Prima convinzione
Il secondo figlio è fisiologicamente più “agitato” (termine popolare per indicare una persona vivace) del primo, è più capriccioso perché si mette in competizione con il primogenito, pretende di più.Seconda teoria
Un figlio maschio è più “agitato” di una figlia femmina, è più disubbidiente, ascolta meno ed è “mammone”.Quando ho scoperto di aspettare un secondo figlio e per di più maschio, secondo queste due teorie avrei dovuto farmi il segno della croce e prepararmi psicologicamente e praticamente ad un futuro familiare difficile, forse assumere una bodyguard per il piccolo terremoto e frequentare corsi di programmazione neurolinguistica per cercare di comunicare col figliolo.
Ma…
Oppongo alcuni “ma” a queste due teorie.… Ma è terribile definire un figlio “agitato”! Prendo dal dizionario la definizione: “Agitato: 1. Mosso, turbato, eccitato; 2. Malato di mente in preda a manifestazioni di eccitamento”.
Oh Signore, povera creatura! Ancora un feto o un neonato e già gli presagiscono un futuro di turbamenti.… Ma la competizione fra fratelli, se esiste, ha come conseguenza ineluttabile i capricci?
E se invece fosse per i bambini uno stimolo a dare il meglio di sé?… Ma come si fa a generalizzare sempre? Mi rendo conto che la mente umana ha bisogno di “generalizzare” perché quando si assegnano le cose e le persone a delle categorie predefinite ci si sente più sicuri ma… come si fa a cedere alla tentazione della generalizzazione/categorizzazione quando si parla di quella realtà stupendamente complessa che è la personalità di un figlio?
Il fattore “essere primogenito” o “secondogenito”, nella mia esperienza, può influenzare ma esistono così tanti altri fattori innati e ambientali che determinano la personalità di un figlio!…ma esattamente, cosa s’intende per “mammone”? La difficoltà di “separarsi dalla mamma”, non so, magari quando la mamma torna al lavoro dopo il congedo di maternità o la diffidenza verso persone diverse dalla mamma?
Dopo questi “ma” è giunto il momento di rivelarvi le sorprese che mi sta riservando il secondogenito maschio:
-è un bambino vispo, curioso, esploratore e spericolato senza essere “agitato”: ci mette lo stesso impegno nell'infangarsi completamente in giardino e nel giocare ore, seduto e in silenzio, fra i suoi balocchi ed i suoi libri;
-non è in competizione con la sorella maggiore. La adora, spesso la imita, qualche volta bisticcia (temperamenti diversi) ma nella maggior parte delle volte la cerca con venerazione;
-non fa capricci; ha gli obiettivi propri della sua età, che di solito coincidono col suo bisogno di autonomia, e li persegue con determinazione;
-mi ascolta. Questo non significa che mi asseconda sempre. D’altronde, forse che noi adulti assecondiamo sempre i nostri genitori o i nostri capi, anche quando non siamo d’accordo?
Infine, perdindirindina, mio figlio non è “mammone”!
E' socievole con tutte le persone che gli sono congeniali, non solo con me.Poi, la mattina, mi saluta serenamente con la manina quando vado al lavoro (salvo occasionali eccezioni) e quando torno mi fa le feste ma ultimamente è capitato che ha fatto più feste al suo babbo che a me (ohi ohi ohi ohi ohi!).
E comunque, diciamocelo… che male ci sarebbe ad essere “mammoni”?
Dopo questa domanda/affermazione, vi rivolgo u
n saluto con occhiolino e una richiesta: mi raccontate la vostra esperienza di o con un secondogenito?Ketty