La trasmissione Streghe, tanto amata dalla mia generazione, potrebbe risentirsene. Tre streghe, due sorelle e una madre, si presentano, tra immortalità e roghi passati, in una cittadina isolata ovviamente ignara dei poteri delle tre donne, il fine principale è tornare ad una vita normale, senza magia.
Un cliché condito da luoghi comuni, già letto, riletto, visto e rivisto anche nel piccolo e grande schermo. Non mancano la scopa, impegnata nel classico volo, e le pozioni d’amore in stile Maga Magò.
Freya è bella, prosperosa, focosa e per noia o passione è propensa a cacciarsi nei guai; Ingrid, la sorella, rigida ma di una seria bellezza austera, composta. Infine Joanna, mamma immortale capace di partorire le sue amate figlie ogni volta che la storia le condanna al rogo, colta alla sprovvista da un senso materno mai assopito.
Joanna, come le figlie, non era né giovane né vecchia, e tuttavia il loro aspetto fisico corrispondeva alle loro doti particolari. A seconda della situazione Freya poteva avere tra i sedici e i ventitré anni, le prime esperienze dell’Amore, mentre Ingrid, guardiana del Cuore, dimostrava, e si comportava, come se avesse tra i ventisette e i trentacinque anni, e poiché la Saggezza deriva dall’esperienza, anche se nel cuore si sentiva come una studentessa di sedici anni, l’aspetto di Joanna era quello di una donna più vecchia, di una sessantina d’anni.
Ovviamente ci sono amori, palesi e non dichiarati, una spruzzata di sesso, magia quanto basta, demoni all’occorrenza. Il racconto scivola naturalmente rivelando i tre punti di vista delle donne, assieme alle perplessità crescenti dei cittadini di North Hampton.
Il problema di Le streghe di east end è che manca di innovazione, tre streghe, magia vietata fino all’occorrenza, passato che ritorna, assieme alle pozioni d’amore mai tramontate, e per concludere fanno la loro comparsa alcuni dettagli capaci da soli di dare il via ad altri romanzi, forse più di una trilogia.
Il romanzo viene presentato per adulti, al contrario di Sangue Blu, ma a parte qualche scena di sesso, più o meno esplicito, il tutto si svolge senza particolari colpi di scena o eventi drastici. C’è il male, certo. Più vicino di quanto si possa immaginare, ma purtroppo per il lettore è evidente fin dal primo capitolo.
Al chiaro di luna il corpo di Freya appariva perfetto come quello di una statua e quando le scivolò dentro il respiro le si mozzò per l’eccitazione di venir domata e presa, mentre si muovevano dolcemente insieme, e ogni spinta la faceva sentire completamente nuova. Bran gemette, il volto teso per il desiderio mentre la tirava su, ancora uniti; quindi finirono sul pavimento e lui la girò, cosicché lei era in ginocchio con la schiena rivolta a lui, e si teneva la testa tra le mani, eccitata dal modo in cui le teneva i fianchi, da come penetrava in lei, le mani forti che la spostavano in tutte le posizioni, ora sulla schiena, ora sulla pancia, ora sopra, controllando la forza e continuando a farla gemere. Aveva sempre il controllo della situazione, e non aveva mai incontrato nessuno che l’avesse fatta sentire cosi…
Titolo: Le streghe di east end
Autore: Melissa De La Cruz
Editore: Leggereditore
Traduttore: Andrea Bruno
Anno: 2011
Euro: 10,00