Le streghe della foresta di Pendle, di Mary Sharratt. Zero91 edizioni

Creato il 13 gennaio 2013 da Annare

I libri sulle streghe affrontano un rischio enorme, trasformare una piaga della storia dell’uomo in banale storiella romantica, Le streghe della foresta di Pendle, non solo si discosta da molta narrativa superficiale, conquistando il lettore fin dalle sue prime battute, ma fornisce dettagli storici notevoli, grazie all’accurata ricerca in grado di far rivivere bellezze e orrori dell’epoca.

Un merito in assoluto va dato all’autrice Mary Sharratt, il suo libro, pur mantenendo una struttura romanzata, unisce la storia, drammatica, di fine ’500, alla magia, bianca e nera, lasciando un alone di mistero tra il vero e il fantastico. Il romanzo fonde in maniera sublime le cronache del tempo, terribili e impietose, a fatti apparentemente magici, dando vita a diversi dubbi ancora oggi da svelare: fino a che punto riusciamo a modificare la realtà storcendola per farla apparire a nostro piacimento? E, cosa riesce a scatenare la furia della donna?

Il romanzo si concentra sulle vicende di un gruppo di donne, e due uomini, accusate di stregoneria a cavallo del XVI e XVII secolo, due narratrici, la vecchia Elizabeth Southerns, chiamata Madre Demdike, e la sua bellissima nipote Alizon, riportano i fatti accaduti, la iniziazione della nonna e la fanciullezza della nipote, raccontate, prima, dall’anziana guaritrice, che lascia in un secondo momento la narrazione a Alizon, protagonista fino alla fine delle nere vicende.

La storia di Malkin Tower è già nota agli appassionati dell’epoca, le cronache narrano che diverse persone, accusate in seguito di stregoneria, si ritrovavano al riparo delle sue forti mura con l’intento di far saltare in aria il Castello di Lancaster, dove una donna di 85 anni e sua figlia erano state rinchiuse con l’accusa di aver venduto l’anima al diavolo.

Bess, ovvero Madre Demdike, l’anziana signora delle leggende, sua figlia Liz, la strabica, e sua nipote Alizon, possono raccontare oggi la loro versione dei fatti tramite le parole di Mary Sharratt.

Dall’avvicinamento alla magia bianca tramutata in guarigione, di Bess, al rifiuto e la paura di Alizon verso l’inspiegabile dono della nonna, le preghiere latine del cristianesimo si fondono con i credo pagani del luogo dando vita a una storia incantevole, vera, anche nella sua trascrizione degli spiriti guida, così già chiamati allora, e alle pratiche poco ortodosse, e per nulla oneste, orchestrate per accusare le donne di stregoneria.

Donne, a loro volta consapevoli dei poteri che disponevano, forse è proprio la convinzione di aver diretto determinate conseguenze a lasciare il dubbio nel lettore, la forza della rabbia e le verità a questa attribuita, fino a inspiegabili guarigioni. In un epoca dove il diavolo compariva a piacimento ove cessava di esistere la ragione la fine, questa fine, appare inevitabile.

Alla vista di una figura ricurva che ci fissava, la nostra ilarità si trasformò in terrore. Stava lì in piedi, quella megera gobba. Quella strega. Era venuta a mendicare, Chattox, il cesto appeso al braccio ossuto. Il suo sguardo truce mi fece impastare la lingua contro il palato. Era come un incubo, vedere la faccia odiosa di Chattox, i suoi occhi sinistri che
ci pugnalavano.
«Stavate ridendo di me?» domandò

Un libro da leggere, chi desidera saperne di più troverà tra le sue parole molte risposte e dettagli utili per comprendere parte della storia, mentre chi spera in un romanzo piacevole non rimarrà deluso.

Titolo: Le streghe della foresta di Pendle

Autore: Mary Sharratt

Traduttore: Romina Valenza

Editore: Zero91 edizioni

Anno: 2012

Prezzo: Euro, 18,90


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