Le ragazze pon-pon e la rivendicazione dei diritti
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Le ragazze pon-pon, iconici simboli dei teen-movies americani degli anni ’90, scendono in campo per rivendicare alcuni diritti calpestati. L’ultima in ordine di tempo è Manouchar Pierre-Val, cheerleader dei Tampa Bay Buccaneers, che ha fatto causa alla squadra della Nfl (il campionato di football americano) per ricevere gli arretrati. Secondo il suo avvocato, la ragazza è stata pagata meno di due dollari all’ora, ossia meno di un terzo della retribuzione minima fissata per legge a 7,25 dollari. Manouchar viene pagata 100 dollari a ogni partita: questi 100 dollari, però, comprendono le 15 ore settimanali di allenamento e le circa 40 all’anno impegnate in eventi pubblici (per serate di gala, eventi di beneficenza…).
Questa class action (aperta dunque a tutte le compagne della ragazza che volessero denunciare) non è altro che l’ultimo capitolo di una serie di iniziative che hanno colpito altre squadre della Nfl. Tra le altre, i Buffalo Bills sono stati accusati di trattare in modo umiliante le ragazze pon-pon: oltre a pesanti allenamenti, le ragazze devono sottoporsi ad esami e valutazioni degradanti sulle loro condizioni fisiche. La causa procede, nonostante la richiesta dei Bills di annullamento del procedimento: nuove denunce sono all’orizzonte.
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