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LA RICETTA DELLA SETTIMANA: LE TRADIZIONI SICILIANE DA
G.Torregrossa, "Panza e prisenza (Mondadori Collana Le Libellule, 2012 ).
PERCHE' QUESTO TITOLO?
La prima cosa che mi ha incuriosito di questo libro è stato il titolo, “Panza e Prisenza”. Esso si rifà ad un antico detto siciliano, che assume una doppia valenza a seconda che chi parla sia l’ospite o il padrone di casa. Infatti l’ospite dovrebbe fare di tutto per non arrivare mai a mani vuote ossia solo con il proprio appetito,panza, e la propria persona, prisenza in occasione di un invito, mentre il padrone di casa può rispondere (più per formalità che perché lo pensi davvero) alla domanda dell’ospite “cosa porto?”.
LA CAPONATA DI MELANZANE(2)Definire la caponata di melanzane non è facile, non si possono trovare aggettivi: un piatto all'apparenza semplice ma portandolo in tavola, presenteremo un vero e proprio pezzo di storia gastronomica italiana.Viene definito anche piatto polifonico, incontro di gusti, odori e sapori, caratteristici della nostra cucina, rivivere in un attimo i millenni di storia. Per me questo piatto cucinata in vari modi resta unica nel suo genere e richiede proprio la cosiddetta melanzana nostrana che, fra le sue caratteristiche, ha quella di essere compatta al punto giusto da non permettere l’assorbimento d’olio nella frittura,
Ingredienti per la caponata
10 melanzane
Olio per friggere
1 grosso sedano e una cipolla
300 grammi olive verdi
3 cucchiai di capperi al naturale tt’aceto
1,5 litri salsa di pomodoro fresco
Sale e pepe q.b.
1 bicchiere di aceto
2 cucchiai di zucchero
Procedimento per la caponata
Sciacquare le melanzane, togliere il picciolo e la punta della melanzana, tagliare solo una striscia di buccia facendo un taglio da punta a punta. Poi tagliare le melanzane a cubetti grossi, friggerle in olio bollente, metterle a sgocciolare su carta assorbente.
Pulire il sedano togliendo le foglie verdi, farlo a pezzi e bollirlo in acqua salata. In un grosso contenitore soffriggere la cipolla affettata e appena sarà imbiondita aggiungere il sedano bollito, le olive snocciolate e tagliate a pezzi, i capperi e la salsa di pomodoro. Sale e pepe quanto basta, far cuocere. A cottura quasi ultimata unire alla salsa le melanzane fritte e fare insaporire per qualche minuto. Intanto sciogliere nell’aceto lo zucchero versarlo nella salsa con le melanzane. Fare sfumare l’aceto. Questo piatto si apprezza meglio se freddo.
Io, pur non essendo siciliana, apprezzavo molto la caponata di mia nonna e di mia madre
Per chi ama i sapori semplici della tradizione siciliana, ancora nel libro “Panza e Prisenza” di G. Torregrossa, ho trovato una semplice ma gustosa e tradizionalisssima ricetta: la Pasta alla paolina o 'a palina Pasta alla paolina o 'a palinaCURIOSITA'A Palermo ogni piatto ha una particolare storia da raccontare, ed anche “a pasta palina” è completa di una sua narrazione originalissima.Questo gustoso piatto è una delle più gustose cugine della più nota pasta con le sarde, ossia una rivisitazione in versione più povera, di questa. Ma che si prese l'ardire di fare modifiche al primo piatto più caratteristico di Palermo, inventato a suo tempo dal cuoco di un generale arabo sbarcato nella Conca D’oro?
La leggenda raconta che fu un frate sconosciuto dell' ordine dei minimi (anche detti paolini o in dialetto “palini”), fondato da San Francesco di Paola. Questi frati seguivano la regola della povertà ed il divieto assoluto di mangiare la carne e i suoi derivati, così dovettero arrangiarsi un po’, e a Palermo, nel bellissimo Monastero di San Francesco di Paola,
inventarono “ pasta 'a palina”, un piatto povero dove di carne non ce ne è (può andar bene anche per i vegani.....
E' conosciuta con vari nomi ed è un piatto della tradizione palermitana che si tramanda da generazioni nelle famiglie della città e ognuna ha la propria versione, rivista e corretta secondo i gusti.
Per quattro persone
400 grammi di ziti
800 grammi di pomodori
Olio extravergine d’olive q.b.
1 spicchi d’aglio
Un pizzico di cannella
1 chiodo di garofano pestato
8 sarde salate
Basilico
Sale e pepe q.b.
foglie di basiico
pangrattato tostato facoltativo
Procedimento
Bollire i pomodori e passarli al setaccio. In una padella mettere ½ bicchiere d’olio insieme all’aglio tritato. Aggiungere le sarde salate, pestarle fino a ridurle in poltiglia, aggiungere poi la salsa di pomodoro, basilico, chiodo di garofano polverizzato e cannella. Cuocere gli ziti al dente, colarli e versare nella padella amalgamando con la salsa, a fiamma vivace. per circa tre minuti.1. putìa(bottega)dallo spagnolo, aragonese: botiga; greco: apotheke; latino: apotheca = magazzino
2- La storia curiosa della melanzana: ce la portarono i saraceni con il nome di “badingian”, ma non ebbe successo perché amarissima e ritenuta pure velenosa. Quella “mela” che ne precede il nome italiano è dovuta probabilmente alla Melongèna arabumcon cui venne indicata dagli antichi botanici. Più tardi, portata in Sicilia dalla Palestina dai Padri Carmelitani nel Trecento, ebbe successo popolare “a canazzo”, affettata e fritta con le fette disposte a scaletta in una teglia rettangolare in modo da assomigliare a una parmicianache in dialetto è la persiana. Qualcuno la tradusse (ignorantemente...) in parmigianacome se avesse a che vedere con Parma o con il suo cacio che invece è il caciocavallo fresco!Nel tempo la melanzana divenne la regina di tutti gli ortaggi, al punto che come troviamo in libro di Gaetano Basile, spesso poeti e narratori l’hanno paragonata ad una bella donna: carnosa e dalla pelle nera lucida….