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Le recensioni di Emiliano Grisostolo: Afghanistan, un giorno per caso.

Creato il 20 agosto 2011 da Ciessedizioni

Emiliano Grisostolo

AFGHANISTAN, UN GIORNO PER CASO. DIARIO DA HERAT

Di Luigina De Simone

CIESSE Edizioni

Collana “Le nostre guerre”

Un diario toccante, un racconto che colpisce diritto al cuore e alla mente, scortica la corteccia dell’anima e la riporta faticosamente alla realtà, quella che abbiamo dimenticato. Questo è Afghanistan, un giorno per caso, diario da Herat, scritto da Luigina De Simone, soldato dell’Esercito italiano, che nel 2008 ha partecipato alla Missione ISAF in Afghanistan come addetta al Front Office.

Cover AfghanistanIl racconto della sua avventura, il percorso che l’ha fatta crescere all’interno di un mondo perso nel tempo, povero, dilaniato da un guerra che l’autrice stessa non capisce, come molti di noi italiani. Una delle frasi che più mi hanno colpito, è quella presente nella quarta di copertina, poche parole che rendono perfettamente il quadro di una situazione paradossale: Il dramma è che nessun soldato che parte sa dove va e cosa va a fare…

Perché grazie alla sua testimonianza, Luigina ci fa vivere la sua esperienza con le riflessioni di chi ogni giorno ha rischiato la propria vita per uno Stato che non prepara fisicamente e mentalmente ,a suo dire, i soldati sufficientemente. Ventiquattro ore di operatività sempre con il pericolo di un attentato, e molti ne sono accaduti, Luigina ce li racconta con freddezza, ma si sente nelle sue parole la rabbia per una guerra che non capisce, metodi e strategie forse errate. Ci racconta dei mezzi Lince, dei ragazzi mandati a morire, degli attacchi alla base, dei bunker, della risposta armata con i Mangusta, della sua grandissima voglia di aiutare i bambini sofferenti, rischiando in prima persona per poterli trasportare in alcune occasioni in ospedale; avviando progetti e sentendosi in colpa nel momento in cui dovrà fare ritorno, per non averli completati. Avanzando richieste ai superiori che sempre hanno saputo cogliere l’animo gentile e la voglia di aiutare dell’autrice soldato, come quella volta che rischia nuovamente la vita per preparare un piatto di pasta a dei giovani soldati, ragazzi dell’età del fratello, che stanno rischiando la loro vita nel deserto e da giorni mangiano solo razioni K.

Ci sono riflessioni rivolte alle donne afgane costrette a portare il burka, donne picchiate che non possono nulla contro le leggi del luogo che le rendono oggetti, non persone. Riflessioni ai soldati, amici, semplici conoscenti e compagni di lavoro, morti. Italiani, ragazzi poco più che ventenni che con solo un paio d’anni di addestramento, vengono sbattuti dallo Stato in prima linea, con elmetto fucile e giubbotto antiproiettile spesso di due taglie maggiori, da indossare continuamente sotto un caldo torrido, al solo scopo di poter essere presente e rivendicare i propri morti, nel momento in cui bisogna prendere decisioni di polita internazionale.

Una testimonianza, Afghanistan, un giorno per caso, diario da Herat, di Luigina De Simone, edito da CIESSE Edizioni, che deve essere letta per poter iniziare a comprendere cosa ci stanno a fare i nostri soldati, i nostri ragazzi, in un luogo attraversato da miseria e povertà, dove gli occhi dei bambini che ti chiedono acqua ti spezzano il cuore, dove bambini colpiti al fianco da schegge devono essere operati urgentemente, dove bambine di dodici anni sono costrette a sposarsi, dove il mondo sembra essersi fermato un secolo fa, e tu sei costretto a sparare per difendere la tua vita dagli infiltrati talebani in quella che dovrebbe essere invece una missione di pace.

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GinaDeSimoneLuigina De Simone nasce a Sant’Agata De’ Goti (BN) il 31 Marzo 1980. Vive tra Bologna e Sant’Agata de’ Goti, laureata in Scienze internazionali e Diplomatiche il 16 Marzo 2004 con tesi in Diritto Internazionale. Nel 2005 consegue il master in sviluppo e risorse umane e nello stesso anno parte per la scuola di reclute di Ascoli Piceno. Finito il corso verrà inviata in servizio presso la Brigata paracadutista “Folgore” a Legnago (VR). Viene trasferita a Bologna presso la Brigata Aeromobile e nel 2008 partecipa alla Missione ISAF in Afghanistan come addetta al Front Office, rimarrà ad Herat sei mesi.

Nel 2010 decide di congedarsi e di dedicarsi alla composizione di questo libro.

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