Sulle recentissime elezioni presidenziali in Croazia e la vittoria della prima donna presidente croata, Kolinda Grabar Kitarovic si parla anche in Russia. Cosi' in una intervista per il giornale russo 'Vjesnik', sulle prospettive delle relazioni tra Croazia e Russia, relative alla elezione della nuova presidente, parlano prominenti esperti russi. Cosi' Georgij Engeljgardt, collaboratore dell'Istituto per la slavistica presso l'Accademia delle scienze russa ha sottolineato due ragioni cruciali nella cui ottica (negativa) sono le aspettative relative alle relazioni croato-russe dopo la vincita di Kolinda Grabar Kitarovic a presidente della Croazia. “Come primo, Kolinda Grabar Kitarovic appartiene al partito HDZ che ha fondato la Croazia moderna. Gli elementi chiave di questo partito sono sempre stati l'orientamento verso gli Stati Uniti e la Germania. Secondo, la sua carriera professionale e' collegata inseparabilmente agli Stati Uniti e le strutture euroatlantiche” afferma questo analista e constata che non ci sono quindi le basi per cambiamenti. Soprattutto nelle condizioni del peggioramento delle relazioni tra l'Ue e la Russia e lo sviluppo attivo del progetto petrolifero e di gas in Croazia (LNG terminal sull'isola di Veglia) che sia gli Stati Uniti che l'Ue promuovono come l'alternativa alla collaborazione con la Russia, afferma Georgij Engeljgardt. Ha espresso preoccupazioni di ancora maggiori problemi per gli investimenti russi in Croazia. Come esempio ha menzionato il caso INA che rimarra' definitivamente chiuso per Rosneft e Gazprom. Ha rilevato inoltre “una certa spietatezza nell'attuazione della comune politica europea di sanzioni”. In ogni caso a Zagabria guardano unanime alla dura linea verso la Russia, afferma l'esperto russo e per questo non bisogna aspettarsi delle particolari differenze tra i partiti a tal proposito. Ci potrebbe invece essere una critica piu' attiva nei confronti della presenza russa nella regione (Bosnia Erzegovina, Serbia) da parte di Zagabria e una maggiore contrapposizione verso la Russia. Questo molto probabilmente potrebbe riguardare la Bosnia e Zagabria potrebbe influenzare la posizione dei croati bosniaci, richiedendovi una lotta insieme al presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik. Ivo Josipovic come politico croato era pienamente neutrale verso la Russia, valuta l'esperto russo.
Simile e' l'opinione anche di Petr Iskenderov, scienziato dell'Istituto per la slavistica presso l'Accademia delle scienze russa. “Kolinda e' una figura prooccidentale, proamericana. Ha lavorato come ambasciatore negli Stati Uniti e poi nella NATO. E' molto diversa da Josipovic, il quale durante la sua carriera ha tentato di essere un mediatore di pace nei Balcani e in altri paesi. Per quanto riguarda Grabar Kitarovic, come rappresentane del centro e' orientata verso la politica prooccidentale. Intorno a lei si sono riunite le forze piu' diverse. Ha vinto grazie ai voti degli euroscettici e sostenitori di Kujundzic (uno dei 4 candidati presidenziali, maggiormente di destra). Adesso sara' costretta di attuare la politica dell'Ue e degli Stati Uniti e manovrare tra le forze politiche della Croazia. Penso che la Croazia sara' assolutamente imprevedibile nella sua rotta della politica estera...la Croazia molto probabilmente si associera' all'alleanza della Polonia e della NATO” ritiene questo analista russo. Anche lui e' dell'opinione che con l'arrivo della candidata dell'HDZ si possono aspettare maggiori critiche verso la Russia. Iskenderov afferma che il presidente Josipovic tutto il tempo aveva cercato un consenso nella regione e nella collaborazione con la Russia. Negli ultimi anni della presidenza Josipovic, si rileva, tra la Croazia e la Russia sono stati indicati progetti comuni come ad esempio il South Stream. Inoltre, la Croazia era interessata per la collaborazione con molte compagnie russe, per una congiunta modernizzazione del terminale dell'Adriatico. Ma con l'arrivo di Kolinda Grabar Kitaroric, la Croazia prendera' la posizione dell'Ue in tutte le questioni strategiche ed energetiche, ha valutato questo scienziato russo.
Ci sono pero' anche altre preoccupazioni relative alla futura politica estera della presidente croata. Cosi' la Radio Europa Libera, sezione ceca, afferma che le diverse recentissime dichiarazioni di Grabar Kitarovic che sono per l'uso nazionale hanno pero' causato molte reazioni negative anche nei paesi vicini. Si fanno presente almeno quattro dichiarazioni pubbliche degli ultimi giorni: quelle che tutti i cittadini della Croazia sono croati, che preferisce rivolgersi alle croate e ai croati perche' se si rivolge soltanto ai cittadini, offende i contadini, poi quelle di non essere contraria ad una terza entita' in Bosnia Erzegovina, che poi ha minimizzato e infine la lettera al segretario generale ONU, Ban Ki-moon su Seselj. Secondo un prominente analista politico croato, le dichiarazioni che tutti quelli che vivono in Croazia sono croati, non e' stato un lapsus bensi' un messaggio chiaramente indirizzato al suo corpo elettorale. Secondo questo esperto, queste dichiarazioni come anche la lettera a Ban Ki-moon su Seselj potrebbero danneggiare le relazioni con la Serbia. Quello che resta da vedere e' sicuramente come sara' il coordinamento per quanto riguarda la politica estera croata, tra la nuova presidente e il governo croato. Un altro analista politico vede nelle dichiarazioni di Grabar Kitarovic il manoscritto del suo leader di partito, Tomislav Karamarko, presidente dell'HDZ. Questo analista fa il paragone con un passato dell'Ungheria, quando fu eletto presidente Jozsef Antal il quale allora ha detto di essere il presidente di tutti gli ungheresi. Questo e' stato il dito nella piaga ai romeni, slovacchi e forse persino ai croati. Secondo l'analista Zarko Puhovski la lettera sul caso Seselj e' stata scritta per scopi di politica interna e non quella estera. Va detto ancora che per quanto riguarda le dichiarazioni che tutti in Croazia sono croati, il leader della minoranza serba in Croazia, Milorad Pupovac ha detto che qui si tratta di una idea piu' vicina a quella di Franco o degli ustasca che ad una idea della Croazia moderna ed europea.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 25 gennaio a Radio Radicale