di serpente e persino tatuaggi. Referti medici e autoptici, esame dei segni sui corpi, materiale fotografico, riscontri in loco delle dichiarazioni dei soggetti studiati, studio comparato del comportamento, della postura, dei tic , nonché interviste con familiari e conoscenti, rappresentano l’ampia documentazione che il medico ha raccolto per ogni caso, durante un ventennio dedicato allo studio serio e appassionato di questo fenomeno. La vasta casistica, l’approccio rigorosamente scientifico e critico, la cautela con la quale Stevenson azzarda delle conclusioni, convincono anche gli scettici ad assumere una posizione più “possibilista”, non escludendo “aprioristicamente” una teoria che affascina e sconvolge le salde certezze del pensiero occidentale. Nel libro “Reincarnazione – 20 casi a sostegno”, Ian Stevenson esamina l’ipotesi della sopravvivenza della personalità umana (per molti l’anima, l’essenza vitale eterna) dopo la morte, presentando venti casi che sembrano suffragarla. I soggetti presi in esame sono in genere bambini o ragazzi che conservano precisi ricordi di un’esistenza precedente: se non si ammette l’idea della reincarnazione, ricordi di questo tipo (che si affievoliscono con il passare degli anni) rimangono inspiegabili. Il libro mette a disposizione del lettore tutto il materiale raccolto dall’autore nell’arco di molti anni di studio, dando vita a una suggestiva “geografia della reincarnazione”, che va dall’India allo Sri Lanka, dal Brasile all’Alaska sud-orientale. “Bambini che ricordano altre vite” è un altro libro di Stevenson, nel quale l’autore presenta una ricerca sistematica e approfondita su altri dodici tipici casi di bambini (orientali e occidentali, americani ed europei) che affermano di ricordare vite precedenti. A questi sono aggiunti numerosi altri casi che illustrano particolari aspetti della reincarnazione. L’autore fornisce inoltre, un’ampia analisi delle più comuni convinzioni che negano la reincarnazione, dimostrandone l’infondatezza, sfatando anche numerosi pregiudizi sull’argomento. Inoltre, Stevenson sottolinea alcuni aspetti connessi, e spesso presenti, nei numerosi casi di reincarnazione da lui studiati: ovvero alcuni fenomeni paranormali quali apparizioni, impressioni telepatiche, sogni telepatici ecc., studiati anche dalla parapsicologia in questo ultimo secolo.Fonte: www.viteprecedenti.com