Le strade che ti si incidono nella memoria

Da Margherita

Le strade che ti si incidono nella memoria
prima di aver imparato a leggere i cartelli
delimitanti i confini tra paesi.

Il primo viaggio solitario sulle strade
che sapevi riconoscere chiudendo gli occhi.
L'ampiezza di una curva
misurata tramite la forza con la quale venivi schiacciata contro il sedile posteriore.

I diversi modi in cui una strada può incidertisi nella memoria.
Sovrascritture repentine,
una volta che hai cominciato a guidare,
una volta abbandonato il sedile posteriore.

I nomi dei paesi, appresi viaggio dopo viaggio,
e poi dimenticati,
mentre le strade restano incise nella memoria.

Cenere sulle gambe.
Leggo poesie a voce alta
perché ho bisogno di toccare
grazia e bellezza

sentirle contro i denti,
sulla lingua.

Una svolta a sinistra
per raggiungere la casa di Cecilia.
Seguo le indicazioni per il cimitero.
Mi rendo conto per la prima volta
che non rivedrò più mio nonno.

Penso alle case che sono state vendute
ai paesi che ho smesso di visitare,
alle strade incise nella memoria corporea
dei miei genitori.

Le storie che mi furono raccontate senza che io le trascrivessi.
I corpi dei miei parenti.

Il motivo per cui mi tengo distante dalle bare aperte
è che non voglio sfiorare corpi che non possono sentirmi.

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Ogni tanto mi ricordo che il prossimo inverno
sarò operata all'ospedale di Vicenza, reparto chirurgia maxillofacciale.
I miei denti del giudizio si sono ribellati.
Due uomini in camice azzurro
mi informarono del rischio non trascurabile
di perdita della sensibilità in due punti della mandibola.

La prima cosa che pensai fu:
pelle sorda alle carezze.

La seconda:
due lembi di carne che non accoglieranno mai
chi verrà dopo il disgelo.

Il chirurgo poggiò le dita su di me
ricalcando la linea del mento
affinché sentissi
dove potrei cessare di sentire.

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Voglio dita sul mio volto
come bambini accoccolati sui sedili posteriori di un'auto
ad occhi chiusi
in ascolto delle vibrazioni del motore
e dell'ampiezza delle curve.

Voglio essere strada incisa nella memoria
di chi conserverà ancora elettricità nei polpastrelli delle dita
quando io non proietterò più ombra
e voglio essere parola scritta descritta trascritta e riscritta
da altri
e voglio labbra sulle mie costole
e inchiostro sulle mie clavicole,

corpi sospesi e radicati sotto la mia pelle,
il mio corpo radicato sotto la pelle di chi l'ha percorsa.