- Per la pasta:
- 200 g di farina 0
- 1 uovo intero
- 2 tuorli
- acqua q.b.
- Per il ripieno:
- 150 g di noce di manzo tritato
- 150 g di maiale tritato
- 1/2 cipollotto
- 3 bacche di ginepro
- 2 chiodi garofano
- sale
- pepe nero in grani
- 1/2 bicchiere di barolo
- Per il condimento
- 600 cc circa di barolo
- pepe nero in grani
- parmigiano
Le raviole del plin in riduzione di Barolo sono il risultato di una valanga contrastante di sensazioni e pensieri che mi hanno attraversata quando ho letto la ricetta che segnava il ritorno delle sfide dell’MTC . La stavo aspettando!
L’impatto?
Disperata perchè le preparazioni così laboriose non sono nelle mie corde, disperata perchè ho vissuto 14 anni a Torino e non mi veniva in mente nulla di ricordi legati alla cucina, alla tradizione culinaria piemontese; disperata perchè sapevo che avrei dovuto tirare a mano la pasta non avendo la macchina per la pasta; disperata perchè non volevo pensare a passare il turno - non ricordo se ne ho saltate una o due.
Poi, come sempre mi capita, ho metabolizzato ed ho pensato che:
- tutto sommato potevo anche programmare una mattinata per le raviole, una domenica mattina ad esempio;
- ho vissuto a Torino da ragazzina quando ciò che contava erano gli amici e la scuola e non certo il come si cucinassero i piatti tipici piemontesi. Il ricordo immediato e più nitido che mi è venuto in mente è stata la passeggiata che facevo sul LungoPo nelle mattine invernali e nebbiose per andare a prendere l’autobus e andare scuola; gli appuntamenti che mi davo con mio fratello all’inizio del LungoPo per rientrare insieme la sera e fare credere ai miei genitori che fossimo usciti insieme, la preparazione dell’esame di maturità in un residence. Ma di piatti o cene o tipicità culinarie il nulla più assoluto.
- alcune blogger in una piacevolissima serata mi hanno rasserenata sul fatto che avrei potuto tirare la pasta a mano
- non è nelle mie corde rinunciare.
Tutto questo perfetto, ma…come farli ? Rileggendo la ricetta di Elisa e la storia delle raviole del plin mi sono fissata, non ho visto altro, che si usava servirli tali e quali su di una tovagliolo bianco.
Essenziale sarebbe stata anche la mia versione.
Ho preparato la pasta esattamente come spiegato da Elisa : ho distribuito a fontana la farina e rotto le uova e, inglobando via via un pò di farina alla volta , ho impastato per buoni 15 minuti, sino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.
Ho messo l’impasto sotto “la campana di vetro”
Nel frattempo ho preparato il ripieno di carne: ho mescolato bene le due carni, salato, pepato, unito 3 o 4 bacche di ginepro e 2 chiodi di garofano schiacciati con la lama del coltello, aggiunto mezzo cipollotto fresco tritato fino ed infine bagnato con mezzo bicchiere di Barolo. Ho coperto con pellicola trasparente e messo in frigorifero a marinare.
Ho usato il resto del Barolo per il condimento: versato in tegame e, su fiamma media, lasciato ridurre fino a 1/3 rispetto alla quantità iniziale.
Arrivato il momento di tirare la pasta ho staccato una palla alla volta e con calma, pazienza e concentrazione ho tirato in fogli il più sottile possibile.
Su ogni foglio ho adagiato in fila delle piccole polpettine ricavate dalla marinata di carne e chiuso fra una e l’altra con il famoso pizzicotto o “plin”.
Mano a mano che le raviole erano pronte le ho disposte su di un canovaccio pulito e poi leggermente infarinate.
Al momento di andare a tavola, ho portato ad ebollizione l’acqua salata e tuffato le raviole; lasciate bollire un paio di minuti e mano mano che venivano a galla le ho scolate
messe sul piatto inondandole con la riduzione di Barolo. Spolverizzato con parmigiano, completato con una gratta di pepe nero in grani e mangiate caldissime.
Beh…il profumo, il sapore de le raviole del plin in riduzione di Barolo non si possono raccontare, vanno solo mangiate.
Partecipo alla sfida di settembre