Il tentativo è quello di coinvolgere le comunità locali nella governance, nella gestione, nella ricerca, nella conservazione e nei controlli delle singole aree. I programmi sono affidati all'impegno dei singoli stati membri e sono monitorati dall'UNESCO. Salvo situazioni eccezionali ogni 10 anni viene validata dall'UNESCO la possibilità di rimanere all'interno della lista.
Tutte le Riserve della Biosfera sono costruite in base al critrerio della zonizzazione, ovvero una divisione in tre aree. La zona centrale (core areas) dove è possibile solo attività di ricerca scientifica, le zone tampone (buffer areas) dove vi sono attività di turismo sostenibile e gestione delle risorse e infine la zona di trasizione esterna (transition areas) dove esistono attività di residenza ed economiche e dove tutte le attività (agricole, industriali, commerciali) devono eccendere nel senso del rispetto dell'ambiente.Attualmente sono 580 le riserve della biosfera inserite nella rete mondiale, distribuite in 114 paesi del mondo.
Nel corso dell'ultimo meeting di fine giugno 2011 in Germania, sono stati aggiunti altre 18 aree, tra le quali due africane: Songor in Ghana e Oki-Karen/Oki-Mendouri in Togo.
In Africa le riserve della biosfera sono sono 74 in 33 stati. Di queste 74 riserve 8 sono anche Patrimonio dell'Umanità.
Ecco la pagina di Sancara con la Lista completa delle Riserve della Biosfera in Africa, dove via via saranno descritte e approfonditi alcuni aspetti delle singole aree.
Per la cronaca sono 8 le Riserve della Biosfera italiane, ovvero: Collemeluccio-Montedimezzo (Isernia) (1977), Circeo (1977). Miramare a Trieste (1979), Cilento e Valle di Diano (1997), Somma Vesuvio e Miglio d'Oro (1997), Valle del Ticino (2002), Isole dell'Arcipelago Toscano (2003) e la Selva Pisana (2004).