“Tu hai cambiato il mio sogno di bellezza.”
“Le Soglie del Buio” è la novella che pone definitivamente fine alla serie fantasy “Black Friars” di Virginia De Winter, di cui mi sono innamorata come poche altre saghe. L’ho iniziata a leggere fiduciosa ma quando mi hanno detto che era incentrata solo su Sophia e Gabriel il mio cuore ha iniziato a sanguinare e si è ripreso solo quando alla fine è comparso il mio adorato Axel. Insomma un must read molto interessante che potrebbe spalancare le porte ad un’altra serie spin off ma che mi ha lasciata insoddisfatta… senza Axel.
Dopo la sconfitta del Presidio, la pace sembra tornata per le vie della Vecchia Capitale e nelle Nationes del Continente ma, quando la Principessa Sophia Blackmore intraprende un viaggio per Altieres, strane coincidenze le ricordano che altre insidie si muovono intorno a lei e la costringono a temere di nuovo per la propria sicurezza. Sogni e presagi la riportano ai giorni in cui forze oscure minacciavano la sua vita e le sorti del suo regno. Nella Vecchia Capitale, però, le vicende sembrano suggerire che, questa volta, il pericolo provenga dalla remota e selvaggia Nalvalle.
Si tratta di una novella, troppo breve per essere realmente soddisfacente. È come bere mezzo bicchiere d’acqua durante l’afa estiva, lenisce, ma non toglie la sete che lascia la gola riarsa e la brama di averne ancora. Perché il mondo di Black Friars è così, inspiegabilmente complicato e immensamente bello. Un mondo pieno di particolari, di colpi di scena, di segreti e misteri che aspettano solo di essere rivelati. E Virginia De Winter è una maestra nell’accennare e non svelare e incrementare così il livello di attenzione del lettore. Anche in questo caso assistiamo inermi allo svolgersi dell’azione, in cui Sophia arriva finalmente in Alteries insieme al fedelissimo Gabriel e tutta la banda dei Sinclair che li accompagna.
Sophia, nonostante le prove che ha affrontato ne “L’Ordine della Croce” è ancora quella ragazzina insicura e spericolata, che si lascia prendere la mano e si piega a consigli sprovveduti, ignorando la sua incolumità. La nuova principessa del regno e l’ultima dei Blackmore non riesce a fidarsi di nessuno, neanche di sé stessa e continua ad inciampare in forze che non conosce e che sono più grandi di lei. Sophia cammina sul terreno incerto dei suoi sentimenti e per sfuggire al carico di insicurezza chiama in appello tutto ciò che potrebbe aiutarla. Ma non si rende conto, di quanti errori commetta. Per fortuna che Gabriel, con il suo portamento fiero e la sua fissa di sostenere i muri con le spalle, chiude sempre un occhio e si rende indulgente al suo animo. Gabriel è un personaggio complesso e affascinante, che di certo non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Con l’arroganza a fargli da scudo, si è sempre sacrificato per le cause in cui crede, anche quelle apparentemente senza speranza. Coraggioso, intrepido, è un ragazzo particolare, che non avrei mai pensato di poter apprezzare. Ma la De Winter è così, cambia le carte in tavola in maniera spaventosa.
Il worldbuilding è sempre lui, inconfondibile, quel sapore di antico, mistico, magico, misterioso, d’altri tempi, che si riconosce dalla foggia degli abiti, i corsetti, le spade, la mancanza di una tecnologia progredita. Ma che è allo stesso tempo pervasa di paranormale, spiriti e fantasmi, riti propiziatori e fede incontrollabile. Insomma tutto è curatissimo, pure nelle poche pagine di cui si compone la novella.
L’ambientazione cambia, visto che ci troviamo a Sud, dopo aver superato il confine d’Inverno, e sbarchiamo in una sorta di follia da carnevale di New Orleans, nella capitale della nazione di Altieres, quella rimasta senza sovrano, ma che certamente conserva tutto il clamore delle maschere e dei riti, dell’estate, di quel caldo soffocante che consuma la mente di Sophia abituata ad freddo impotente delle montagne del nord, di Aldenor.
Il particolare da non dimenticare? Un bagno…
Una novella troppo breve, che toglie il sonno e fa chiedere di più, soprattutto a chi, come me, ama Axel e i Vandemberg che fanno solo una breve comparsata. Un accessorio che vive da solo ed emerge dalle pagine per regalarci Altieres in tutto il suo splendore. Virginia De Winter non sbaglia un colpo, non vedo l’ora di leggere altre sue creazioni
Buona lettura guys!