Le solite figure italiane….

Creato il 06 aprile 2011 da Lamagadioz

Ogni tanto lo ammetto, mi vergogno giusto un attimo di essere tricolore.

Che poi non è giusto dire così, perché se sono gli altri a sbagliare io non mi devo vergognare perché con questi deficienti condivido la cittadinanza..ma tant’è….

Sabato scorso decido di andare a Milano.

Intercity da Genova Principe. Prenoto in prima classe per fare la sborona (:-D) ma anche perché, viste le condizioni delle seconde classi sui treni, preferisco spendere cinque euro in più e viaggiare in modo decoroso.

Povera Maga, si era illusa!

Ma non voglio parlarvi del fatto che la carrozza di prima classe sembrava quella dei carri bestiame, ma meno profumata.
Non voglio raccontarvi dei bagni fuori servizio (in prima classe) e le condizioni di quelli della seconda. Anche qui, i carri bestiame avrebbero senz’altro segnato un punto a loro favore….
Perché annoiarvi con la descrizione delle poltrone sudicie, delle porte scorrevoli non funzionanti e dell’omino del carrello snack che faceva zigzag tra le montagne di valigie sparse nel corridoio alla “belin di cane” (vi chiederete cosa voglia dire questa espressione genovese….diciamo che potremmo tradurlo “alla rinfusa” ) fino a cadere su una di queste?

No, io vi devo parlare di altro.

Queste sono sciocchezze.

Allora…

Arrivo puntuale nella carrozza (nel senso che sono salita e un secondo dopo il treno è partito…io se non arrivo all’ultimo non sono mica contenta…), individuo la cabina, posto 64 finestrino.
C’è qualcunaltro seduto. E vabbè, direte voi. NORMALE AMMINISTRAZIONE.
Vero. Ma io ho prenotato (all’ultimo minuto) e voglio il finestrino.
Mi piace guardare fuori mentre il treno è in corsa e sto anche meno male fisicamente.

Spiego al signore che ho la prenotazione per quel posto, e il signore, indispettito (pure!), si alza e si mette dall’altra parte, vicino la sua signora. Per poco non mi sentivo in colpa, ma pensa te…
E la moglie mica se ne sta zitta. No, no…scherziamo? Avevo fatto alzare il marito, doveva lavare l’onta in qualche modo e ha iniziato l’arringa: “No, perché sa, mio marito sceglie sempre il finestrino e la bigliettaia deve aver sbagliato perché lui gliel’ha detto, sa, alla bigliettaia! Perché sa anche lui ci tiene al finestino, sa ha una certa età (al che il marito l’ha un attimo squadrata, avrà avuto 60 anni…dai…mica è vecchio, no?) e perché qui e perché lì…e perché voi GIOVANI….”
E allora ho alzato gli occhi al cielo, ho fatto per alzarmi ma il signore (più avanti della moglie, non c’è dubbio) mi ha detto chiaramente che non era il caso. Ha squadrato la moglie e l’arpia si è finalmente zittita.
Nel frattempo, una coppia anziana aveva preso posto nei sedili lato corridoio.

Si guardavano intorno, facendo finta di niente… (che poi cosa vuol dire fare finta di niente…il significato è chiaro, ma la costruzione della frase che c’azzecca? Ci avete mai pensato? Fare finta di…che cosa? boh, scusate la digressione…)

Avevo intuito che qualcosa sotto c’era. I vecchietti non me la raccontavano. W infatti la moglie, visto lo stato da ansia del marito, gli fa: “Tranquillo, per ora stiamo qui, poi se qualcuno ha prenotato ci alziamo e ce ne andiamo”.
La mia faccia ha assunto la forma di un punto interrogativo: voglio dire, come fai a stare seduto in prima classe senza avere prenotato? Su un intercity poi? Ma la prenotazione non è obbligatoria?
Ma in fondo, a me che me frega??

E allora pure io ho seguito il loro esempio e ho fatto quello cosa inspiegabile, ho fatto finta di niente…

Ma poi è arrivato il bello. Quelle scenette che a noi italiani, ciattelle gossipare nel sangue, piace tanto vedere anche se non lo ammetteremmo mai…come quando il controllore sale sul bus e becca lo sfigato di turno che non ha fatto il biglietto…e noi li a pensare “Ti sta bene!!!”.
non pensiamo, poveretto non ha il biglietto…no….ci godiamo a vedere che finalmente giustizia è fatta e noi siamo stati bravi a pagare il biglietto….
Che tristezza..

Comunque, non è stato il controllore il problema. Lui è arrivato, ha chiesto i biglietti che io e la coppia dell’arpia abbiamo prontamente presentato.

Il signore anziano si è limitato a dire che è un ex dirigente delle ferrovie e il controllore lo ha semplicemente ringraziato e salutato.

Ora, per carità…ci può pure stare. Magari è negli accordi, non lo so. Magari i dirigenti in pensione possono viaggiare gratis con famiglia anche in prima classe…però, io dico, se uno ha prenotato nel posto di questo superdirigente della supercazzola…come la mettiamo?

E  infatti….

Arriva una giovane coppia. Parlano inglese. Guardano i biglietti e puntano nella direzione dei due anziani coniugi. Parlano fra di loro, si sentono persi, non vogliono disturbare, non vogliono rompere le scatole e pensano di essere loro nel torto.

Sapete di che nazionalità erano questi due ragazzi?

Australiani. di Perth per la precisione

Io l’ho capito subito dall’accento (che erano australiani, non di Perth eh?)  e mi sono lanciata nel “soccorso” dei miei “ex connazionali”!

Loro avevano il biglietto giusto e i posti erano proprio quelli occupati dall’ex dirigente.
Lo spiego agli “impostori” i quali alzano gli occhi al cielo (soprattutto la moglie…belin ste mogli sui treni…sono insopportabili!!!) e si alzano. La moglie dice, alzando il tono della voce in modalità “oddio che disgrazia adesso come faremo”…e fa: “Speriamo di trovare un altro posto”.
Fanno per andarsene. Gli australiani non capiscono ovviamente, pensano che questi semplicemente cambieranno di posto e provano a sedersi.
L’anziano dirigente non fa altro che spostarsi vicino a me, nel posto mediano.
La donna esce per cercare un posto. E io la fermo: “Si sieda al posto mio, non si preoccupi” le faccio.
Sono stronza, ma quella aveva più anni della mia nonna e non gliela facevo a vederla girare per i corridoi alla ricerca di un posto.
Allora lei ringrazia e si siede.
La ragazza australiana si siede al suo posto. Ne rimane uno libero, per il suo tipo.
Ma il tipo non si siede. Mi guarda e fa: “Siediti tu, ci mancherebbe”. Io provo a fargli capire che non importa, che va bene così, che tanto poi starò seduta tutto il giorno…che in fondo sono giovane, dai!!!
Ma lui non molla e così alla fine mi siedo.

Magari anche un altro ragazzo italiano avrebbe fatto lo stesso, ma comunque ho apprezzato il gesto e ho ricordato, per  un attimo (non che me ne fossi dimenticata) la gentilezza e cordialità di queste persone così semplici e alla mano. Così educate, da stare in piedi tutto il viaggio piuttosto che chiedere spiegazioni a chi occupava abusivamente il loro posto. Perché se non fossi intervenuta io a fare da interprete e spiegare loro la situazione, loro sarebbero rimasti in piedi, ne sono sicura.

Noi italiani, nei loro panni, avremmo chiesto spiegazioni, come ho fatto io con il signore che stava al mio posto.

Loro invece pensano di aver sbagliato qualcosa. Sono limpidi, ecco tutto. Noi invece siamo abituati a fregare e a farci fregare.

Si chiamano Carmela (è di rogini italiane) e Ali. Ho spiegato loro quanto era appena successo in quella cabina.

Il dialogo è stato più o meno questo:

Carmela: “Ma sono saliti senza biglietto?”

Io: “Si”

Ali: “Ma si può fare in Italia?”

Io. “Ehm….”

Carmela: “In Australia ti fanno multe salate se ti beccano senza biglietto”

Io: “Lo so…”

Ali: “Certo che è una cosa strana”

Io: “Ma non mi dire”

Carmela: “Ma comunque l’Italia è un paese meraviglioso”

Io: “Si, ma se la gente pagasse il biglietto sarebbe ancora più meraviglioso”

Ali: “Ma se lo permettete, vuol dire che va bene. Beati voi!”

Io: “……”

Anyway, ho passato una bella ora e mezza con questa coppia di aussie. Lei, udite, udite, lavora al dipartimento immigrazione per il governo Australiano!!!

Dai che questo contatto può venirci bene ragazzi, mi sono fatta lasciare tutti i numeri e ha detto che ci aiuta volentieri!

Quando il treno è giunto in stazione centrale, io e la coppia aussie ci siamo salutati quassi fossimo amici da tempo, con pacche sulle spalle e abbracci.

Prima di scendere, mi sono sentita toccare la spalla dalla moglie dell’ex dirigente. Mi sono girata.

Mi ha sorriso e poi mi ha detto: “Grazie per quello che ha fatto, davvero”.

E allora ho smesso di vergognarmi.

La Maga pendolare


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