le sang et la nudité

Creato il 27 aprile 2012 da Occhio Sulle Espressioni
Sexandroide
1987
Francia
Regia: Michel Ricaud
Tre weirdissimi episodi, sbilenchi quanto basta per entrare nell'underground più infimo, con fotografia amatoriale da filmino casalingo anni Ottanta, prove attoriali infelici con tanto di sguardo in camera, ma molto, molto gusto, smisurata passione e orrida fantasia.
Non dobbiamo pretendere trame intricate, assistiamo infatti ad una sorta di spettacolo teatrale (vi partecipa una compagnia, Le petit mescal), un Grand Guignol moderno, non a caso il film è francese, con siparietti da prendere fine a se stessi.
Nel primo, la dagyde, una ragazza, seduta ad attendere qualcuno o qualcosa in un locale, subisce il classico rito Vudù della bambolina da un oscuro individuo. Il male si consumerà nel bagno della struttura, con sangue a iosa, in primis dalla vagina, in una sorta mestruo estremo. Affiorerà, causa punture di spillone da parte dell'aguzzino, anche dalle mammelle, dagli occhi; poi si assisterà a bruciature e impiccagione. Il tutto è però morboso, lei emette gemiti che danno idea di sadico piacere, il suo corpo è nudo, la perversione scalpita.
Nel secondo episodio, les Sexandroides, quello più curato, una bellissima ragazza si reca in un sotterraneo dall'arredo gotico. Qui, dopo attimi di finto o vero smarrimento e invasamento con tanto di strip, fustigazione e balli rituali, incontrerà una creatura (il cui trucco è talmente pesante da farne rimanere traccia anche sull'altra attrice) che la torturerà in maniera... amorevole. Già, perché i due paiono praticare un rito sadomaso, dove lui sputerà un ragno nella bocca di lei e le mangerà i capezzoli, ma anche lui stesso si farà del male, specialmente quando si tirerà fuori le budella in stile Antropophagus. Se ne andranno sottobraccio e dissanguati, in uno stupendo lieto fine. L'impressione generale è da horror dilettantesco del tempo, girato con quei mezzi di ripresa allora meno alla portata di tutti. A noi ha ricordato anche diverse iconografie riprodotte su copertine di gruppi heavy metal di allora. Del gran bel gothic gore vintage!
Il terzo, les dents de l'amour, è davvero grottesco: una veglia funebre ad un vampiro si trasformerà in un balletto sexy, con tanto di musica in presa diretta, non certo tutta tetra, e tempi esageratamente lunghi. Per un attimo si sfiora l'hard, ma l'ironia la fa da padrone, specialmente nel finale!
Lunga vita alla concezione del weird!

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