D’un tratto arrivò una Mercedes grossa come una Costa Classica, entrò nel rifornimento in direzione contraria a quella della fila e rubò la pompa a quello a cui toccava rifornire. Ne scese l’Assessore al Comune di Monte Franoso Testabianca, tutto vestito lindo e pinto, prese l’erogatore e, con estrema naturalezza, come se nella vita anziché il politico professionista e profumatamente pagato avesse sempre fatto il benzinaio, lo infilò nel bocchettone del macchinone. A ciò le due persone in fila cominciarono a borbottare se non proprio a protestare e questo, senza neanche girarsi, disse forte e udibile: “Ahò, questa beve, mica come le vostre…”.
A tutta la scena assistette Mario detto Ruzzolò, un uomo grosso come un armadio a quattro ante e un braccio largo come tutta la circonferenza vita dell’assessore che pure magro non era. Mario era uno buono buono, che non s’arrabbiava quasi mai se non alla partita e, allora, era meglio stargli lontano almeno un chilometro. Mario si avvicinò silenziosamente all’enorme Mercedes, prese un tergicristallo, lo sollevò dal parabrezza e lo tirò finchè non gli rimase in mano, apparentemente senza sforzo. Poi mise la spazzola spezzata in mano all’assessore che era rimasto a bocca aperta e con la pompa nell’altra mano, tra gli applausi degli astanti.
Questo capita a Monte Franoso. Da altre parti, magari, l’assessore prepotente farebbe rifornimento tra il rodimento di fegato degli elettori che, però, al massimo direbbero due parole due di protesta e continuerebbero a votare per lui.
Luca Craia