"Le Sei Darśana"
Da Risveglioedizioni
Le sei correnti ortodosse, le darśana dell'Induismo, sono: Mīmaṃsā, Vedānta, Nyāya, Vaiśeṣika, Yoga e Sāṃkhya, di cui le prima due sono considerate particolarmente legate ai Veda, mentre le restanti quattro affrontano tali testi secondo una spiegazione logica, razionale e sono alla base di elaborate 'mappe' del Cosmo e percorsi di emancipazione rispetto a ciò che è terreno, effimero e per questo considerato illusione. Ognuna di queste filosofie non è stata prodotta dal genio umano, si tratta piuttosto del racconto delle esperienze mistiche che quegli uomini straordinari hanno sperimentato. Questo rende i darshana delle vere e proprie vie spirituali, che in genere vengono percorse dagli iniziati con l'aiuto di un Maestro, una figura di grande saggezza che ha già realizzato se stesso e può per questo aiutare le persone a fare altrettanto. Mīmaṃsā è collegata al Veda e ai Brāhmaṇa, mentre Vedānta si focalizza sulle Upaniṣad ed entrambe queste scuole non valorizzano la devozione nei confronti degli Dei, pur considerandoli realmente esistenti, ritendola superflula al fine di conseguire i Cieli divini. La Mīmaṃsā consiste in una esegesi del rituale vedico e brahmanico il solo che consenta il raggiungimento dei Cieli divini. Il Vedānta si fonda su un testo in stile aforistico che approfondisce e commenta l'opera delle Upaniṣad. Da quest'ultima darśana emergerà l'Advaitavedānta, il diffuso e importante sistema teologico codificato nell'VIII secolo da Śaṅkara. Nyāya e Vaiśeṣika sono due sistemi così simili tra loro che furono unificati, il primo viene tradotto come “logica” e mette in risalto l'utilizzo della razionalità come strumento di emancipazione spirituale, mentre il secondo descrive una realtà fatta di atomi in cui "spirito" e "materia" si trovano in contrapposizione. Secondo la scuola di pensiero Nyāya, la conoscenza è il mezzo per ottenere la liberazione dalla sofferenza e l'unica conoscenza autentica è quella che non potrà mai essere contraddetta o messa in dubbio, che rispecchia il punto di vista obbiettivo e pertanto permette di percepire la realtà oltre le prospettive soggettive. Vaiśeṣika contiene un’accurata analisi dell’esistenza in cui si cerca di dare una classificazione alla molteplicità della manifestazione: sostanza, qualità, azione (karma), generalità, particolarità, inerenza . Come per ogni altra darśana, la sua ricerca della verità delle cose è sempre rivolta a liberare la coscienza dell'individuo imprigionata nell'ignoranza. Il Sāṃkhya non ha come oggetto lo studio delle divinità, per questo viene considerata una corrente “ateistica”. La sua dottrina dell'isolamento dello spirito, inteso come Sé o "coscienza pura", dalla materia che lo imprigiona, con lo scopo di raggiungere la libertà suprema, ha forti analogie con il Jainismo; ma le sue credenze cosmologiche e la sua terminologia hanno ampiamente condizionato tutte le correnti dell’ Induismo. Tra le credenze più importanti troviamo la dottrina dei tre guṇa, costituenti l'ego empirico che, trascinato da essi, trasmigra da corpo in corpo. I tre guṇa corrispondo al sattva, al rajas e al tamas, rispetivamente simboleggianti la lucidità - il più ricco della luce spirituale - , l'elemento passionale e dominante nella condizione umana, e l'oscurità intesa come ignoranza. Lo Yoga, dal significato di “unione”, indica l'insieme delle tecniche che consentono di raggungere la liberazione suprema attraverso il congiungimento del corpo, della mente e dell'anima con Dio, a cui si arriva attraverso un percorso indicato come le otto membra: i comandamenti morali, l’ auto-purificazione, determinate posizioni , il controllo del respiro , l’emancipazione della mente, la concentrazione, lo stato meditativo ed il Samadhi, quello stato di coscienza superiore descrivibile come unione con l’essenza divina. Il Rāja Yoga di Patañjali è una raccolta di aforismi da cui ha avuto origine la disciplina Yogica e si differenzia dal Sāṃkhya in quanto diversamente da quest'ultimo concepisce l'esistenza di Dio, anche se non come una personificazione, bensì come Essere supremo, indicato con il termine di Īśvara ma identificabile con Braman, il quale conserva il ruolo di centro della meditazione yogica. Autori: Ambra Guerrucci e Federico BelliniTitolo: "La Via delle Filosofie Indiane"Editore: Risveglio EdizioniData pubblicazione: 2015Formato: Libro 14,80x21Pagine: 300Prezzo: n/pInfo: risveglioedizioni@live.com
Potrebbero interessarti anche :