Sono queste le premesse che vogliono destinare l'opera "Le stranezze del clima - che cosa sta cambiando, e perchè" ad un pubblico interessato a comprendere una questione non del tutto compresa anche dagli stessi 'addetti ai lavori'. Il fine primo da perseguire riguarda quindi l'intento divulgativo, allargando il più possibile la 'platea' degli interessati a comprendere fenomeni complessi ma radicalmente importanti per il futuro del pianeta Terra prima e dell'umanità intera poi. La necessità di scrivere un'opera che si voglia prefissare questo obiettivo deve avere, come primo fondamento, quello di riuscire ad esprimere concetti pesanti in maniera semplificata. Senza questo 'ingrediente' non può esservi alcuna forma di divulgazione scientifica, infatti; tale fondamento è a maggior ragione veritiero se si considera che le informazioni devono essere 'erogate' al fine di provare a costruire 'strategie per il nostro futuro'. Nessuno può essere esente od indifferente, quindi, in una battaglia di consapevolezza ed urgenza come questa. La semplificazione estrema per 'aprire' la sensibilità collettiva incontra l'obiettivo divulgativo in una citazione attribuita al genio universalmente riconosciuto di Albert Einstein: "Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna." Le differenze di cultura ed informazione dovranno essere ridotte al minimo anche per comprendere l'importanza e la prepotenza della necessità di risolvere la 'questione' climatica, pertanto. Chi si pone l'obiettivo di spiegare dati e possibili scenari dovrà quindi essere competente, obiettivo e chiaro nell'esposizione dei futuri (in)attendibili. Cosa è possibile scrivere a proposito degli autori di tale opera? Le esposizioni sono riconducibili a testi e dati appartenenti sia alla fondazione indipendente e senza scopo di lucro "Climate central", impegnata nella comunicazione della scienza, che al IPCC. Cosa si intende invece per IPCC? Si riportano informazioni nel seguito, tratte dall'epilogo del testo in questione:
"[...]Negli anni Ottanta tra gli scienziati si andava diffondendo la consapevolezza che i gas serra generati dall'attività umana stessero facendo salire la temperatura terrestre, influenzando il clima in vari modi, e che ciò potesse provocare problemi di ogni sorta. Così stando le cose, il Programma per l'ambiente delle Nazioni Unite e l'Organizzazione metereologica mondiale capirono che era importante seguire con continuità gli sviluppi della questione. Così nel 1988 hanno unito le forze creando l'IPCC [...] cioè 'Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico' con l'obiettivo di 'fornire al mondo una chiara visione scientifica dello stato attuale delle conoscenze sul cambiamento climatico e sulle sue possibili ripercussioni ambientale e socio-economiche.[...] puntavano a raccogliere e riassumere le migliori informazioni disponibili su come avviene il cambiamento climatico, come influenza la società di oggi e del futuro, e quali siano le possibilità per limitare l'impatto delle attività umane sul clima. [...] L'IPCC non fa osservazioni, nè svolge ricerche per proprio conto. Il suo compito è riunire, valutare e riassumere il lavoro degli scienziati di tutto il mondo che studiano questi temi e pubblicano articoli [...]"
Da tale organismo derivano i più celebri rapporti di valutazione periodici, internamente ai quali sono esposti i dati raccolti con possibili scenari ed interpretazioni sul futuro climatico-ambientale-socio-economico-[...] correlato a diretti miglioramenti o peggioramenti. Come vengono redatti tali rapporti di valutazione che hanno poi dato il 'via' alla stesura della presente opera divulgativa? L'iter seguito è anch'esso presentato dagli autori in questione:
"[...] I rapporti di valutazione sono scritti da gruppi numerosi, che devono seguire una tabella di marcia stabilita con anni di anticipo. Gli autori non sono pagati dall'IPCC [...], bensì dalle istituzioni per cui lavorano. Dopo una prima stesura, ogni capitolo nel rapporto è sottoposto a due livelli di verifica, per garantirne l'accuratezza, la completezza e l'imparzialità. Nella prima fase, ogni capitolo è rivisto [...] da centinaia di scienziati. Nella fase successiva, i funzionari governativi e altri esperti ricontrollano il tutto. I curatori hanno poi la responsabilità di assicurare che tutti i commenti dei revisori siano presi in considerazione. Questo complicato procsso di scrittura e revisione punta a garantire l'accuratezza, la completezza e il rigore del testo, ma richiede anche anni di tempo; perciò, quando si arriva[...] alla pubblicazione, è possibile che qualche importante risultato molto recente non sia stato incluso. [...]"
Da tali rapporti di valutazione è quindi nata la presente opera divulgativa; l'intento sembra essere quello di estendere la 'base degli informati' nei confronti di un argomento tanto importante quanto tremendamente sottovalutato nelle politiche e nelle tecniche dei decisori a molti livelli. Presentare dati obiettivi non può significare, però, arrogarsi il diritto di tenere fra le mani previsioni certe e/o soluzioni chiare con cui trovare risposte ai tant(issim)i problemi. Le necessità di informare ed instillare una certa dose di 'allarme' negli esseri umani sono attività funzionali ad evitare il verificarsi di fenomeni potenzialmente ben peggiori di quelli odierni:
"[...]Ma se il cambiamento climatico è davvero destinato ad avere effetti devastanti, ignorarlo sarebbe molto pericoloso; e se invece gli effetti saranno minimi, rischiamo di sprecare molte risorse inutilmente. Il problema è che, se aspettiamo che gli scienziati appurino ogni dettaglio con assoluta certezza, sarà troppo tardi per rimediare ai danni, qualunque essi siano. E' quindi essenziale che il pubblico e le autorità comprendano ciò che sappiamo sul cambiamento climatico: che cosa riteniamo fortemente probabile, in base ai dati disponibili, e su che cosa siamo ancora incerti. Tale comprensione è necessaria per prendere le decisioni a ragion veduta. [...]"
La necessità di argomentare in maniera obiettiva e semplice presuppone, pertanto, la necessità di articolare un testo che sappia approfondire le 'macro-tematiche' riassunte nel seguito:
- "Che cosa dice la scienza": quali linguaggi è possibile semplificare senza svilire in importanza un argomento come questo? Quali sono i metodi usualmente utilizzati per la costruzione di modelli adatti a prevedere il futuro che potrebbe arrivare? Quali sono le analisi che, se svolte nel presente, possono informarci sull'evoluzione che i fenomeni naturali hanno avuto dal passato? Quali relazioni legano fra loro concetti quali 'riscaldamento globale' e 'cambiamento climatico'? Il cambiamento climatico e l'innalzamento delle temperature sono fenomeni iniziati davvero con l'avvento della prima Rivoluzione industriale? Quanto influiscono le emissioni di CO2 nei bilanci globali e nella lotta per salvaguardare il futuro del mondo intero? Serve davvero rinunciare, minimizzare od azzerare l'utilizzo indiscriminato dei combustibili fossili? Quanta 'impronta di colpevolezza' ha la deforestazione nella concretizzazione e nel peggioramento di allarmanti fenomeni come quelli oggetto della trattazione?
- "Che cosa sta realmente succedendo": quali sono i fenomeni naturali già in atto che possono cercare di informare adeguatamente sulla gravità dei peggioramenti che si potrebbero riscontrare in futuro? A cosa serve conoscere l'innalzamento del mare, così come informare a proposito dello scioglimento dei ghiacci? Quanta urgenza deve presentarsi nel fronteggiare l'aumento delle temperature? A cosa potrebbe condurre un aumento di 2°C? E di 3°C? Qualora invece fosse superiore o vicino a 4°C, cosa potrebbe accadere sul medio-lungo termine? Quante informazioni possono darci le variazioni repentine di temperatura, oscillanti annualmente fra minime e massime record? Quali scenari è lecito attendersi, a fronte di ghiacci in 'caduta libera' od orsi polari in ripidissima estinzione? Cosa potrebbe significare il fenomeno secondo cui la stagione di crescita delle piante è in allungamento costante da qualche anno a questa parte? Come stanno cambiando gli ecosistemi mondiali in funzione della variazione impartita dal riscaldamento globale? Cosa potrebbe significare, nei fatti, adattarsi al cambiamento climatico? Cosa sta già significando? Gli eventi metereologici estremi sono davvero destinati a verificarsi con maggiore frequenza, similmente a quanto sembra accadere da un pò di tempo a questa parte?
- "Che cosa potrebbe riservarci il futuro": quali scenari sono reputati più e meno attendibili osservando i modelli computerizzati attualmente impiegati nei centri di ricerca? Di quanto saranno aumentate le temperature in un orizzonte che è stimabile fino al 2100? Quale sarà il possibile livello dei mari a questa data? Che fine potrebbero fare gli effetti indotti dalle emissioni di gas-serra? Gli uragani atlantici saranno davvero più rari ma più intensi nel loro manifestarsi? Qualora il livello del mare dovesse continuare ad alzarsi, le onde anomale potrebbero diventare davvero più distruttive?
"Una cosa ho imparato nella mia lunga vita: che tutta la nostra scienza è primitiva e infantile eppure è la cosa più preziosa che abbiamo."
Quando la Terra aspetta c'è infatti (molto) poco da attendere e scherzare. Urgono soluzioni chiare, decise e precise.
Per saperne di più: "Le stranezze del clima - che cosa sta cambiando, e perchè", Climate Central, Zanichelli - Chiavi di lettura (http://online.scuola.zanichelli.it/chiavidilettura/le-stranezze-del-clima/)
Sito ufficiale IPCC: http://www.ipcc.ch/
Sito ufficiale Climate Central: http://www.climatecentral.org/