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LE PULCI AI VENTI PUNTI #grillo #20punti #m5stelle

Creato il 22 marzo 2013 da Albertomax @albertomassazza

 

venti punti

Di questi fatidici 20 punti per uscire dal buio, mi sento di sottoscriverne solo uno, il nono, l’obbligo di discutere le leggi di iniziativa popolare. Per altri, teoricamente condivisibili, bisognerebbe che venisse spiegato il come, ad esempio per il rilancio economico e l’anticorruzione.

Il reddito di cittadinanza (o reddito minimo garantito?) è stata una conquista delle più avanzate democrazie europee, ottenuta grazie alla spinta del riformismo socialdemocratico. Conquista ottenuta in tempi di vacche grasse, improponibile in un periodo di crisi acuta e in un paese che, di riformismo socialdemocratico, ne ha visto ben poco. Un reddito di 500 euro mensili, moltiplicato per 3 milioni di inoccupati, significa 18 miliardi all’anno a fondo perduto. Credo che, per una ricostruzione del sistema paese, sia necessario investire tutte le risorse possibili nella creazione delle opportunità di lavoro, incentivando e sostenendo la cooperazione tra le diverse competenze e avviando un piano di opere pubbliche sostenibili e necessarie (ad esempio, la messa in sicurezza del territorio).

L’abolizione dei contributi alla politica e alla stampa, così come la scarnificazione della tv pubblica, vanno tutti verso una deriva oligarchica e un rafforzamento oligopolistico. Un conto è contrastare in ogni modo lo sperpero di denaro pubblico, un altro è impedire ai talenti, per così dire fuori mercato, di poter svolgere il loro lavoro. Il servizio pubblico è reale solo quando non è condizionato dall’interesse di parte, politico o economico che sia.

La palingenesi della società attraverso l’utilizzo messianico del referendum, così come quella della politica attraverso il limite inderogabile dei due mandati, mostrano un pressapochismo ingenuo, ma non per questo meno preoccupante. Il caos legislativo e l’incompetenza la farebbero da padroni, considerando le peculiarità caratteriali degli italiani.

Altri punti, come l’abolizione dell’Imu, di Equitalia e impignorabilità della prima casa, sarebbero allettanti, se solo si spiegasse dove trovare le coperture e come umanizzare la doverosa riscossione dei tributi.

In sintesi, pensare di aver conquistato la necessaria autorevolezza per guidare un paese, in base a un’errata lettura dell’esito elettorale e a un programma fatto di misure populiste, in larga parte inattuabili, testimonia, una volta di più, l’indeguatezza e il pericoloso pressapochismo di chi avanza tali rivendicazioni.



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