Le Radici Cristiane

Creato il 15 gennaio 2016 da Albix

Uno dei temi più accesi di questi disgraziati tempi che stiamo vivendo, è quello contro oppure a favore dell’accoglienza degli immigrati asiatici e africani che come un’orda inarrestabile si stanno riversando sulle coste del nostro mondo occidentale.

Non intendo schierarmi, come un soldatino al servizio di leva, a destra o a sinistra, a seconda del partito di appartenenza. In realtà non appartengo (né ho fatto mai parte ) ad alcun partito o schieramento; inoltre non mi piacciono le posizioni per partito preso. Per questo invito i miei cinque lettori a leggere questo articolo senza lenti o paraocchi che ne deformino il significato o la comprensione. Il tema non è facile, ma affrontandolo con spirito manicheo, si rischia di perdere di vista la realtà.

E la realtà di base è questa: non si possono erigere barriere per respingere un’orda inarrestabile, ma è altrettanto sbagliato subire l’arrivo di queste schiere di disperati, in mezzo ai quali si celano sicuramente degli elementi pericolosi.

E allora che fare?

Io non sono un politico e mi aspetto delle risposte dai governanti italiani ed europei.

Finora hanno mostrato grande inettitudine, pressapochismo e  indecisione. Non saprei dire se gli scarsi risultati ottenuti nella gestione del fenomeno epocale che si sta svolgendo sotto i nostri impotenti, sia frutto di un’azione politica inefficiente,  condotta dai nostri governanti in buona o in mala fede. Non so dire, cioè, se i nostri governanti abbiano agito in questo modo vago e inconcludente,   con dei secondi fini o semplicemente perché sono degli inetti. Il risultato però non cambia ed è sotto gli occhi di tutti.

Ormai mi sottraggo ai grandi  (si fa per dire) dibattiti dei talk show televisivi e dei giornali. Attingo le mie informazioni per lo più dall’WEB,  dalla radio (quando sono in auto) e da qualche buon libro (ce ne sono sempre in meno in giro).

Mi ha colpito recentemente quanto ho letto a pag. 4 del numero 1 del gennaio 2016 del Mensile di cultura religiosa e popolare “Frate Indovino” che mi arriva a casa ma che apro per leggerne dei brani a mia madre quasi novantenne (è meglio comunque di tanta blasonata carta stampata, ma come ho già detto, non leggo più carta stampa ma solo informazioni on line).

Ebbene, a pag. 4 del Mensile, Federica Mormando si occupa, con diversi articoli, del problema immigrazione, mettendo in evidenza la subalternità di uno Stato incapace persino di identificare le persone che arrivano a casa nostra in cerca di aiuto. Eppure di fronte ad un fenomeno così eccezionale e straordinario non  bisogna essere dei geni per capire che anche le norme del diritto internazionale possono e debbono subire delle modifiche unilaterali che si adattino all’emergenza. Nessun aiuto, in danaro, in viveri o in assistenza, pertanto, a chi si rifiuti di farsi identificare.

Lo Stato ha l’obbligo di proteggere i cittadini e le persone pacifiche: nessuno può aggirarsi per le nostre strade in completo anonimato.

La giornalista ha messo bene in evidenza un’altra cosa: noi stiamo disconoscendo i nostri valori, le nostre radici, svendendole per quattro voti, per il consenso elettorale o chissà per quali altri fini.

La considerazione mi è sembrata ancor più azzeccata dopo aver sentito alla radio l’intervista di un sociologo francese, autore di un recente libro intitolato “Parole armate”, da cui si evince chiaramente che i giovani terroristi del sedicente stato islamico, rimpolpa le sue schiere di aspiranti assassini con giovani stanchi dei vuoti riti opulenti e ipocriti del mondo occidentale, ormai votato all’ateismo, al materialismo più becero, al deicidio assoluto.

E questo mi ha fatto venire in mente che da tempo noi europei, anche nella cd. Costuzione Europea, abbiamo rinnegato le nostre radici cristiane.

E il vuoto spirituale del mondo occidentale qualcuno sta cercando di riempirlo con la sua spiritualità.


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