Le raccoglitrici di olive.

Creato il 29 aprile 2013 da Giuseppe Melillo @giuseppemelillo
LE RACCOGLITRICI DI OLIVE IN CALABRIA   “Tempo di Raccolta” del 1966 IL LAVORO DELLE DONNE
 
Molte di loro furono le protagoniste silenziose del miracolo italiano, del boom economico.
Alcune emigrarono al nord per lavorare anche come mondine .
Molte invece rimasero nei paesi di origine, sole, ad accudire casa e figli e ad aspettare i mariti emigrati.
Tante furono le vedove bianche.
Nei campi, alcuni lavori erano svolti principalmente delle donne e raccogliere le olive era uno di questi.
Questo video fu realizzato dal documentarista Luigi Di Gianni nel 1969  nella zona della Piana di Gioia Tauro.
Non fu la prima inchiesta sulle raccoglitrici di olive.
Già nel 1959 un reportage televisivo le vide protagoniste.

 "Molte delle raccoglitrici di olive, tutte donne, escono di casa all`alba e percorrono chilometri a piedi
prima di raggiungere gli oliveti, dove lavorano dalle dieci e le tredici ore al giorno, a seconda della stagione. Tornate a casa, le attendono i lavori domestici. Quelle che abitano più lontano, le "emigranti", vengono alloggiate in dormitori: grosse stanze dove vengono stipate molte persone o piccoli locali bui, privi di finestre e di cucina. Senza assistenza sanitaria, senza nessuno a cui lasciare i bambini, le olivicole si portano i più piccoli nei campi, mentre i più grandicelli, tolti presto dalla scuola, partecipano già alla raccolta. Lavorano scalze, sempre chinate a terra, e vengono pagate a cottimo: in olio o in danaro. Il lavoro comprende, per alcune, anche il trasporto dei sacchi, che pesano tra i quindici e i venti chili l`uno. Molte non sanno cos`è un contratto. Sembra un racconto di altri tempi, ma è una fotografia dell`Italia della fine degli anni Cinquanta, quale emerge dall`inchiesta condotta da Ugo Zatterin sul mondo del lavoro femminile." 
La serie di inchieste su "La donna che Lavora" di Zatterin e Giovanni Salvi, venne ostacolato dai vertici aziendali della RAI che lo definirono ""eversivo"e "da non mandare in onda". Salvi e Zatterin, però, riuscirono ad evitare la censura e mandarono in onda lo scomodo reportage."
Zatterin era abile ad evitare i giochi della censura e acrobazie della retorica; memorabile l'annuncio al tg, del 20 settembre del 1958, dell'abolizione delle case chiuse per la legge Merlin, non nominando mai né le case chiuse, né le prostitute

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