Perché lo pseudonimo Theresa Melville?
La scelta è legata alla mia sconfinata ammirazione per Herman Melville. Moby Dick è il libro che più di ogni altro ha illuminato e definito il mio rapporto con la scrittura. Scrivere per me è significativo di una continua ricerca, nel mio animo come nella realtà che mi circonda.Con quali altri pseudonimi hai pubblicato?
I più importanti sono quelli legati a Mondadori, da Mary Lou Stevens a Marlene Seymour, passando per Anne Marie Schwartz. Terri Domino, Tessa Darcy o Tresy Stevens erano tra quelli usati in precedenza. Tornando alla domanda sui titoli dei miei romanzi d’ersordio, ricordo Giovane cuore ferito, Di nuovo la speranza, Ancora tua... Ma è passato davvero troppo tempo, preferisco soffermarmi su un passato più recente.Nel 1994 è uscito Delfina fuor d’Acqua, Edizioni Il Ventaglio, un romanzo scritto a più riprese in diverse fasi esistenziali. Racconta una storia d’amore bizzarra come la sua protagonista, Delfina, una giovane donna in conflitto con se stessa.
Dal 2000 in poi pubblica ne I Romanzi Mondadori, solo con lo pseudonimo Theresa Melville: "Le lacrime della luna", "Memorie d'amore", "Rossa d'Irlanda", "L'incantatrice", il "mio" "Charlene", "Seguimi", "Fiore di campo", "Leggenda di sangue e amore" (nei Mystere), "Nella mente, nel cuore", "Amanti perduti", il racconto "Rosa del Tevere" nella raccolta "Amori sull'ali dorate" per il 150° dell'Unità d'Italia. Inizia la trilogia dei Tourangeau con "L'abbraccio della notte", seguito dal secondo libro "Notte di speranza". Tra i due, il delizioso racconto "Guardami" per la spettacolare raccolta "Il Falco e la Rosa" (stupendo libro delle Rose Nostre che vi esorto a leggere se, ancora, non lo avete fatto. E, se lo avete letto, rileggetelo!)Se ne fece promotore Sandrone Dazieri, allora editor de i Romanzi, d’accordo con i colleghi della Mediaset. Mi arrivò da Segrate uno scatolone pieno di sceneggiature che dovetti leggere per intero, perchè era fondamentale che nel romanzo non scrivessi nulla che potesse contrastare con gli avvenimenti della soap. Fu un lavoro piuttosto complesso, ma alla fine di grande soddisfazione, accolto con favore dal pubblico di “Vivere”.
Mi piace raccontare i sentimenti, e non posso fare a meno di descrivere personaggi e situazioni in cui credo fino in fondo, che siano solidamente ancorati alla realtà. Perciò, a volte, i miei Romance sconfinano nel Noir e viceversa. Credo che l’amore letterario non debba soffrire vincoli di genere, che debba essere libero, imprevedibile, violento e sofferente, o tenero e gioioso, così come nella vita. Per rispondere alla tua domanda, entrambi i generi mi appassionano e stimolano la mia creatività. Il Romance però mi appartiene in modo più totalizzante, e mi riferisco anche allo stile narrativo.Cosa ti va di confidarci sulla donna Maria Teresa Casella? Facciamo gossip dai...
Ti confido che continuo a credere nei sogni irrealizzabili. La maturità è una condizione che mi autorizza a puntare obiettivi che nel passato ritenevo troppo ambiziosi. Diciamo che passare il mezzo secolo non mi ha reso più saggia, ma più ardita, sia come donna che come autrice.Per finire i progetti futuri della Casella, Melville, Stevens, Schwartz, Seymour, di tutte voi, insomma...
Care amiche, non vedo l’ora di leggere il terzo libro dei Tourangeau, ma, ancor più, sono curiosissima di scoprire quale storia comprenderà le varie anime della Rosa Nostra e soprattutto quella di Maria Teresa Casella. Splendida scrittrice.Ho in mente un romanzo che esprima lo spirito di “tutte noi”, proprio come dici. Penso ad una storia che abbia radici nella vita quotidiana, che comunque persegua un sogno, e che celebri la straordinaria capacità delle donne di mettere a frutto le esperienze più drammatiche. Ad oggi, di questo romanzo ho messo a punto il titolo, l’idea di fondo e l’immagine dell’incipit. Il resto si vedrà in primavera, quando avrò finito la stesura del terzo libro della trilogia dei Tourangeau, che uscirà nel luglio 2013. Scrivere una trilogia è sempre stato uno dei miei sogni di scrittrice, e realizzarla ha significato molto. La storia dei Tourangeau mi ha dato tanto, umanamente, per aver rafforzato il rapporto con il pubblico, e professionalmente, in termini di esperienza. Approfitto della circostanza per ringraziare le lettrici che si sono appassionate alle vicende della contessina Cornélie. Ringrazio anche te, Lucia, e la cara amica Juneross, per ospitarmi in questo storico blog.
Lullibi