Le strategie di Kim Jong-Un e il fantasma di Boris Yeltsin

Creato il 01 aprile 2013 da Catreporter79

La strategia messa in campo negli ultimi giorni da Kim Jong-Un attraverso il poderoso ricorso alla retorica bellicosa si muove e si snoda, essenzialmente, sulla linea di tre direttrici:
-la ricerca di una legittimazione interna per la sua leadereship giovane ed ancora instabile;
-l’esigenza di accattivarsi la potente casta delle forze armate,
-il bisogno, assoluto ed imprescindibile, di contrattare aiuti per un’economia stremata che allo stato attuale ruota intorno allo spaccio su larga scala di sostanze stupefacenti (i pusher in molti casi sono addirittura gli stessi diplomatici).
In questo, il giovane Kim ricorda Boris Yeltsin, costretto a mostrare muscoli che era ben lungi dal possedere (e l’Occidente lo sapeva, tanto da permettersi di affondargli il Kursk ed attaccare la Serbia) per legittimarsi di fronte ad un popolo sfiduciato, ad un esercito frustrato dai tagli ed ottenere le iniezioni economiche di cui le casse russe, devastate da 75 anni di comunismo, necessitavano come di ossigeno. Non dobbiamo però dimenticare che la Corea del Nord, pur essendo “soltanto” uno “junior nuclear State” (dispone di 8 ordigni di potenza inferiore a quelli sganciati sul Giappone imperiale), contrariamente alla Russia di “Corvo Bianco” è un Paese del tutto cristallizzato (e cristallizzante), impermeabile e capitanato da un soggetto il cui reale equilibrio umano e politico deve ancora essere testato. Per questo, nonostante i “secret agreement” allo studio e al vaglio delle diplomazie, la crisi non va presa sottogamba.



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