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Le radiazioni: un pericolo per le future missioni spaziali

Creato il 31 maggio 2013 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Curiosity - RAD

Credit: NASA/JPL-Caltech/SwRI

Ieri sera alle 20:30 ora italiana, è stato trasmesso su NASAtv un breve briefing di aggiornamento sulla missione Mars Science Laboratory. In particolare, sfruttando i risultati del Radiation Assessment Detector (RAD) a bordo del rover Curiosity, gli scienziati stanno ricavando le informazioni necessarie per progettare sistemi di protezione dalle radiazioni efficaci, in vista delle future missioni umane verso il Pianeta Rosso.

Il RAD è il primo strumento in grado di misurare le radiazioni ambientali e ad aver fornito dati anche durante il viaggio verso Marte della sonda Mars Science Laboratory, circa un anno fa.

Radiazioni rilevare durante il viaggio Terra - Marte

Credit: NASA/JPL-Caltech/SwRI

"Poiché questa nazione si sforza di raggiungere un asteroide e Marte nel corso della nostra vita, stiamo lavorando per risolvere ogni dettaglio in grado di tenere gli astronauti al sicuro, in modo che possano esplorare l'ignoto e il ritornare a casa", ha detto William Gerstenmaier, amministratore associato della NASA per l'esplorazione umana e le operazioni a Washington. "Impariamo ogni giorno di più sulla capacità del corpo umano di adattarsi allo spazio a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Mentre costruiamo il veicolo spaziale Orion e il razzo vettore per trasportarlo e portare noi nello spazio profondo, continueremo a fare i progressi per ridurre i rischi dei nostri esploratori. Lo strumento RAD di Curiosity ci sta dando i dati critici di cui abbiamo bisogno in modo che noi esseri umani, così come i rover, possiamo osare grandi cose per raggiungere il Pianeta Rosso".

Un report pubblicato il 31 maggio sulla rivista Science indica che l'utilizzo degli attuali mezzi di propulsione potrebbe non essere appropriato per la salute degli astronauti nelle lunghe permanenze nello spazio.

Le forme di radiazioni pericolose sono due: i raggi cosmici galattici (GCR), particelle causate da esplosioni di supernova e altri eventi ad alta energia al di fuori del Sistema Solare; le particelle solari energetiche (SEP) associate ai brillamenti solari e alle espulsioni di massa coronale dal Sole.

Radiazioni nello spazio

Credit: NASA/JPL-Caltech/SwRI

L'esposizione alle radiazioni è misurata in Sievert (Sv) o milliSievert (un millesimo di Sv) e diversi studi a lungo termine, hanno dimostrato che l'esposizione lenta ma constante, anche a dosi minime, favorisce lo sviluppo di tumori mortali. La NASA ha così stabilito dei limiti ben precisi per i suoi astronauti in orbita e operati sulla ISS.

I dati indicano che Curiosity è stato esposto a una media giornaliera di 1,8 milliSievert di GCR nel suo viaggio verso Marte e solo circa il tre per cento della dose di radiazioni è stata associata a particelle solari a causa di una relativamente tranquillo ciclo solare e per la schermatura fornita dalla sonda.

Se contro le SEP potrebbe aiutare una schermatura supplementare, il grosso problema sono i GCR, molto penetranti ed altamente energetici, che non vengono bloccati dalla modesta e tipica schermatura di un veicolo spaziale attuale.

Radiazioni a confronto

Credit: NASA/JPL-Caltech/SwRI

Dopo che Curiosity atterrato su Marte nel mese di agosto dello scorso anno, lo strumento RAD continuato operativo, misurando le radiazione ambientali sulla superficie del pianeta, mostrando dati abbastanza promettenti.

Nella conferenza stampa del 15 novembre 2012, Don Hassler del Southwest Research Institute a Boulder, Colorado, aveva dichiarato:
"L'atmosfera fornisce un livello di protezione e così il livello di radiazioni è minore quando l'atmosfera è più spessa.
Nel complesso l'atmosfera di Marte riduce la dose di radiazioni, rispetto a quelle rilevate durante il viaggio verso Marte".
E poi ancora...
“Assolutamente, gli astronauti possono vivere in questo ambiente”.


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