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Le scuse di Berlusconi dopo la diffida: più fiducia nella magistratura

Creato il 02 luglio 2014 da Nicola933
di Francesca Abbatiello Le scuse di Berlusconi dopo la diffida: più fiducia nella magistratura - 2 luglio 2014

BerlusconiDi Francesca Abbatiello. L’ex premier Silvio Berlusconi ritorna a far parlare di sé. Questa volta però ci è andato giù pesante: lo scorso 19 giugno Berlusconi è stato testimone a Napoli nel processo a carico di Lavitola accusato di tentata estorsione in relazione ad appalti a Panama. In quell’occasione aveva detto al collegio che “la magistratura è incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e ha l’impunità piena”.

Proprio per queste sue parole, l’ex capo del governo ha ricevuto una diffida dal giudice Beatrice Crosti, che si occupa del monitoraggio dell’affidamento in prova ai servizi sociali per via della condanna definitiva per il caso Mediaset. Il provvedimento a carico di Berlusconi ha trovato ragion d’essere per le suddette parole da lui pronunciate, ritenute appunto “offensive” e “dispregiative” nei confronti delle toghe.

La diffida è stata immediata anche perché Berlusconi ha violato quella prescrizione scritta provvedimento con cui lo scorso 15 aprile gli è stata concesso l’affidamento in prova come misura alternativa per scontare la pena. Il contenuto del provvedimento gli vietava, come aveva anche chiesto il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna, di offendere l’intero ordine giudiziario.

Berlusconi, nel colloquio con il giudice ha spiegato che quel giorno voleva rispondere al presidente del collegio “con una battuta poi troncata” e continuando ha “posto le sue scuse per quanto ha detto e ha assicurato che non si ripeterà più”.

Il rispetto per la funzione dei magistrati e di tutto l’ordine giudiziario è il punto di partenza per la ricerca della verità e soprattutto per affermare la giustizia.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha detto che “la strada maestra da seguire è sempre stata quella della fiducia e del rispetto verso la magistratura in piena autonomia e indipendenza alla luce di principi costituzionali e secondo le procedure di legge”.


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