Le stazioni dell’arte: Toledo

Creato il 15 dicembre 2013 da Skip

Una delle strade più importanti di Napoli è via Toledo, cosiddetta a ricordo del viceré  spagnolo  don Pedro Alvarez de Toledo che in venti anni  di governo a Napoli (1532-1553) fu l’artefice di un piano di ristrutturazione e  di espansione della città verso la collina di San Martino, ove furono costruiti i popolosi quartieri spagnoli, e – potrei dire- di riqualificazione della vita cittadina. In pratica segnava il confine tra i vecchi e  i nuovi quartieri e ben presto divenne la  via più  lussuosa  e ben frequentata   della città grazie  agli  imponenti palazzi di banchieri e nobili d’Europa. Nel 1870 via Toledo fu chiamata  via Roma  in onore della  nuova capitale d’Italia per iniziativa del sindaco Paolo Emilio Imbriani ma il popolo napoletano, memore di un viceré che aveva fatto qualcosa di utile per la città, continuò a chiamarla via Toledo, così nel  1980 fu ripristinato l’antico nome.

Toledo è una stazione dell’arte lungo la  linea 1 della metropolitana di Napoli,  che prende il nome appunto dalla centralissima  Via Toledo. La progettazione  di questa stazione, a cura dell’ architetto catalano Oscar Tusquets Blanca, è strettamente correlata alla riqualificazione degli spazi esterni  trasformati in zona pedonale. Qui  qualcosa di moderno e solenne è preannunciato dall’imponente  cavaliere di Toledo realizzato da William Kentridge, artista di fama internazionale molto affezionato a Napoli che  spesso ha  esposto le sue opere sia al Museo di  Capodimonte che al MADRE.  

Nell’atrio della stazione si trovano i resti delle mura aragonesi, mentre un calco di campo arato del Neolitico , trovato durante gli scavi, è esposto nel corridoio sotterraneo di Neapolis  nella stazione Museo.

Lungo la parete d’entrata si snoda e spicca il bellissimo mosaico di tessere in pietra e pasta vitrea di William Kentridge con la processione di  tanti personaggi della storia di Napoli che  sfilano dietro  San Gennaro. 


Camminano sul progetto della Ferrovia Centrale per la città di  Napoli, 1906 ( NaplesProcession) dal quale l’opera deriva il nome. A partire da sinistra compaiono l’ uomo megafono, l’ uomo con cimbali da Pompei, una figura da Mulino da Kinellis, un  musico con tammorra da Pompei, il mondo su zampe, l’artista e il suo doppio, l’uomo con volatile da Pompei, il venditore di tammorre, la  personificazione di strumento per rilevazioni geodetiche, una figura di donna da ceramiche di Capodimonte, l’ uomo compasso da carteggio, la donna sudafricana che trasporta la brace, la donna lampione dalla Coscienza di Zeno, la donna con la testa a croce suprematista, l’ uomo albero/atlante e  in testa al corteo  non poteva mancare san Gennaro,  protettore di Napoli.

Altro mosaico di Kentridge sovrasta le scale mobili,  s’intitola “ Bonifica dei quartieri bassi di Napoli in relazione alla ferrovia metropolitana, 1884” e spicca sul progetto iniziale della metropolitana di Lamont-Young.

Dalle figure bianche e nere dell’entrata si passa al giallo della terra e del tufo finchè non si arriva giù in fondo, a circa 40 m sottoterra , nelle profondità marine rese da mosaici azzurri che brillano sempre più   grazie  a giochi di luci LED e  alla luce solare che filtra da  lucernari e in particolare dall’ampio  Cratere della luce.

Le pareti sono ricoperte da onde in rilievo e , nella galleria di passaggio, dai pannelli del mare di Robert Wilson (By the sea… you and me).

Salendo le scale si trova “Men at work” di Achille Cevoli, un riconoscimento del lavoro di  tutti gli operai che hanno  contribuito alla costruzione della metropolitana di Napoli.

The Daily Telegraph  ha definito la stazione  Toledo  come la  più imponente d’Europa,  sta di fatto che   nel 2013 ha vinto il premio Emirates Leaf  International Award come “Public  building of the year” . In effetti  i viaggiatori , ma anche i tanti turisti che la visitano,  sono catapultati  in un vortice di  luce e colore che trasmette  bellezza e serenità, astraendo dal reale

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