Ho scritto già tre articoli sulla Sacra Sindone e sul Sudario, ma è giusto, quando ci sono novità importanti, renderle note. Una ricercatrice, esperta in storia templare e "Ufficiale"(Funzionaria in servizio permanente) dell'Archivio Vaticano, da alcuni anni stava lavorando con molta intensità ad uno studio puramente scientifico del reperto più importante e sacro della religione cristiana, su cui, ancora, ci sono molti dibattiti. Questa giovane studiosa è Barbara Frale che, con Francesco Tommasi e Simonetta Cerrini, guida le ricerche e gli studi sui Templari. Il "lenzuolo" di Cristo, si sa, è stato sottoposto soprattutto negli ultimi anni a numerose ricerche e studi, per mezzo di tecniche sempre più approfondite, andando a ricercare prove, dati, anche a livello microscopico e di raggi elettromagnetici. Nel 1978, a seguito del negativo della fotografia della Sindone, che rivelò dati incredibili, si notò subito un particolare. In un lembo di stoffa della stessa era stata individuata una macchia anomala; approfondendo l'ingrandimento si era notato che quella che appariva come una macchia, in realtà era un testo, ma ancora troppo piccolo e sporco da consentirne la lettura. Gli studi sono proseguiti avvalendosi di numerose tecniche, fino a quando non si è riusciti a decifrare la scritta. Questa è una sola, non un testo elaborato, ma riprodotta in tre lingue(quelle ufficiali di Gerusalemme): Latino, Greco ed Aramaico. Questo elemento è già un qualcosa di particolare e che ha fatto riflettere gli studiosi sollevando non pochi dubbi sulla veridicità della Sindone e sul perché, soprattutto, fosse presente una scritta su un lenzuolo vestito da un condannato a morte ormai deceduto. Non era usanza realizzare queste scritte, così ha sollevato un grosso polverone e dubbi sul perché; ma una prima ipotesi elaborata dalla Frale è che questa si sarebbe formata per contatto, magari con cartigli. Un'ipotesi è che queste fossero presenti, perché questo sarebbe stato un condannato molto importante, ritenuto pericoloso per l'ordine pubblico e che, così, quelle scritte avrebbero certificato la sua morte. Un'ipotesi plausibile, ma altre sono al vaglio. Ciò che è molto interessante, però, è che queste scritte provano che quel lenzuolo aveva a che fare con un certo Gesù Nazareno, ma potrebbe anche trattarsi di un caso di omonimia. Lasciamo aperte tutte le strade possibili e tutte le ipotesi, in attesa di nuovi sviluppi e novità.
Ho scritto già tre articoli sulla Sacra Sindone e sul Sudario, ma è giusto, quando ci sono novità importanti, renderle note. Una ricercatrice, esperta in storia templare e "Ufficiale"(Funzionaria in servizio permanente) dell'Archivio Vaticano, da alcuni anni stava lavorando con molta intensità ad uno studio puramente scientifico del reperto più importante e sacro della religione cristiana, su cui, ancora, ci sono molti dibattiti. Questa giovane studiosa è Barbara Frale che, con Francesco Tommasi e Simonetta Cerrini, guida le ricerche e gli studi sui Templari. Il "lenzuolo" di Cristo, si sa, è stato sottoposto soprattutto negli ultimi anni a numerose ricerche e studi, per mezzo di tecniche sempre più approfondite, andando a ricercare prove, dati, anche a livello microscopico e di raggi elettromagnetici. Nel 1978, a seguito del negativo della fotografia della Sindone, che rivelò dati incredibili, si notò subito un particolare. In un lembo di stoffa della stessa era stata individuata una macchia anomala; approfondendo l'ingrandimento si era notato che quella che appariva come una macchia, in realtà era un testo, ma ancora troppo piccolo e sporco da consentirne la lettura. Gli studi sono proseguiti avvalendosi di numerose tecniche, fino a quando non si è riusciti a decifrare la scritta. Questa è una sola, non un testo elaborato, ma riprodotta in tre lingue(quelle ufficiali di Gerusalemme): Latino, Greco ed Aramaico. Questo elemento è già un qualcosa di particolare e che ha fatto riflettere gli studiosi sollevando non pochi dubbi sulla veridicità della Sindone e sul perché, soprattutto, fosse presente una scritta su un lenzuolo vestito da un condannato a morte ormai deceduto. Non era usanza realizzare queste scritte, così ha sollevato un grosso polverone e dubbi sul perché; ma una prima ipotesi elaborata dalla Frale è che questa si sarebbe formata per contatto, magari con cartigli. Un'ipotesi è che queste fossero presenti, perché questo sarebbe stato un condannato molto importante, ritenuto pericoloso per l'ordine pubblico e che, così, quelle scritte avrebbero certificato la sua morte. Un'ipotesi plausibile, ma altre sono al vaglio. Ciò che è molto interessante, però, è che queste scritte provano che quel lenzuolo aveva a che fare con un certo Gesù Nazareno, ma potrebbe anche trattarsi di un caso di omonimia. Lasciamo aperte tutte le strade possibili e tutte le ipotesi, in attesa di nuovi sviluppi e novità.
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