Le scorie nucleari in quale regione le metto? Lo svela Roberto Rossi in "Bidone nucleare"

Creato il 25 gennaio 2011 da Pennywise

Ieri è andata in onda su RaiNews24 L’Inchiesta trasmissione molto ben documentata sulle scorie nucleari. L’occasione per parlarne è stata la presentazione di Bidone nucleare libro di Roberto Rossi (BUR Biblioteca Univ. Rizzoli euro 11) che svela in quali regioni saranno stoccate le scorie: Basilicata, Puglia, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna. A ciò si aggiunga che noi abbiamo ancora il problema di sistemare le scorie delle vecchie centrali, per cui paghiamo ancora.

In studio conduce Maurizio Torrealta, ospiti sono Luca Iezzi, autore di libro pro-nucleare (con qualche riserva): Nucleare? Si, grazie; lo stesso Roberto Rossi, il Generale Carlo Jean; Giuseppe Onufrio direttore di Greenpeace e al telefono Vito De Filippo governatore della Regione Basilicata. Una prima annotazione è d’obbligo: Jean non smentisce la listadelle 5 regioni data da Rossi. Anzi aggiunge che per una serie di complicazioni con i permessi probabilmente non sarà possibile consegnarle in Siberia. Ergo…

Ma il presidente della Regione Basilicata non incassa il fatto che la scorciatoia per risolvere il problema delle scorie sia depositarle in Italia, sopratutto in Basilicata che consegna all’Italia 100mila barili di petrolio al giorno. Rossi, comunque, ne approfitta per chiedere proprio al Gen. Jean se, nonostante Sogin si ostini a nascondere i siti prescelti per il deposito delle scorie, possa o meno confermare se saranno le 5 regioni da lui indicate quelle che poi ospiteranno realmente i rifiuti nucleari. Alla fine (guardate il secondo video) dopo un giro panoramico per la penisola, conferma. L’unico rammarico è che queste trasmissioni non vadano in onda né su RaiUno né su Canale 5.

Rispetto all’affidablità del nostro paese in merito alla gestione del nucleare, Rossi racconta l’incidente del Garigliano, centrale nata male e finita peggio. Non fu mai definitamente chiusa e costruita in prossimità del fiume Garigliano. E nel 1980 in una delle esondazioni il fiume raggiunse gli 8 metri e non funzionarono i vari sistemi di emergenza. Si sfiorò la tragedia evitata solo per il coraggio di alcuni tecnici.


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