Secondo la Sicpf, la Società italiana di chirurgia plastica forense, negli ultimi dieci anni si è verificato un aumento del 30% di procedimenti civili a carico di chirurghi plastici ed estetici. Al contempo, si sta registrando anche una crescita, molto preoccupante, di cause penali. A denunciare il fenomeno è stato il vicepresidente della società, Lucio Cappelli, intervistato dall’AdnKronos Salute.
In genere, ai giudici si rivolgono le pazienti vittime di gravi errori nell’esecuzione del ritocco o anche semplicemente una cicatrice diventata nel tempo troppo evidente. Del resto, intraprendere un’azione di questo tipo costa solo 14 euro. Nonostante i tempi della giustizia italiana siano lunghi – si va sui 3 o 4 anni, per avere un verdetto di primo grado - le richieste di risarcimento per interventi di chirurgia estetica e plastica sono sempre di più, e sempre più onerose.
«Le richieste di risarcimento – spiega Cappelli – arrivano anche a centinaia di migliaia di euro, ma difficilmente poi il giudice stabilisce cifre che vanno oltre i 20-40mila euro». Già, perchè spesso i danni che il paziente lamenta non sono permanenti e possono dunque essere sistemati con un altro intervento riparatore.
Secondo Cappelli, negli ultimi anni sta emergendo un nuovo fenomeno, che preoccupa molto la nostra categoria: l’aumento delle denunce penali, usate per spaventare la controparte. «Gli avvocati dei pazienti tendono a preferire questo tipo di procedura per mettere paura al medico, che potrebbe rischiare, se giudicato colpevole di dolo volontario, anche 3 mesi di carcere con la condizionale».
Personalmente, sono convinto che sia una questione di fiducia reciproca: molti di questi problemi potrebbero essere ridotti con un maggiore dialogo tra medico e paziente, soprattutto spiegando a chi si sottopone a un intervento che non sempre le proprie aspettative sono proporzionate ai risultati ottenibili. Un chirurgo serio non dovrebbe mai promettere miracoli. Altrimenti, poi, per lui aumenta il rischio di vedersi chiamato in causa davanti a un giudice.
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